Bacon e Freud al Bramante. La maschera di William Blake

Articolo di: 
Livia Bidoli
Francis Bacon

Si entra nel buio in questa mostra dedicata a due artisti iconici del XX° secolo: Francis Bacon e Lucien Freud. Insieme ai loro amici della School of London, ovvero Frank Auerbach, Leon Kossoff, Michael Andrews e Paula Rego, dettano le prospettive di quello che è stata l'arte pittorica nel Regno Unito dal 1940 fino agli albori del XXI° secolo. Al Chiostro del Bramante, organizzata da DART insieme alla Tate di Londra, ed a cura di Elena Crippa con catalogo Skira, la mostra dedicata sarà visibile dal 26 settembre prossimo fino al 23 febbraio 2020.

Il buio che contraddistingue questa mostra è il buio dell'inconscio, di quella profondità indagata prima di tutto da Francis Bacon (1909-1992) con l'opera in mostra che lo contraddistingue per eccellenza: Studio di un ritratto II, dalla maschera mortuaria di William Blake. In una stanza a parte, di passaggio, il ritratto su fondo nero ha colori rosa e malva per il volto da morto del poeta romantico inglese William Blake e fu all'inizio dipinto da Bacon su richiesta del compositore Gerard Schurmann, che stava componendo una serie di Songs (Six Songs of William Blake) e Bacon vide per la prima volta la maschera di Blake alla National Gallery di Londra. Lo studio risale al 1955, Bacon si era trasferito a Londra da Dublino a 17 anni, nel 1926, quindi si tratta di un'opera matura e pervasa da quel cupo pessimismo del dopoguerra che solitamente Bacon ritrae in un urlo, come in Studio per un ritratto, del 1952, un uomo che riprende l'urlo della donna che perde la bambina sulla carrozzella nel film La corazzata Potëmkin (1925) del regista russo Sergej Michajlovič Ėjzenštejn.

La sezione dedicata a Bacon, al piano terra, mostra anche altri lavori, tra cui lo sconvolgente Ritratto di Isabel Rawsthorne del 1965, l'amica fidata di Bacon che fa coppia con La donna reclinata su un divano blu, del 1963: tutte disfatte nei lineamenti del viso, la seconda anche nel corpo, traducono un disagio che colpisce prima di tutto il corpo. Ed anche per Lucien Freud (1922-2011) il corpo parla dell'intimità: amico di Bacon nella Londra di quegli anni, nipote di Sigmund Freud, nato a Berlino nell'anno della pubblicazione di The Waste Land (1922) di Thomas Stearns Eliot, è emigrato a Londra insieme alla sua famiglia nell'altro anno clou dell'ascesa di Hitler al potere, il 1933. Per lui i modelli sono primari, al contrario di Bacon che trae spesso dalla fotografia o da fotogrammi, come quello famoso di Ėjzenštejn, sovracitato, i soggetti per i suoi quadri. La pittura di Freud è molto istintiva, e non ha mai dipinto su commissione, senza rivelare l'identità dei suoi modelli per preservarne la privacy: tranne nel caso di performer come Leigh Bowery, che viene ritratto da Freud, titolato col nome e cognome del performer gay e datato 1991. Molto interessante è il ritratto della moglie Kathleen Garman del 1950-1, insieme al cane. Col titolo di Ragazzo col cane bianco, lei viene dipinta col seno nudo che fa coppia col muso del cane, entrambi tristi, per la prossima separazione, nonostante la fede al dito infatti, il rapporto era già in crisi.

Molto interessanti anche le sezioni con i quadri di Michael Andrews (1928-1995), come quello della piscina intitolato Melanie and Me swimming (Io e Melanie che nuotiamo): i corpi sono perfettamente stagliati sulla superficie e nei loro riflessi sull'acqua, eppure le pennellate sono piene e vigorosi i tratti di colore. Inaspettato quello seguente del signore che sta capitombolando a terra, tutto in orizzontale.

Frank Auerbach (1931) dipinge quadri completamente diversi l'uno dall'altro: sopra vediamo quelli con strati di colore l'uno sull'altro, come The Sitting Room (Il salotto) a sollevare una terza dimensione data dallo spessore, chiamato appunto “impasto”; quelli di sotto sono nostalgici ritratti di donne e amanti, come l'attrice Estella Olive West, che dà il titolo al quadro: Ritratto di E.O.W. (1959-60), attrice con cui fece coppia a lungo e che per 23 anni fu anche la sua modella primaria. Quest'ultimo era frutto di un'altra tecnica: data da disegni fatti e poi cancellati perché imperfetti e che, essendo su carta, spesso venivano stracciati letteralmente e indipendentemente dalla volontà dell'autore, bensì per usura; in quest'ultimo caso infatti è ben evidente un rattoppo con un foglietto rettangolare in alto sul viso. Di Estella compare anche un ritratto ad “impasto”, mentre gli altri disegni sono di donne la cui rilevanza principale è sottolineata dagli “occhioni”, intensi e grandi, mandorle sgusciate che esprimono inusitata tenerezza.

Leon Kossoff (1926-2019) è presente nella mostra con Christ Church a Londra di primo mattino, del 1990: il quadro della chiesa gotica fa il paio con la grande piscina dove si recava il figlio per nuotare nel weekend, Children Swimming Pool, Autumn Afternoon, di vent'anni prima, 1971. Come Freud e Auerbach, Kossoff dipingeva interni ed esterni, che conosceva e “viveva”, fino a pochi mesi fa: è scomparso in luglio.

La pittrice portoghese naturalizzata britannica Paula Rego (1935), anche lei polmone pulsante della School of London, ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale di San Paolo in Brasile nel 1985, ritrae scene d'insieme come La Danza oppure grandi ritratti alla maja ma non desnuda, piuttosto vestita in fatto di abiti, invece molto intellegibile in materia di espressioni corporee. La donna in un abito bianco di cui è steso il velo, è chiaramente prostrata da un avvenimento luttuoso (si immagina). La modella è la nurse del marito e della madre della Rego, si chiama Lila Nunes: il quadro s'intitola Bride (Sposa) ed è datata 1994 e di lei Rego dice: “è ritratta come se fosse una donna-cane”, ovvero una donna animale che conserva la sua forza istintuale, rimanendo potente perchè fedele all'animale che abita in lei.

Pubblicato in: 
GN40 Anno XI 9 ottobre 2019
Scheda
Titolo completo: 

Chiostro del Bramante - DART
BACON, FREUD,
LA SCUOLA DI LONDRA

Opere della TATE
26 settembre 2019 – 23 febbraio 2020