Supporta Gothic Network
Associazione Musicale Lucchese. Pieranunzi, Jin Ju e Philarmonia Chambers Players
Domenica 23 febbraio si è svolto a Lucca nell'”Auditorium del suffragio”, la splendida sala da concerti dell'Istituto Boccherini, un interessante concerto di musica da camera inserito nella stagione dell'Associazione Musicale Lucchese che ha visto protagonisti prestigiosi esecutori: il Quartetto Philarmonia Chambers Players (Sarah Oates e Fabrizio Falasca violini,Yukiko Ogura viola - sostituita in quest'occasione dall'ottimo Francesco Fiore - ed Eric Villeminey, violoncello), Gabriele Pieranunzi, violino e Jin Ju, pianoforte.
Il concerto ha concluso la prima sezione di una Stagione che, dopo altri cicli in città e provincia in primavera ed estate, riprenderà con altri prestigiosi appuntamenti dal mese di novembre, confermando la vitalità ed il dinamismo dell'Associazione Musicale Lucchese che è diventata ormai da molti anni (il 2020 è il 56° anno dalla fondazione) un punto di riferimento insostituibile per le attività musicali nel territorio. Nell'occasione è stato ricordato Bruno Vangelisti, del quale quest'anno ricorrono i 100 anni dalla nascita, grande uomo di cultura e tra i fondatori dell'Associazione Musicale Lucchese.
Anche per questo appuntamento la scelta del direttore artistico Simone Soldati ha dato l'opportunità al pubblico di ascoltare uno splendido concerto con un programma di grande interesse. Decidere di proporre autori e brani come la sonatina per due violini di Honneger e la sonata per due violini di Prokofiev insieme al quarttetto “Americano” di Dvorak ed al meraviglioso Concerto per violino, pianoforte e quartetto d’archi in re di Chausson è scelta senza dubbio di grande classe ma che può comportare anche grandi rischi, in questo caso decisamente scongiurati grazie all'elevatissima caratura degli artisti coinvolti.
Con una sinteticità non adeguata ma condizionata dallo spazio a disposizione, giova ricordare che il quartetto Philharmonia Chamber Players, costituito dalle prime parti della Philharmonia Orchestra di Londra, unisce musicisti di diversa nazionalità: il violinista italiano Fabrizio Falasca, la violinista sudafricana Sarah Oates, la violista giapponese Yukiko Ogura, in questo concerto lucchese sostituita dall'ottimo Francesco Fiore, ed il violoncellista francese Eric Villeminey. La pianista Jin Ju, considerata dalla critica internazionale come una delle più interessanti artiste della sua generazione è considerata in Cina tra i più grandi virtuosi del suo Paese. Gabriele Pieranunzi, primo violino di spalla dell’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli dal 2004, con incarico conferitogli per chiara fama, si è affermato in numerosi concorsi internazionali e ha vinto due premi al Concorso Paganini nel 1988 e 1990 mentre Fabrizio Falasca è stato nominato nel 2016 Assistant Concertmaster della Philharmonia Orchestra di Londra, posizione che ricopre attualmente.
I primi due brani in programma, Honneger e Prokofiev, entrambi concepiti per due violini solisti in dialogo, hanno confermato, nel caso fosse necessario, le straordinarie doti di Pieranunzi e Falasca. Musica senza dubbio impegnativa per gli esecutori ed anche per gli ascoltatori, tenendo conto delle caratteristiche del linguaggio armonico e del rischio, insito in ogni composizione di qualsiasi periodo storico, di un calo di attenzione per l'identità timbrica degli strumenti, ancorchè in dialogo. Come detto le doti, ovviamente anche tecniche, degli esecutori hanno tuttavia scongiurato questo rischio. La cura del fraseggio e delle raffinate contrapposizioni delle idee melodiche sia in Honneger che in Prokofiev hanno attirato l'attenzione dell'uditorio trasmettendo sintonia di idee e visione estetica della musica eseguita, prerogativa dei grandi interpreti.
L'esecuzione dell'affascinante quartetto op.12 “Americano” di Dvorak ha poi evidenziato l'alta qualità ed anche, ci fa piacere sottolineare, la palese soddisfazione di suonare insieme, scopo imprescindibile della musica da camera, dei componenti il quartetto d'archi. L'Americano è giustamente una delle composizioni cameristiche più amate di Dvorak. La scoperta, in occasione di un soggiorno negli Stati Uniti, di caratteristiche innovative ritmiche ed armoniche della musica popolare americana diede la possibilità al compositore boemo di costruire un quartetto di grande suggestione, caratteristiche splendidamente evidenziate dagli esecutori, in particolar modo nel sognante e nostalgico movimento lento.
L'ultimo brano eseguito, lo straordinario Concerto per violino, pianoforte e quartetto d’archi in re maggiore, op. 21 di Ernest Chausson, nel quale tutti questi straordinari interpreti hanno potuto esibirsi insieme, meriterebbe molto spazio ed una narrazione esclusiva e dedicata. Composizione ampia ed articolata e purtroppo di raro ascolto, ha subito messo in evidenza le eccezionali doti pianistiche di Jin Ju, che ha affrontato senza apparente difficoltà i passaggi più impegnativi presenti in tutta la partitura, rendendo il pianoforte, in piena adesione allo spirito della composizione, solista ma anche coprotagonista di uno splendido affresco musicale. Affresco nel quale il violino solista di Pieranunzi si inseriva con pari evidenza ed importanza contrapponendo in un perfetto equilibrio il suono del suo splendido strumento a quello dello strumento a tastiera e del quartetto d'archi. Per chi non avrà la fortuna di ascoltare dal vivo l'esecuzione di questo capolavoro con questi artisti, cogliamo l'ocasione per ricordare che è stata registrata in CD per la rivista Amadeus del marzo dello scorso anno.
Come già sottolineato in precedenza, anche in questo caso durante l'esecuzione risultava evidente il piacere di suonare insieme, testimoniato da sorrisi reciproci e sguardi d'intesa senza dubbio non di circostanza. È questa la magia della musica da camera: la condivisione fra chi suona e chi ascolta. Abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con il M° Pieranunzi proprio su questo concetto, e alcune sue parole riteniamo possano far concludere nel miglior modo la recensione di questo appagante evento musicale: “...la musica, intesa come arte capace di trasmettere valori ed emozioni, rischia di scomparire e diventare inutile se non si coltiva il contatto con il pubblico, eliminando ogni parvenza di fenomeno elitario e per pochi intenditori...Nella musica da camera l'unione di musicisti non è casuale. Oltre alle doti artistiche è richiesta una complicità ed affinità che rendono l'esecuzione un momento di godimento non solo personale ma trasmesso e condiviso con il pubblico. Siamo privilegiati, inutile negare, ma possiamo essere utili. La musica non è mai inutile”.