77° Stagione Sperimentale. Moschetta e Grullo di Sarri in prima assoluta

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Moschetta e Grullo. Marco Gazzini e Aloisia de Nardis

Al Teatro Caio Melisso di Spoleto il secondo appuntamento della Stagione è stato dedicato, come è consueto, agli Intermezzi del ‘700, con la prima rappresentazione assoluta di Moschetta e Grullo su musica a di Domenico Sarri (1679-1744) eseguita nell’edizione critica di Antonio Dilella e Claudio Toscani, e della ripresa de La franchezza delle donne, su libretto di Tommaso Mariani messo in musica da Giuseppe Sellitti (1700 – 1777).

La Stagione Lirica Sperimentale ha come scopo fondamentale la preparazione dei giovani cantanti alla futura carriera, per questo gli Intermezzi rappresentano una “palestra”, che si dimostra opportuna per imparare ad eseguire i recitativi e ad affrontare la teatralità del repertorio comico. La preparazione dei cantanti che si alternano nei ruoli è affidata al maestro Pierfrancesco Borrelli e al regista Andrea Stanisci, una coppia bene affiatata che riesce ad insegnare anche a giovani che non sono mai saliti in scena, l’interpretazione di questo repertorio così vicino alla “Commedia dell’Arte”; un modo anche per mettere in luce le attitudini verso i diversi generi che ancora non si sono manifestate. A differenza di altre realtà che preparano i cantanti, tutti vanno in scena, alternandosi, dopo aver vinto il Concorso e avere seguito le lezioni dei grandi artisti, che ogni anno si dedicano all’insegnamento.

Cominciamo dalla novità, Moschetta e Grullo, nell’edizione critica di Antonio Dilella e Claudio Toscani, sono stati i nuovi intermezzi andati in scena in prima esecuzione assoluta. Erano gli intermezzi di Siroe re di Persia, su testo di Artino Corasio – pseudonimo arcade di Pietro Metastasio – messo un musica da Domenico Sarri autore anche degli intermezzi. L’opera fu eseguita nel gennaio del 1727 a Napoli, al Teatro di San Bartolomeo con il castrato Carlo Scalzi nel ruolo del protagonista.

Gli intermezzi napoletani nel dramma serio erano nella posizione delle precedenti scene comiche, che erano state espunte dal testo perché considerate inadatte in un dramma serio. I due intermezzi, senza titolo, erano posti come era d’uso tra il primo e il secondo atto, il primo, il secondo, tra il secondo e il terzo atto del Siroe, e furono interpretati dal soprano Celeste Resse, come Moschetta e dal basso Gioacchino Corrado, come Grullo.

Questi intermezzi riscossero un grande successo lo si capisce dalle testimonianze raccolte dai curatori dell’edizione critica, che ne hanno trovato diverse versioni, in cui compaiono nel titolo i nomi dei protagonisti, in Italia, in vari paesi europei, e anche con una musica diversa in Inghilterra e Germania. Gli intermezzi comici napoletani, infatti, ebbero una loro autonomia come genere a partire dalla seconda metà degli anni Venti del Settecento, per la versatilità dei testi e per la messa in scena essenziale. Le compagnie itineranti misero in repertorio, oltre a Moschetta e Grullo, altri intermezzi, La capricciosa e il credulo (Brunetta e Burlotto) e L’impresario delle Canarie, sempre con musica di Sarri.

In Moschetta e Grullo viene riproposto lo schema tipico degli intermezzi, proveniente dalla situazioni dei canovacci della "Commedia dell’Arte", inizia dalla contesa tra i due sessi in cui ognuno rivendica le proprie prerogative per poi giungere ad un accordo. Nei due intermezzi c’è un’aria per ognuno dei due interpreti e un duetto conclusivo, di conflitto il primo, di riconciliazione il secondo. Moschetta dopo una serie di schermaglie tra cui un travestimento da Truffaldina, riesce a far accettare a Grullo il matrimonio con le sue condizioni di vita in comune.

La qualità musicale l’inventiva creativa di Sarri, anche in questi intermezzi si manifesta nel delineare musicalmente le diverse situazioni drammatiche anche con soluzioni innovative, come i salti di ottava nella irosa prima aria di Grullo, giocando molto sui ritmi e sulle onomatopee come nell’aria militaresca di Grullo o nella giocosità della prima aria di Moschetta. Aloisia de Nardis è stata una deliziosa Moschetta, ha una voce sopranile chiara e morbida, una limpida emissione del suono e una ottima dizione e ha mostrato di saper sfruttare le potenzialità del testo con verve scenica e vocale. Non è stato da meno il versatile Marco Gazzini, che ha reso con scioltezza e disinvoltura Grullo, incisivo nella dizione e nella recitazione, è dotato di una calda voce baritonale.

Venendo alla ripresa degli altri intermezzi, La franchezza delle donne, furono rappresentati il 4 dicembre 1734 in occasione del compleanno della Real Principessa d’Asturia Maria Barbara di Barganza, quando fu eseguito il dramma serio Siface su testo di Metastasio e musica di Giuseppe Sellitti. I due Intermezzi furono composti dallo stesso musicista, per l’occasione e inseriti tra gli atti; a interpretare i due protagonisti furono il soprano Laura Monti, Lesbina, e il basso Gioacchino Corrado, Sempronio, una coppia bene affiatata e protagonista di altri famosi Intermezzi, tra cui La serva padrona.

La trama è costruita come i “canovacci” della "Commedia dell’arte", nella prima parte Sempronio teme, a ragione, che Lesbina lo tradisca, per questo si traveste da gondoliere e le fa credere che il suo innamorato la tradisce. Lebina sviene e quando si risveglia, Sempronio le svela l’inganno e l’accusa di tradimento non cedendo alle scuse che la donna adduce. La seconda parte si apre con Sempronio, che prende il posto di un compiacente amico magistrato perché ha saputo che Lesbina, vuole denunciarlo per rapimento, ma la donna avvedutasi dell’inganno con l’aiuto del notaio riesce a rovesciare la situazione per costringere Sempronio a sposarla.

Nella conferenza stampa di presentazione dell’anno scorso il maestro Pierfrancesco Borrelli aveva spiegato come anche la partitura sia un canovaccio, sia per motivi di tempo ristretto nella composizione, sia in quanto la spesa del copista incideva per circa la metà del compenso ricevuto, per questo è necessario intervenire per colmare quei vuoti che la prassi dell’epoca consentiva di riempire. Da parte sua Andrea Stanisci aveva fatto notare come il titolo possa fuorviare lo spettatore di oggi, in quanto franchezza non significa lealtà o schiettezza, bensì abilità nel farla franca infatti Lesbina è un’incrollabile mentitrice.

Elena Antonini, Lesbina, ha indubbie qualità sceniche, è disinvolta e si mostra a suo agio nella parte, meno a suo agio nella parte vocale più acuta, ma è molto giovane e la voce deve ancora maturare. Davide Romeo si è calato agevolmente nella parte di Sempronio, ha una bella voce baritonale che sa opportunamente usare e si muove con scioltezza sulla scena. Ricordiamo Vania Ficola e Valentino Pagliei, i bravi mimi si sono calati giocosamente nei loro ruoli, mostrando divertirsi e coinvolgendo nel gioco scenico il folto pubblico che li ha molto apprezzati.

Il maestro Pierfrancesco Borrelli ha reso ottimamente le partiture dei due intermezzi, le scelte musicali si sono rivelate ottime per la resa scenica, favorita dalla sperimentata intesa con il regista, la cantabilità, la scelta dei tempi e nei ritmi hanno impresso uno scorrere vivace e brillante. Soprattutto nella sapiente e affascinante partitura di Domenico Sarri, ne ha messo in luce la varietà ritmica, la giocosità e le abili soluzioni che sottolineano lo svolgimento teatrale. Sotto la sua esperta direzione l’Ensemble strumentale del Teatro Lirico di Spoleto ha interpretato efficacemente le sue indicazioni, ricordiamo anche il bravo Davor Krkljus Maestro al cembalo.

Il lavoro del regista  Andrea Stanisci sui cantanti e i mimi ha dato ottimi frutti lo scorrere dell’azione negli intermezzi è stato divertente e coinvolgente, nelle diverse le ambientazioni. Entrambe le messe in scena si sono svolte in un XVIII secolo evocato dal fondale storico, ma in una atmosfera surreale. I bei costumi di Clelia De Angelis ricordavano il ‘700 per i protagonisti ed erano giustamente clowneschi per i mimi, le luci di Eva Bruno appropriate alle varie situazioni hanno completato efficacemente la messa in scena. Fragorosi i consensi per tutti gli interpreti al termine dello spettacolo

Pubblicato in: 
GN39 Anno XV 19 settembre 2023
Scheda
Titolo completo: 

TEATRO CAIO MELISSO - SPOLETO
Venerdì 8 settembre 2023 - ore 21.00

La franchezza delle donne
MUSICA di GIUSEPPE SELLITTI
LIBRETTO di TOMMASO MARIANI

Interpreti
Lesbina Elena Antonini
Sempronio Davide Romeo
e con Vania Ficola, Valentino Pagliei

Moschetta e Grullo

MUSICA di DOMENICO SARRI

Interpreti
Moschetta Aloisia de Nardis
Grullo Marco Gazzini
e con Vania Ficola, Valentino Pagliei

Ensemble strumentale del Teatro Lirico di Spoleto
Anna Conti violino I,
Diego Pagliughi violino II
Giada Broz viola
Niccolò Bini violoncello
Maurizio Turriziani contrabbasso

Direzione musicale Pierfrancesco Borrelli
Regia e scene Andrea Stanisci
Luci Eva Bruno
Costumi Clelia De Angelis