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Akram Khan per Equilibrio. La verticalità della luce
Il britannico coreografo e ballerino Akram Khan per uno spettacolo di ampio respiro alla rassegna Equilibrio di danza contemporanea diretta da Sidi Larbi Cherkaoui – con cui tanto collabora - al Parco della Musica di Roma per due serate: venerdì 11 e sabato 12 2011.
Vertical Road, in opposizione alla linea orizzontale che tutto trascina a terra, ha proposto uno spettacolo con la musica originale di Nitin Sawhney, spesso collaboratore di Brian Eno.
Un tendone che, in modo ovattato, assorbe le tensioni del ballerino che lo tocca: un crema appena accennato che si frastaglia tra pieghe concentriche dà inizio allo spettacolo di Akram Khan, una ricerca del vertice dell’ignoto perdurare di un movimento simpatetico tra i ballerini, su una musica ribattente e fredda, come una catena di montaggio.
I ballerini si muovono legati l’uno all’altro, da destra a sinistra, intessuti in costumi orientaleggianti dalle ampie pieghe e tutti di colore identico: lo stesso crema che muove concentriche pieghe sulla tenda dietro al sipario. Gli stralci sinfonici intersecano la ripetitività fastidiosa della musica di fondo, intercedendo per un’armonia ancora lungi da venire. I corpi riempiono il palco e solo a stento si avvicinano confusi ad una luce che si protende dall’alto e che il primo ballerino, Salah El Brogy, coglierà nel suo dispiegarsi, dopo non poche fatiche e tergiveramenti.
La muscolarità dei ballerini si estende vigorosamente per tutta la danza e la loro ricerca della verticalità della luce si traduce in una lotta per liberarsi dal potere che il primo illuminato dalla luce – Salah El Brogy – detiene su di loro ed i loro movimenti. Uno ad uno si rendono autonomi attraverso la visione della luce: un libro nero passa tra le loro mani a significarne l’ottenuta conoscenza e si rendono conto – il pas de deux lo rende chiarissimo – che il dialogo sarà un cotinuo alternarsi di accenti positivi e negativi, di accostamenti e di fughe.
Le ombre cinesi dietro il tendone illuminano una figura che si ingigantisce e ristabilisce la sua dimensione in un gioco anch’esso di appressamenti fino alla conquista finale, con Brogy che strappa il telo per estenderne la grazia luminosa all’intero pubblico, scivolando dalla sotterraneità cui era stata relegata.