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46° Cantiere di Montepulciano. L'alma de Buenos Aires
Due appuntamenti pomeridiani il 17 luglio al 46° Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano: uno con il violoncello del torinese Claudio Pasceri, con due prime assolute di Perugini e Gedda e con Hindemith e Weinberg. Il secondo appuntamento riguarda il concerto dell'Orquesta Minimal Flores del Alma dedicato al 100° anniversario della nascita di Astor Piazzolla.
Claudio Pasceri, torinese, ha studiato lo strumento sotto la guida di Renzo Brancaleon presso il Conservatorio G. Verdi di Torino, diplomandosi poi con il massimo dei voti, e perfezionandosi all’Accademia Stauffer di Cremona con Rocco Filippini ed al Mozarteum di Salisburgo con Julius Berger. L’attività concertistica lo porta a esibirsi alla Tonhalle di Zurigo, al Teatro Olimpico di Vicenza, Mak e Lockenhausmusikfest a Vienna, Unione Musicale di Torino, Schleswigholstein Festival, Tully Hall Lincoln Center di New York, Parco della Musica a Roma, Festival delle Nazioni di Città di Castello. Un curriculum di tutto rispetto come ha ben dimostrato nel Cortile delle Carceri di Montepulciano, dall'acustica molto gradevole e dove, al notevole pezzo di Perugini (1996), è seguita la Sonata op. 25 n.3 di Hindemith e i preludi di Miezcyslaw Weinberg (1919-1996), su cui vorrei soffermarmi. Un’unione d’amicizia percorse le composizioni di Weinberg e Shostakovich, che andò ben al di là di un confronto fra pari: si stimavano reciprocamente ed il primo fu grandemente influenzato dal secondo, come si nota appunto in questi preludi, il cui tono di ridondante riflessione nigredica sull'esistenza prende sicuramente spunto e caratteri dai timbri e dagli ostinati dei quartetti 8 e 15 di Shostakovich.
Discorso a parte invece per Le mutazioni del fuoco di Annachiara Gedda (1986), che sembrano far palpitare le fiamme nello spazio ristretto delle carceri come una vampata di ardore scompaginante gli equilibri, ed allo stesso tempo densa di un'intensità di potenza di nietzschiana memoria.
La sera, in Piazza Grande, il quintetto Orquesta Minimal Flores del Alma, formato da Mauro De Federico alla chitarra, Gilberto Pereyra al bandoneon, Piercarlo Sacco al violino, Franco Finocchiaro al contrabbasso e Stefano Zicari al pianoforte ha proposto un omaggio al compositore argentino che ha rivoluzionato e riscritto il tango, Astor Piazzolla.
Le composizioni eseguite erano conosciutissime e trascinanti, da Michelangelo 70 alle Cuatro Estaciones Porteñas, al Concierto para Quinteto, comprese le sue rivisitazioni di tanghi tradizionali.
Il tango abbraccia in modo esponenziale i festeggiamenti argentini, e noi italiani in un filo diretto, che ci accomuna nel sentir pulsare il tango e la nostalgia che lo attraversa con un animo affine ed empatico in tutti i suoi passi, dalla melanconica e lenta Primavera porteña fino ad Adios Noniño, dedicata al padre di Piazzolla e scelta come omaggio a Milva dal'Orquesta Minimal Flores del Alma, artista assoluta che tanto ha collaborato con loro.
Il tango andrebbe ballato per essere assaporato fin nella sua “alma de gracia” che fa un tutt'uno di corpo e anima: l'uno guida l'altro e viceversa, in particolare con il glorioso Tango per un quinteto nuevo, uno dei due generosi bis di questo ensemble meraviglioso, dal bandoneonista Gilberto Pereyra, al violinista Piercarlo Sacco, che hanno spiccato, vicini, per una sintesi sincronica di questa serata in cui sembra aleggiare Buenos Aires ed il suo spirito porteño.