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67° Sagra Musicale Umbra. Mozart, Cherubini e la Massoneria
Una Cantata massonica di Cherubini, L’alliance de la Musique à la Maçonnerie –Amphion élevant les murs de Thèbes au son de la lyre, composta per la Loge Olympique di Parigi, eseguita in prima mondiale assoluta, è stato lil grande evento del 9 settembre, nella Chiesa Templare di San Bevignate di Perugia. Nella stessa giornata nel pomeriggio, a Montefalco, nel Museo di San Francesco, il celebre baritono Alessandro Corbelli, accompagnato al pianoforte da Anna Toccafondi, ha presentato in concerto un programma molto interessante, concepito appositamente per la Sagra.
La Massoneria usò la musica come componente simbolica coinvolgente per i suoi riti, come dimostra la composizione di Mozart che ha aperto il concerto: Meistermusik per coro maschile e orchestra K. 477a. Questo brano è la ricostruzione della prima versione della più conosciuta Maurerische Trauermusik K. 477composta nel 1785 per la loggia Alla vera concordia, in cui Mozart era diventato maestro e differisce dalla più conosciuta per la presenza del coro maschile, che nella parte centrale intona il cantus firmus il cui testo è tratto dalle Lamentazioni di Geremia 3:15,54.
La musica cupa e drammatica evoca il viaggio nelle tenebre per giungere alla luce della conoscenza e fu composta per il rito di passaggio al grado di maestro di un fratello della loggia. I due brani successivi le due Cantate massoniche Die Mauerfreude (La gioia massonica 1785), K. 471 e Laut verkünde unsre Freude (Alto proclami la nostra gioia 1791)K. 623 celebrano gli ideali massonici e sono scritte in stile operistico. In particolare Die Mauerfreude su testo di Franz Petran esalta il ruolo dell'imperatore Giuseppe II, non massone, ma favorevole alla Massoneria, e richiede al tenore grande virtuosismo.
Nella seconda parte del concerto, interamente dedicata a Luigi Cherubini, è stato eseguito prima Ecce panis angelorum, per tenore e orchestra. Il testo è di San Tommaso d'Aquino basato sulle sole 4 stanze rimaste de la Lauda Sion, che poi divenne un inno gregoriano. L'esecuzione de L’alliance de la Musique à la Maçonnerie –Amphion élevant les murs de Thèbes au son de la lyre è stato l'evento culminante della serata. Non si hanno notizie sul perché non fu mai eseguita ma fu composta per la loggia massonica Loge Olympique di Parigi.
Cherubini divenne membro della Massoneria nel 1784 in quella loggia in quanto era composta da molti musicisti, era una specie di corporazione per difendere la loro professione. Il testo di Gabriel-Honoré Riqueti de Mirabeau (1749-1791) narra del mito di Anfione e della edificazione delle mura di Tebe al suono della lira. Il mito venne usato come simbolo dell'attività dei massoni, chiamati anche liberi muratori in quanto Anfione spinge il popolo ad edificare le mura di Tebe per migliorare la loro condizione di vita, passando dalla vita nomade a una stanziale in città, prospera e pacifica.
La composizione di Cherubini, è importante in quanto la prima in lingua francese, risente dell'influenza di Mozart e si apre con la sola orchestra per introdurre l'ingresso del coro. La musica, che prelude la successiva evoluzione del musicista, è concepita con grandiosità e l'uso del declamato dimostra l'allontanamento dal modello belcantistico italiano. Il concerto ha avuto un esito trionfale che ha indotto Michael Willens che ha diretto la Kölner Akademie a replicare il coro finale. Willens, la Kölner Akademie e il tenore, Jan Kobow, con la loro efficace esecuzione hanno contribuito a porre in luce questa interessante composizione in cui è manifesta la cura del compositore nella scrittura di questa partitura.
Il raffinato appuntamento del pomeriggio ha accostato anche in questo caso l'angelico al demoniaco: è stato aperto da due lieder di Schubert: Pilgerweise (Canto del Pellegrino) D. 789 e Litenei D. 343 (Preghiera per la festa di Ognissanti). Il primo lied su testo di Franz von Schober, si ispira al canto dell'Arpista dal Wilhelm Meister di Goethe. Il lied in forma libera, malinconico e angoscioso, riflette lo stato d'animo del musicista, in cui nel 1823 si erano manifestati i primi segni della sifilide, ed era stato ricoverato in ospedale.
Di Beethoven sono stati eseguiti Der Wachtelschlag, (il verso dell'allodola) in cui l'allodola rivolge il suo canto alla lode di Dio e Mephistos Flohlied op. 75 n. 3 (la canzone della pulce) cantata da Mefistofele, dal Faust di Goethe, una feroce irrisione del potere il cui tono è pungente e satirico. Seguivano due Lieder di Schumann: il primo Requiem op. 90 n. 7, legato al tragico destino del compositore, ammalato di sifilide, che lo porterà prima alla follia e poi alla morte è un vero e proprio canto funebre scritto in occasione della morte del poeta Lenau, di cui Schumann aveva messo in musica alcune poesie ed era ammalato della stessa malattia. Belsatzar op. 57 basato su una delle più celebri ballate di Heine, è un lied molto drammatico in cui il susseguirsi degli eventi è sempre più incalzante.
La Canzone di Mefistofele nella taverna di Auerbach di Mussorgskij, una vera e propria aria d'opera, ha concluso la prima parte. La seconda parte è stata dedicata a Don Chisciotte, "Perché è un povero diavolo, in realtà puro come un angelo"spiega Alberto Batisti, direttore artistico della Sagra. Il mitico basso russo, Fedor Šaljapin è il legame tra la prima e la seconda parte in quanto fu grande interprete di Beethoven e Mussorgskij nella Canzone della pulce e interpretò Don Chisciotte nel celeberrimo film Le avventure di Don Chisciotte di Pabst (1928).
Per questo film furono scritti i canti di Don Quichotte à Dulcinée di Ravel e le Quatre Chansons de Don Quichotte di Ibert, che poi furono quelle scelte dal regista perché Šaljapin le cantasse nel film, la cui intera colonna sonora fu composta da Ibert. Le canzoni di Don Quichotte à Dulcinée, su testo di Paul Morand, sono composte su tre diversi ritmi iberici: la Chanson romanesque è una quajra spagnola, la Chanson épique è uno zortzico basco e la Chanson à boire una scintillante jota aragonese.
A differenza di Ravel le Quatre Chansons de Don Quichotte di Ibert su testo di Alexandre Arnoux sono in uno stile di maniera, ma non l'ultima: la Canzone della morte di Don Chisciotte che è intensa e commovente. Corbelli è stato un interprete ideale del programma, in quanto ha reso benissimo le diverse caratteristiche e sfumature del testo e della musica dei diversissimi compositori. Il pubblico ha applaudito con calore e a lungo e Corbelli ha interpretato come bis dal Tannhäuser di Wagner l'aria Oh! Du mein holder Abendstern.