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ArtCity a Castel Sant'Angelo. E lucevan le stelle
Nella gradita cornice del “Castello” dei romani, quello che chiamano proprio così da principio senza riferirvisi altrimenti, ha inizio l'estate romana con nuove aperture, delle tre sale decorate dal massimo artista italiano del Liberty: Duilio Cambellotti, per la prima volta sono state aperte al pubblico oggi in anteprima, nel mausoleo dell'imperatore Adriano che dà sul Lungotevere da una parte e San Pietro, cui è collegato da dei passaggi segreti, dall'altra.
La Sovrintendente al Polo Museale del Lazio Edith Gabrielli procede ad illustrare l'iniziativa al completo: ”Dall'imperatore Adriano fino alla dimora rinascimentale dei Papi, divenuta ancora tribunale, carcere ed infine Museo Nazionale, il quinto più visitato d'Italia, partiamo per un rinnovamento gestito dal Polo Museale del Lazio per restituire un percorso di visita che significa un viaggio attraverso la storia e le sue mura, guardando al Vaticano, ed al quartiere Prati che prende il nome dai prati siti intorno al Castello. Passeremo dalla Stufetta di Clemente VII fino alle Sale Cambellotti, quest'ultimi luoghi prima preclusi al pubblico, inseriti nel percorso ordinario ora, rappresentando la storia novecentesca a completare nella sua massima manifestazione del Liberty, un percorso iniziato nel glorioso Impero Romano".
Gabrielli continua illustrando il resto del percorso museale: "La Terrazza dell'Angelo aprirà alla panoramica e poi alla sua uscita indipendente nei giardini del Castello. Una serie di ausili sono stati adoperati per garantire la funzionalità della visita: una nuova immagine pannellistica ed un wifi gratuito insieme ad un'app in 7 lingue – e prossimamente in otto con l'aggiunta del russo – con i cosiddetti “beacon”, ovvero una guida georeferenziata che riconosce dove siete e di fronte a quali opere vi trovate, e ve ne illustra le proprietà guidandovi allo loro scoperta. In più, abbiamo inserito due scene da due film che costruiscono la storia del Castello in termini cinematografici: una scena viene da “Senso” di Luchino Visconti; l'altra dalla “Tosca” di Luigi Magni.”
Aggiungiamo che la famosa Tosca pucciniana con lei che si getta nel Tevere dalla Terrazza dell'Angelo, annovera quella con Placido Domingo girata proprio negli spazi del Castello dove “Lucevan le stelle”.