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48° Cantiere Internazionale d’Arte. Bastiano e Bastiana
Bastiano e Bastiana è la nuova produzione d’opera del Cantiere Internazionale d’Arte, l’operina giovanile composta da Mozart, dodicenne è stata messa in scena da una compagnia di giovani cantanti, musicisti e mimi ed è stata realizzata nel solco delle idee del suo fondatore Hans Werner Henze, che proponeva uno scambio di esperienze reciproche tra artisti affermati e giovani a inizio carriera. Lo spettacolo è andato in scena il 15 luglio al Teatro Poliziano.
Bastien und Bastienne è il primo singspiel, cioè una composizione in cui i parlati si alternano ai numeri musicali, composto Mozart, è una parodia di Le devin du village (1752), intermezzo comico di Jean-Jacques Rousseau creato per la corte di Luigi XV su un testo della coppia Guerville-Favart. Nel 1764 su commissione del conte Durazzo il testo tedesco fu preparato a Vienna da due attori, Weiskern e Müller. Nel libretto di cui si servì il dodicenne Mozart si aggiunsero i ritocchi del salisburghese Johann Andreas Schachtner. Il singspiel Bastien und Bastienne, fu forse rappresentato in casa o nel giardino di Anton Mesmer, il medico studioso del magnetismo citato nel Così fan tutte, ma non è possibile saperlo con certezza in mancanza di una documentazione della rappresentazione. La prima esecuzione certa fu a Berlino nel 1890, ma poi poche volte è stato messo in scena.
Nel testo il tema dell’innocente vita pastorale immaginata da Rousseau, molto di moda tra i soggetti teatrali dell'epoca, è messa in crisi da allusioni alla corruzione anche morale in cui l'amore può soggiacere se irretito dalla ricchezza. L'idea della semplicità naturale propugnato dagli Illuministi in musica, viene fatta propria dal giovane Mozart, che anche nella maturità seguì con convinzione le idee propugnate dall’Illuminismo, Le nozze di Figaro, sono un esempio. La creazione di melodie dolci, di morbidezza incantevole, la vivacità ritmica, l’abilità di delineare i personaggi rivelano una notevole maturità compositiva e una emergente e rilevante personalità. Ricordiamo l’aria "Würd'ich auch wie manche Buhlerinnen" di Bastiana, che reagisce all’insinuazione di Cola che lei possa essere infedele. Il carattere buffo dell’aria del mago Cola che mostra i suoi poteri "Diggi, Daggi, schurry, murry" anticipa Despina travestita da medico nel Così fan tutte.
In questa messa in scena i parlati sono stati tradotti in italiano mentre le arie sono rimaste in tedesco, l’efficacia delle lunghe prove teatrali con il regista Luca Fusi, oggi docente alla Grassi di Milano, si sono notate a cominciare dalla recitazione dei parlati. Una preziosa occasione per i giovani cantanti, in quanto usualmente il periodo di prova nei teatri è breve. La scelta di giovani interpreti è stata fresca e credibile, i movimenti scenici sono stati molto curati e i giovani hanno ben risposto alle indicazioni del regista. In omaggio alla decennale collaborazione del Cantiere con il Maestro Marcel Marceau ci sono stati otto giovani mimi a movimentare e partecipare allo svolgimento teatrale, che si sono avvalsi del sipario caduto a terra per creare scene e azioni sceniche. La soluzione è stata efficace e riuscita, per evocare l’illusione teatrale tra fantasia e realtà, grazie anche alle scene e ai deliziosi costumi di Carlo Sala e di Roberta Monopoli e alle luci di Giulia Bandera.
Un impegno di pari rilievo è stato quello del direttore Tito Ceccherini che ha guidato con perizia i giovani musicisti della Wunderkammer Youth Ensemble, proprio per le considerazioni fatte sulla musica, non era per nulla facile eseguire la musica e renderne la soavità e la teatralità, ma il direttore e i ragazzi possono essere ben soddisfatti della riuscita dell’esecuzione. Venendo ai giovanissimi cantanti si tratta ovviamente di voci in fieri di cui sarà interessante vedere l’evoluzione, Laura Zecchini è stata Bastiana, ha una voce chiara, cristallina ma anche morbida e ha ben reso la parte anche scenicamente. Matteo Tavini ha un timbro tenorile caldo e luminoso, disinvoltura scenica ed è stato un convincente Bastiano, Paolo Leonardi possiede una voce brunita e ha ben reso il ruolo di Cola, in cui l’inquietante presenza è mitigata dall’ironia della parodia.
Il pubblico che affollava numeroso il delizioso Teatro Poliziano ha festosamente e calorosamente applaudito tutti gli interpreti.