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Along the Wind. L'essenza dell'aria
Vorrei cominciare in modo inusuale, citando l'autore, Alberto Balducci: “La creatività ci salverà: essa è l'opposto del controllo e dell'oppressione. Essa è energia libera; genera e trasmette vita”. Ecco, il flusso del vento pervade e riflette queste parole come tempora mundi, e sull'onda di questa liberazione, le corde vibranti di una chitarra, trasmettono il suono, lo rendono udibile per il loro incontro di resistenza con l'aria, ed attraverso di essa: Along the Wind, come recita il nome dell'autore di questo CD edito da Egea Records nella sua collana Le Vele: Tales that drift and whisper (Racconti che vagabondano e sussurrano).
Uno scampolo di libertà che è l'essenza della vita stessa, una “quest” mai sopita, ricerca infinitesima e coerente di qualsiasi spirito formulato secondo un'energia “irriducibile” sebbene conchiusa, ristretta, sorgente di vita come asseriva William Blake, capostipite di quella “liberazione spirituale a tutto tondo” che ha inaugurato il romanticismo inglese: “L’energia è l’unica sorgente di vita e proviene dal Corpo e la Ragione è il legame oppure la circonferenza esterna dell’energia. L’energia è la gioia eterna.” (traduzione mia, ho mantenuto le maiuscole come nell’originale: Energy is the only life and is from the Body and Reason is the bound or outward circumference of Energy. Energy is Eternal Delight". William Blake, The Marriage of Heaven and Hell, 1789-90, cfr. edizione della SE con le incisioni e la traduzione di Giuseppe Ungaretti).
Alberto Balducci è sempre stato lettore oltreché musico, ed Along the Wind è il progetto di sola chitarra di un musicista che con il suono opera guarigione, è infatti musicoterapista toscano, che aderisce tra l'altro ad un progetto MUSIC & RESILIENCE, che in Libano ha avviato percorsi di community music per bambini profughi.
Nel vento vengono trasportate le foglie ed una foglia gialla autunnale, campeggia sulla copertina mentre all'interno del pregiato booklet appaiono paesaggi che dipingono la giornata per intero, dall'alba al tramonto, insieme a boschi nella wilderness piu' pura, il celebre The Lady of Shalot (1888) di uno dei piu' dotati tra i pittori preraffaelliti, John W. Waterhouse, racconta di un viaggio con Queen Mab (5 or 7 tales from my dreamland); mentre due dediche sono l'una specchio dell'interiore percorso dell'autore, la dedica a Sergej (Dreaming of northern forests); l'altra, devota a Rachel Corrie, omaggia un atto di ribellione ai buldozzer israeliani e di protezione per le case dei palestinesi, rase al suolo come lei da uomini diventati parte integrante della macchina di distruzione che direzionavano contro di lei, inerme*. Due poesie le fanno da corona: Alles ist eins (Tutto è uno) di Rainer Maria Rilke (1897) e Poppies in October (Papaveri ad ottobre) di Sylvia Plath (1962): entrambe recitate dalla voce calda di Valentina Vannelli (That perfect moment you stood still). Citiamo, da Rilke:
Il risveglio di un soffio di vento
culla l'oleandro in fiore:
vedi, ormai non siamo diversi da lui
e a quel soffio anche noi ci culliamo.
Il vento ricorre e concorre al nostro fiato, come un evento ciclico (Recurring Events), come una litania alla notte (Small Ode to the Night) e ci sovrasta tra le cime sferzate dai suoi sospiri (Treetops in the Wind), vaganbondi nell'etere. Un disco da "recollection in tranquillity" (Wordsworth) dopo un wandering, un vagare, tra i suoi distillati vapori che si cibano dell'aria e la tergono per mutarla nel pneuma della nostra anima.
*Nota di Redattore. Rachel Corrie è stata uccisa nella striscia di Gaza (le autorità israeliane hanno parlato di “incidente”) dal buldozzer israeliano che le è passato sopra due volte il 16 marzo 2003: aveva 23 anni ed era un'attivista dei diritti dei palestinesi ad avere una patria ed una casa, nonché una vita come tutti gli altri esseri umani. Per questo ha perso la vita Rachel Corrie.