Albert Nobbs. La patetica tragedia latente

Articolo di: 
Livia Bidoli
Glenn Close e Janet McTeer

Film di chiusura al Torino Film Festival 2011, Albert Nobbs è il sogno cinematografico e realizzato finalmente da Glenn Close, dopo averlo portato sui palcoscenici del teatro per svariati anni: insieme alla regia di Rodrigo Garcia e soprattutto alla presenza imponente - sia come attrice sia come personaggio - di Mr Page, alias Hubert ovvero Janet Mc Teer, ed al racconto di George Moore dal quale è tratto il film.

Irlanda dell'Ottocento: una donna sola non potrebbe svolgere lavori particolarmente lucrativi, ma in fondo nemmeno quello di cameriere o maggiordomo, che, aldilà di risparmi indefessi, potrebbero garantirle un'autonomia economica invece riservata al maschile. Per questo, e tanti altri motivi che capiremo nel corso dello scorrimento della pellicola, Albert Nobbs, è una donna che si traveste da uomo rinunciando a tutto l'apparato non solo di costume sociale, ma a quelle prerogative che fanno instaurare rapporti d'amore tra uomo e donna: ma questo non è di certo d'ostacolo scopriremo ad Albert Nobbs...

Glenn Close, androgina come non mai, sembra affettivamente un uomo, di certo strano, timido e imbarazzato oltremisura con le donne, ma che riesce a mantenere il controllo nonostante Mrs Baker (Pauline Collins), la proprietaria dell'Hotel Morrison dove lavora quasi in schiavitù insieme agli altri della servitù, la sottometta ad un training quotidiano massacrante.

La pateticità insita nel personaggio è tipicamente inglese, à la Katherine Mansfield, che anche se neozelandese, conserva quei tratti letterari british che per noi in qualche modo sono esternati in modo estremamente più evidente, mentre qui rimangono sottotraccia. In particolare mi ricorda Bliss (Felicità, che però non è quella felicità comandata da feste natalizie ma più elevata, che riguarda una stato interiore profondamente avvertito, emotivamente e compositamente): la protagonista Bertha, racconta di una sera in cui ha scoperto l'infedeltà del marito, lei, così naïve da non essersi resa conto di nulla. Albert Nobbs è come Bertha, come se si risvegliasse da un sogno al quale non ha dato esito perché ha trascorso tutta la vita immaginando che avvenisse un giorno. Ecco perché in fondo preferisco il carattere di Hubert, Mr Page (Janet Mcteer), che, nonostante tutto, esce fuori a prendersela la vita, senza rimanere a fissare la sua pelliccia come un altro personaggio della Mansfield, quello di Miss Brill, che continua a osservare sé stessa in terza persona finchè non si accorge che è lei a piangere.

Ben recitato da tutti i protagonisti, compresa la Helen Dowes - Mia Wasikowska,  l'Alice di Tim Burton (Alice in Wonderland,  2010) - che affascina sia Hubert che Mr. Nobbs, è un film su cui bisogna riflettere e forse la sceneggiatura a firma di Glenn Close e di John Banville avrebbe dovuto essere più esplicita in certi momenti, essendo non solo un racconto in cui non si verifica alcuna agnizione, bensì un pastellato ritratto impressionista,  a volte sepia a cura di Micheal McDonough – perfetto per l'”antichizzazione” della scenografia – dove ci si adagia morbidamente su una tragedia latente.

Pubblicato in: 
GN11 Anno IV 23 gennaio 2012
Scheda
Titolo completo: 

Albert Nobbs
REGIA: Rodrigo Garcia
SCENEGGIATURA: Glenn Close, John Banville
ATTORI: Glenn Close, Mia Wasikowska, Aaron Johnson, Jonathan Rhys Meyers, Brendan Gleeson

Uscita al cinema 10 febbraio 2012

FOTOGRAFIA: Michael McDonough
MUSICHE: Brian Byrne
PRODUZIONE: Chrysalis Films, Mockingbird Pictures, Parallel Film Productions, WestEnd Films
DISTRIBUZIONE: Videa CDE
PAESE: Gran Bretagna, Irlanda 2011
GENERE: Drammatico
DURATA: 113 Min
FORMATO: Colore

SOGGETTO:
Basato sulla piece Off-Broadway The Singular Life of Albert Nobbs, a sua volta basata sul racconto breve di George Moore.