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Skyfall. Morte e resurrezione di Mister Bond
Dall’ombra emerge la sagoma inconfondibile di James Bond. La sua nuova missione è come tante altre del suo curriculum. Inseguire, combattere, catturare. Come sempre sul filo della morte e come sempre con licenza di uccidere. Ma stavolta qualcosa va storto. Il capo M (Lady Judi Dench) avverte il rischio del fallimento e ordina uno sparo che manca il bersaglio e centra Bond, facendolo precipitare dal cielo nelle acque profonde di un fiume che lo trascina verso la morte. E la resurrezione.
La notizia ufficiale del suo decesso lo svincola dagli obblighi verso l’agenzia e verso il mondo. 007 può finalmente godersi la sua nuova libertà. Ma invece di galleggiare sopra il mare dei ricordi, li affoga nell’alcool. Il pericolo è il suo unico ossigeno. La missione, la sua unica casa. E l’occasione per risorgere gliela offre la minaccia di un nuovo criminale che irrompe sulla scena, il cui obiettivo è distruggere niente meno che M e l’intera MI6. Ex agente segreto, Silva (Javier Bardem), come Bond, porta sulla sua carne le ferite del “tradimento” della M(adre) durante una missione. La vendetta, come unica medicina in grado di rimarginarle.
La spia più famosa del cinema torna sugli schermi portando con sé i suoi marchi di fabbrica, talvolta rinvigoriti da gustose citazioni: smoking, gadget, Martini, splendide bondgirl, azione, inseguimenti, colpi di scena, adrenalina, ironia 100% british e la celebre Aston Martin DB5 che fu di Sean Connery.
Ma questo nuovo viaggio sembra essere diverso. Il terreno su cui si muove il racconto è quello dell’autorialità. La mano che lo guida è quella di un regista, Sam Mendes, che sa gestire bene l’azione (Jarhead, Era mio padre) come luogo fertile di contenuti. E questo ventitreesimo capitolo di 007, per la prima volta in cinquant’anni, regala un sottotesto colto, reso urgente dalla contingenza del presente.
La crisi del sistema voluta da Silva riflette la crisi del mondo reale, in cui la rete è una potente arma a doppio taglio e i governi ormai più causa che soluzione dei problemi. Urge un cambiamento. Silva e Bond simboleggiano i due modi opposti di concepirlo. Mentre per il primo significa smantellare le insegne del passato (di cui M è l’ultimo baluardo), bruciandone i resti, il secondo affonda il rinnovamento nel solco lasciato dalla tradizione. Un futuro migliore può essere costruito solo con i mattoni delle gloriose rovine del passato, come La valorosa Téméraire del quadro di Turner che Bond osserva durante il suo primo incontro con Q.
Ecco allora che la vecchia casa di Bond, la scozzese Skyfall in cui ha luogo lo scontro finale, è metafora di una memoria radicata nelle storie personali di ciascuno e, dunque, radicata nella Storia di tutti.
007 - Skyfall non sconsacra la lunga tradizione di 007, né si rifugia pigramente in essa, ma, spinta dai venti del presente, ne abbatte e rifonda gli archetipi, uccidendo e resuscitando Bond. Subito pronto per una nuova pericolosa missione.