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Teatro Pergolesi di Jesi. La serva padrona con intermezzo di Beckett
Al Teatro Pergolesi di Jesi, il 3 settembre 2011, gli applausi scroscianti del pubblico entusiasta hanno salutato la rappresentazione degli intermezzi La serva padrona di Giovanni Battista Pergolesi ottimamente diretti da Corrado Rovaris. La regia è stata affidata a Henning Brockhaus che ha inserito tra i due intermezzi Atto senza parole I di Samuel Beckett.
Dice Henning Brockhaus nelle note di regia:" ...poiché La serva padrona è divisa in due intermezzi che si eseguivano tra gli atti de “Il Prigionier Superbo” per rispettare questa struttura in due parti mi è venuto in mente di aggiungere in mezzo un pezzo per clown muto dei nostri giorni: Atto senza parole I di Samuel Beckett. Mi pare che questa pantomima abbia molto in comune con la nostra serva padrona: è assurda, è comica in parte e alla fine aperta come la nostra partitura, per le quali il finale convenzionale non esclude infinite variabili."
Gli intermezzi de La serva padrona, inseriti nell'opera seria Il Prigionier Superbo, entrambi di Pergolesi, andarono in scena il 5 settembre 1733 al Teatro San Bartolomeo di Napoli. Il Prigionier Superbo cadde nel dimenticatoio mentre La serva padrona ebbe un imperituro successo iniziato dopo la rappresentazione romana del 1735. La serva padrona per la sua ambientazione borghese, il testo ironico e non convenzionale di Gennarantonio Federico a cui la splendida musica di Pergolesi riesce mirabilmente a fondersi rendendolo estremamente godibile e divertente, innescò, con la sua rappresentazione a Parigi nel 1752, la nota Querelles des bouffons.
La trama narra di Serpina, che tiranneggia il padrone Uberto, un po' avanti nell'età e anche attratto dalla bellezza e giovinezza della donna, e che riesce a farsi sposare con l'inganno e l'aiuto di Vespone, l'altro servo (muto). Vespone, su istigazione di Serpina, si finge il Capitan Tempesta (tipico personaggio derivato dalla Commedia dell'Arte) e si presenta come il futuro sposo della donna pretendendo la dote. Uberto, però, non vuole darla e allora, dopo che Vespone- Capitan Tempesta lo minaccia di morte se non sposerà Serpina, cede e e sposa la donna.
La partitura è stata interpretata magnificamente da Corrado Rovaris che ha esaltato, con la sua direzione, la teatralità degli intermezzi, in questo perfettamente assecondato dai bravi musicisti dell'Accademia Barocca de I Virtuosi Italiani. La divertente e acuta regia di Brockhaus ha collocato l'azione non in casa ma all'interno di un tendone di un circo, un contesto surreale in cui i protagonisti hanno recitato come fossero in un numero circense. Uberto è stato vestito da direttore del circo, una sottolineatura ironica in quanto invece di dirigere gli eventi è perseguitato dall'iniziativa di Serpina, in abiti sgargianti e Vespone in quelli da clown. La Serpina di Alessandra Marianelli è stata deliziosamente credibile vocalmente e scenicamente e così l'Uberto di Carlo Lepore, bravo anche Jan Mening nel ruolo di Vespone. La suggestiva scena ideata da Benito Leonori si è rivelata funzionale alla regia e così i costumi di Giancarlo Colis.
Come già detto Henning Brockhaus ha inserito Atto senza parole I di Samuel Beckett tra i due intermezzi, una scelta che ha riproposto il gioco dei contrasti. Se nell'opera seria, Il Prigionier Superbo, La serva padrona offriva due inserti comici, ora al suo interno è stato posto un intermezzo inquietante e tragico: Atto senza parole I, una rappresentazione angosciosa e senza speranza della condizione umana. In un ambiente surreale e spoglio viene violentemente gettato un uomo, colpi di fischietto annunciano il calare degli oggetti dall'alto, ma gli vengono sottratti mentre cerca di raggiungerli. L'uomo cerca di fuggire ma viene ributtato dentro con forza, tenta il suicidio ma neanche il ramo dell'albero spoglio in scena collabora e si piega. Continuano i colpi di fischietto ma l'uomo non reagisce più e in questa situazione sospesa finisce Atto senza parole I. Jan Mening ha interpretato magnificamente l'uomo esprimendo perfettamente tutti gli aspetti surreali e opprimenti; il pubblico ha apprezzato applaudendo calorosamente.