1917 di Sam Mendes. Un film sovranista e militarista?

Articolo di: 
Teo Orlando
1917

Il 23 gennaio prossimo uscirà in tutte le sale cinematografiche italiane 1917, film dedicato a un episodio semi-immaginario della Prima guerra mondiale, a opera del regista Sam Mendes (vincitore del Golden Globe per American Beauty nel 2000, vittoria duplicata all'inizio del 2020 per il film qui recensito). La trama è di una linearità perfino eccessiva: i caporali Schofield e Blake (interpretati con molto realismo dai giovani attori George MacKay e Dean-Charles Chapman), dell’8° Battaglione dell'esercito inglese, condividono un'intensa amicizia e un forte senso di cameratismo. Ma il loro legame, nell’arco di un breve periodo, verrà messo alla prova in un modo che nessuno dei due avrebbe mai potuto immaginare.

Il generale Erinmore (un magistrale Colin Firth, pur nella brevità della sua interpretazione) decide infatti di inviarli in una sorta di missione suicida, armati solo di mappe, torce, pistole lanciarazzi, granate e una riserva di pochi  viveri: devono attraversare la Terra di Nessuno (No Man's Land, come suona il titolo di un celebre libro di Eric J. Leed), dirigendosi verso Sudest, fino a quando non raggiungeranno la cittadina francese di Écoust. In quei paraggi, nel bosco di Croisilles, è stanziato un battaglione comandato dal colonnello Mackenzie (un impeccabile Benedict Cumberbatch, benché la sua interpretazione sia troppo breve), a cui dovranno consegnare una lettera con cui verrà intimato al colonnello di sospendere l'attacco alle linee nemiche: così centinaia di commilitoni, tra cui il fratello maggiore di Blake, un tenente del 2° Devon (Richard Madden), si salveranno da morte sicura per opera dei tedeschi che avevano prepararato un ritiro strategico a cui sarebbe seguita una spietata controffensiva con un contingente rafforzato che avrebbe potuto annientare chiunque osasse sfidarli.

La missione appare davvero ai limiti dell'impossibile e sarà così impegnativa da cambiare radicalmente il corso della loro vita, in un territorio nemico avvolto da mille insidie. Le scene sono spesso di un realismo brutale, senza che il regista ci risparmi corpi scarnificati, orribili mutilazioni, ferite curate in modo approssimativo, con toni decisamente pulp. In una recente intervista Sam Mendes ha dichiarato: "la prima volta che ho capito che cosa sia una guerra è stato quando mio nonno mi ha raccontato la sua esperienza della prima guerra mondiale. Ma questo film non esplora la storia di mio nonno bensì lo spirito che la permeava, gli eventi vissuti da quegli uomini, i loro sacrifici, cosa voleva dire credere in qualcosa che andava al di là di sé stessi": già da queste parole traspare un certo intento celebrativo in cui l'eroismo dei due protagonisti, pur consapevoli dell'orrore della guerra, ma decisi a portare a termine senza esitazioni la loro missione, viene esaltato. Siamo piuttosto lontani da film antimilitaristi come Orizzonti di gloria di Stanley Kubrick (Paths of Glory, 1957) o All'ovest niente di nuovo (All Quiet on the Western Front, film del 1930 diretto da Lewis Milestone e tratto dal romanzo di Erich Maria Remarque Niente di nuovo sul fronte occidentale). Ma neppure si può dire che sia un'esaltazione del militarismo, come Berretti verdi (The Green Berets, 1968) di John Wayne. O meglio: il film cerca di rendere omaggio non solo ai soldati della Prima Guerra Mondiale, ma a tutti i militari, del passato e del presente, e al loro sacrificio per il bene comune e la ricerca della libertà. Ma la sensazione che abbiamo provato è quella di un'eccessiva simpatia per lo spirito di abnegazione e sacrificio degli inglesi, larvatamente contrapposto all'insensata spietatezza dei tedeschi, per lo più ritratti nella penombra, quasi automi in divisa piuttosto che uomini dipinti a tutto tondo. È in fondo uno dei primi film bellici nato nel clima della Brexit, con la deriva sovranista e nazionalista che sta purtroppo contagiando mezza Europa. Va inoltre rilevato che alcune scene, complice anche la fotografia un po' "esagerata", hanno la sembianza dell'anacronismo: l'aspetto completamente devastato della cittadina di Écoust ricorda piuttosto scene da Seconda guerra mondiale o da conflitti apocalittici contemporanei, non da Prima guerra mondiale, quando il potenziale distruttivo delle armi di distruzione di massa era minore. Come anche la scena in cui viene mostrata una donna civile in piena miseria e indigenza a causa della guerra contraddice l'idea che nella Prima guerra mondiale i civili subirono molte meno privazioni dei militari.

Aggiunge infatti il regista: "i nostri personaggi principali intraprendono un viaggio irto di pericoli, inoltrandosi nel  territorio nemico, per consegnare un messaggio di vitale importanza, destinato a salvare 1600 soldati, e la nostra macchina da presa non li perde mai di vista. Volevo percorrere ogni passo al fianco di questi ragazzi, sentire ogni loro respiro, ed è per questo che, insieme al direttore della fotografia Roger Deakins, ho realizzato 1917 come un’esperienza totalmente immersiva.  Abbiamo concepito il film in modo tale da avvicinare il pubblico il più possibile alla vicenda dei protagonisti. È stato il lavoro più emozionante della mia carriera".

Qui gioverà ricordare che la Prima Guerra Mondiale – durata oltre quattro anni, dal 28 luglio 1914 all’11 novembre 1918 – cambiò per sempre l’ordine mondiale e fu una delle guerre più micidiali della storia, con un bilancio di 16 milioni di morti, fra soldati e civili: inoltre, fu la prima guerra meccanizzata perché cominciò a cavallo e finì con i carri armati;  in essa vennero impiegate armi chimiche, aerei da guerra e carrarmati, dispositivi di morte che portarono al primo sterminio di massa della storia umana.  E nonostante la vittoria degli Alleati e la creazione della Società delle Nazioni durante la Conferenza di Pace, intesa proprio a prevenire guerre future, le conseguenze del conflitto portarono inevitabilmente, a distanza di vent'anni, a un nuovo conflitto mondiale.

Nelle testimonianze dei soldati dell'epoca si leggeva: "Nessuno uscirà da questa guerra senza essere diventato una persona diversa" ; oppure, in un altro caso: "Sono convinto che, pur tornando a casa tutt’intero, chiunque sarà diverso sotto ogni aspetto". Alla fine della guerra fiorirono le discussioni e i dibattiti in merito al problema se i soldati fossero stati brutalizzati o nobilitati, regrediti o maturati dall’esperienza di guerra. Ma non ebbe luogo dibattito alcuno sul problema se si fosse verificata una profonda ed essenziale modificazione dell’identità personale. Questo film ci ha indotto a rispondere affermativamente.

Pubblicato in: 
GN12 Anno XII 23 gennaio 2020
Scheda
Titolo completo: 

1917

Lingua originale:    inglese
Paese di produzione:    Stati Uniti d'America, Regno Unito
Anno:   2019
Durata:    119 minuti
Genere:    guerra, drammatico, azione
Regia:    Sam Mendes
Sceneggiatura:    Sam Mendes, Krysty Wilson-Cairns
Produttore:    Pippa Harris, Callum McDougall, Sam Mendes, Jayne-Ann Tenggren
Casa di produzione:    Amblin Partners, DreamWorks Pictures, Neal Street Productions, New Republic Pictures
Distribuzione in italiano:    01 Distribution
Fotografia:    Roger Deakins
Musiche:    Thomas Newman

Interpreti e personaggi

George MacKay: Schofield
Dean-Charles Chapman: Blake
Mark Strong: capitano Smith
Andrew Scott: tenente Leslie
Richard Madden: tenente Blake
Claire Duburcq: Lauri
Colin Firth: generale Erinmore
Benedict Cumberbatch: colonnello Mackenzie
Daniel Mays: sergente Sanders
Adrian Scarborough: maggiore Hepburn
Jamie Parker: tenente Richards
Michael Jibson: tenente Hutton
Richard McCabe: colonnello Collins
Nabhaan Rizwan: Sapoy