Supporta Gothic Network
AIX 2019. La metempsicosi secondo Nourit
Ad Aix en Provence al 71° Festival International d'Art Lyrique una creazione mondiale commissionata dal Festival a due israeliani: il compositore Adam Maor ed il drammaturgo, in questo caso librettista e regista dell'opera, Yonatan Levy. Opera da camera, Les Mille Endormis (i mille dormienti), è stato presentato il 6 luglio al Théâtre du Jeu de Paume, con repliche l'8, il 10, il 12 ed il 14 luglio scorso. Sul podio una giovane direttrice d'orchestra svizzero-australiana ed artista dell'Académie, Elena Schwarz.
L'opera da camera che hanno creato i due israeliani, Adam Maor alla musica – nato ad Haifa nel 1983 – e Yonatan Levy – nato in Canada nel 1974 -, è in lingua ebraica, una delle piu' rare lingue rappresentate sui palcoscenici d'opera. Nondimeno, tratta del problema palestinese da un'ottica fantascientifica: mille detenuti amministrativi palestinesi in sciopero della fame, vengono forzatamente addormentati per decisione del Primo Ministro israeliano che non sa che farne; testuale dal libretto: “non possono essere processati; non possono essere liberati;: non possono essere lasciati morire”. Il libretto scritto da Levy è geniale. Tratto da un suo romanzo su spinta di Maor, - un romanzo di oltre duecento pagine ridotto ad una ventina circa – e dal titolo emblematico “Risvegliatevi, fratelli!”, il testo, orchestrato da Maor, fa un tutt'uno con la musica: la parte infatti “salmodiata” per mezzo della voce di Benjamin Alunni, tenore dell'Académie e grande talento per i nuovi progetti – a Aix ha recitato come Tirésias ne Les mamelles de Tirésias di Poulenc -, sembra in arabo, proprio per l'andamento da lettura coranica dell'eburneo Alunni.
I cantanti sono quattro, solo Alunni ne interpreta tre: il cantore appunto, il Ministro dell'Agricoltura ed un manifestante; tutto però inizia nell'ufficio del Primo Ministro israeliano dove vengono predisposti, su sua richiesta, tutti i letti de detenuti per tenerli sotto controllo. Il potente baritono polacco Tomasz Kumięga, artista dell'Académie anche lui, interpreta il personaggio più' ingombrante, che subirà una mutazione in sciacallo durante l'opera: un momento di tenebra totale, dopo aver rivelato alla sua assistente, Nourit, che ha sempre, da sette anni, lo stesso incubo, ovvero che tutti gli arabi si mangiano tutti gli ebrei. Ed è a questo punto che, dopo aver appurato che aver negato (testuale): “la loro libertà fisica non rilasciandoli; la loro libertà mentale non processandoli; la loro libertà spirituale con la non morte (il sonno eterno, N.d. R.)” e che averli addormentati sembra aver provocato oltre a delle proteste, delle crisi epilettiche nei bambini ebrei che si svegliano gorgogliando in arabo, pensa di mandare Nourit come spia e come terrorista pronta a farsi esplodere in mezzo a loro. Avviene l'impensabile: dopo l'ipnosi, Nourit si trasforma in Nour – l'origine è il termine arabo نور (nur), che significa "luce" – ed ha una visione trascendentale, stabilando una comunicazione metafisica con gli arabi che dormono e le rivelano: “la carestia non è piu' solo la nostra, divora il mondo intero. La terra è perduta. Non ci può essere altra patria per l'uomo che quella che si trova tra un animo ed un altro”.
La voce mangifica di Nourit (Nour quando prende viene inviata tra gli arabi ddormentati), è di Gan-ya Ben-gur Akselrod, soprano israeliano che ha subito una tale mutazione, sia come voce, sia come aspetto e movenze, strabiliante: indefessa lavoratrice e consigliera costante come assistente del Primo Ministro, i toni vengono allentati e rilucono di empatia nel rivelarci il pensiero dei dormienti. S. ovvero il capo del Servizio Generale di Sicurezza è il basso, “satanico” nel suo ruolo, David Salsbery Fry, che fa tremare ogni volta che canta. Va molto d'accordo con l'intro musicale che è di ribattute tormentate su un tappeto molto schönberghiano ed elettronico spettrale.
La collaborazione con l'IRCAM di Parigi è evidente e l'Ensemble United Instruments of Lucilin guidato da Elena Schwarz è potente nel suo dissimularsi repentino tra un canto ebraico, che sembra coranico, ai passaggi tra acustica ed elettronica.
Grandissimi applausi per tutti con favore di pubblico per come il tema è stato trattato ed il clamoroso finale.