Supporta Gothic Network
40° Cantiere di Montepulciano. Roland Böer il piacere di fare musica insieme
Il maestro Roland Böer, direttore artistico e musicale del Cantiere, ne incarna perfettamente il contenuto ideale e trasmette agli ascoltatori la passione e la gioia del fare musica insieme. Un esempio di questo sono i due concerti di cui ci accingiamo a parlare.
Il primo si è svolto a mezzanotte tra il 28 e 29 luglio in Piazza Grande, è stato un incontro tra amici, professionisti e allievi del Royal Northern College of Music di Manchester; il programma è stato incentrato sulla musica barocca. A Böer, al clavicembalo, si è aggiunto il Quartetto Montfort (Klaus e Jelena Nerdinger al violino, Guy Speyers alla viola e Emil Bekir violoncello) e il contrabbasso di Maria Nolan (RNCM), per il basso continuo, gli altri si sono inseriti a seconda dell'organico necessario per l'esecuzione del brano.
Si è cominciato con Antonio Vivaldi con il Concerto per archi in re maggiore RV 121 e il Concerto per due violoncelli e archi in Sol minore RV 531, un pezzo raramente eseguito nei programmi dei concerti. Nel Concerto per due violoncelli e archi la struttura è simile quella del concerto per i due violini, i due solisti, si raddoppiano, ma dialogano anche tra loro e con gli altri in una forma, che ha superato quella del Concerto Grosso di Corelli e si sta trasformando in quella del concerto per solista e orchestra. La composizione è affascinante, ricca di invenzioni melodiche, timbriche e ritmiche, Jacopo Francini e Justus Grimm, ormai un veterano come artista residente, ne hanno dato una interpretazione trascinante e di grande virtuosismo.
La Lira è una Suite di Georg Philipp Telemann, di stile francese, all'ouverture seguono una serie di danze articolate in sette movimenti. Usciti i due solisti di violoncello, sono entrati il violino di Uta Woyniewicz e le viole ( RNCM) di Rebecca Stephenson e Fusun Naz Altinel. L'interpretazione proposta ha esaltato la policromia timbrica, la levità e la cantabilità del composizione evidenziando il ritmo e l'eleganza delle danze. Sempre legato alla danza l'unico pezzo non barocco La morena, tango per clarinetto e quartetto d'archi di Claudio Cimpanelli, che ha visto aggiungersi alla formazione base, il clarinetto della brava Sarah Philips (RNCM), che ha affrontato senza difficoltà i virtuosismi di questo fascinoso brano.
Chiusura in grande tutti insieme, salvo il clarinetto, per il Concerto Brandemburghese n.3 in sol maggiore di Johann Sebastian Bach, di cui è stata data una interpretazione seducente e scintillante che ha suggellato la grande intesa tra i musicisti. Un ascoltatore avrebbe potuto pensare a una formazione stabile e invece sono amici, che si sono incontrati per il piacere di fare musica insieme. È stato come essere invitati, il concerto era gratuito, in un salotto, la splendida Piazza Grande, per ascoltare nostri amici suonare per il loro e il nostro piacere.
La sera del 29 si è svolto il primo concerto sinfonico con l'Orchestra Royal Northern College of Music di Manchester e il pianista Markus Bellheim, un altro veterano come artista residente. Il brano di apertura Memorial to Lidice di Bohuslav Martinů è legato ad un tragico episodio della seconda guerra mondiale, Lidice è piccolo villaggio alla periferia di Praga, raso al suolo dai nazisti nel 1942. Nel pezzo ricorrono temi della tradizione boema e l'incipit della Quinta sinfonia di Beethoven, che durante la guerra apriva le trasmissioni della BBC, rivolte alle nazioni invase dai nazisti, e che oltre a dare le notizie inviavano messaggi criptati alle diverse formazioni partigiane europee. Celeberrimi sono i primi versi della poesia "Chanson d'automne" di Paul Verlaine diretti alla Resistenza francese che annunciavano lo sbarco in Normandia.
Il Concerto per pianoforte n. 3 di Bela Bartók fu composto nel 1945, negli ultimi mesi di vita del compositore, che si era ammalato di leucemia, durante l'esilio negli USA. Il musicista morì prima di ultimare l'orchestrazione delle ultime diciassette battute, finita da Tibor Serly, che fu aiutato per le altre indicazioni mancanti di tempo e dinamica, da E.Ormandy, L.Kentner e E.Stein. Nella scrittura di questa partitura è come se Bartok, consapevole della morte imminente, avesse fatto convergere tutte le tappe del suo percorso artistico, sia come interprete che compositore.
Il concerto, in cui sono presenti anche temi del folklore magiaro, ha un impianto tonale e la struttura richiama la forma classica anche se con varianti significative. Nel secondo movimento, che l'autore indica come Andante religioso, confluiscono forme arcaiche diverse, la modalità antica, il contrappunto, l'antica musica per tastiera italiana e i corali luterani. Comincia con una musica scarna e meditativa per poi ampliarsi ad altre influenze storicamente più recenti del tardo ottocento, ma, come quelle prima citate, legate all'esperienza di Bartók. Nel terzo movimento le forme classiche di rondò scherzo e trio vengono proposte in modo inconsueto e originale. L'interpretazione di Markus Bellheim è stata coinvolgente sia nelle parti più introspettive e pensose che in quelle virtuosistiche, sì da entusiasmare il folto pubblico convenuto che lo ha a lungo applaudito.
La Marcia funebre di Luigi Cherubini fu composta per i funerali del duca di Berry assassinato nel 1820. È un brano complesso per grande orchestra che richiede un grande virtuosismo da parte dei musicisti La conclusione è stata affidata ad un brano tanto celeberrimo quanto amato, la Quinta Sinfonia di Beethoven di cui il maestro Roland Böer ha dato una trascinante interpretazione assecondato dall'Orchestra Royal Northern College of Music di Manchester. La grande sintonia tra direttore e orchestra ci stupisce sempre, sembra che non si incontrino solo a Montepulciano ma ci sia un rapporto più lungo e stabile. L'energia e la passione di Böeri si trasmettono all'orchestra e generano il comune piacere di fare musica insieme, coinvolgendo ed entusiasmando il pubblico che ha festosamente applaudito gli interpreti.