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Solar Orchestra. Elettrica oscurità
Una musica, quella dei Solar Orchestra, che non sembra appartenere a nessun genere in particolare. Spazia tra accordi sincopati di origine jazz in un intarsio di sonorità oscuramente elettroniche, mentre i ritmi tribali echeggiano sullo sfondo.
Un tappeto di suoni che si arricchisce con la voce densa di Katya Sanna, che da anni collabora con la formazione di cinque elementi. Due chitarre, alla prima Enrico Angarano; alla seconda Alessandro Bruno; la particolarità di un violoncello elettrico suonato da Gianni Pieri, introduce suoni classici rivisitati nell’ordine dell’elettronica, creando uno strano miscuglio di armonie orientali.
I riverberi di Fulvio Biondo alle tastiere e al basso intrecciano una tessitura omogenea di sottili variazioni, avvolgendo il pubblico come un manto, mentre la batteria di Giulio Caneponi rimbomba tambureggiando il viaggio sonoro. La tromba di Paolo Feligioni riscalda le atmosfere ipnotizzanti di una band a cavallo tra il progressive anni ‘70, come ricorda l’aver fatto da spalla ai Van Der Graaf Generator di ritorno a Roma nel 2005, e ai più psichedelici ed elettronici Ozric Tentacles.
Presenti nella rassegna Roma Jazz Festival del Parco della Musica, e seguiti stasera dagli altri psichedelici Sun Ra Arkestra, hanno da poco pubblicato il nuovo album Hearts at Dusk con la Megasound Records. Ben cinque track dal nuovo album , con in apertura il rock di The Remote Viewer, l'unico bis prima della chiusura del concerto. La title-track Hearts at Dusk è strumentale e riflessiva, con la tromba in primo piano di Feligioni che rende l’intimismo di questo brano ancora più complesso.
L’improvvisazione quanto la sperimentazione sono alla base di questo gruppo romano, che sui loop del synth elaborano dei lunghi assoli di chitarra, come in Another Chemical Chain, dove vengono distorti ed inaspriti da timbriche pienamente rock. Dal disco precedente, We are what we play del 2005, traggono Crazy Guelder Rose, dall’impianto ancor meno definito dell’ultimo album, con alcuni effluvi sinfonici presenti anche negli Epsilon Indi, gruppo al quale Alessandro Bruno, Giulio Caneponi e Katya Sanna appartengono.