Bernard-Henry Lévi. Il virus che uccide l'Anima

Articolo di: 
Livia Bidoli
Bernard-Henri Lévy

Il noto filosofo best-seller francese degli anni '70, Bernard-Henri Lévy, ha appena pubblicato un nuovo libro “Ce virus qui rend fou” (Grasset in Francia): in italiano suona Il virus che rende folli, tradotto da La nave di Teseo in Italia. L'epistemiologo si chiede come si è potuto imporre una “dittatura sanitaria” rinchiudendo le persone come ratti nelle proprie case per mesi abolendo dei diritti costituzionali, finanche della République in Francia, che ha una tradizione rivoluzionaria, e dei diritti umani fondamentali, cito dal libro:

"Abbiamo visto tutti, da un capo all’altro del pianeta, nei paesi più poveri così come nelle grandi metropoli, popoli interi tremare e farsi trascinare nelle proprie abitazioni, a volte a colpi di manganello, come animali selvatici nelle loro tane.
I manifestanti di Hong Kong sono scomparsi, come per magia."
(p. 10).

Tutto questo è successo con poche proteste spesso brutalmente represse soprattutto grazie ai mass media ed ai social che tormentavano (tuttora, sic!) con numero di morti e contagi, allerta di pericolo continui, manco fosse la terza guerra mondiale, o come se lo fosse, visto che usavano un dizionario di guerra e asserivano che lo fosse. Questa Lèvi la chiama “follia collettiva”: un mondo in cui tutto il resto è scomparso o è per caso ricordato, e riportato. Le proteste di Hong Kong spente dal Governo cinese a spron di editti (la security law ormai è legge) dove le proteste occidentali non fanno nessuna eco, oppure sono del tutto spente.

Continua Lévi:
Per la prima voltai ci siamo trovati medici e virologi nelle nostre case ad ogni ora del giorno e della notte, (magari anche pagati profumatamente, N.d.C.)”, e ricordo, da noi avevamo la cosiddetta “veglia funebre” delle 18 con Brusaferro & Co. In una conferenza stampa senza giornalisti e senza domande o spiegazioni, a terrorizzare soprattutto (ma non solo) quei poveri anziani che, già infragiliti da altre patologie, dalla reclusione in casa, dalla mancanza di sole, di passeggiate, di una vita normale, venivano consegnati al “memento mori” quotidiano.

Tutto ciò per scoprire che ora trapelano notizie su dati “falsati” sulle morti per covid-19 come ha annunciato Matt Hancock, segretario alla Sanità inglese (lo hanno riportato BBC, Evening Standard, e molte altre testate nazionali): le linee guida del WHO (World Health Organization; OMS per noi italiani) hanno sicuramente aiutato, in quanto il modo in cui viene scritto il report è completamente diverso da come venivano scritti prima, basta vederli: prima del covid, se si era malati di cuore (o di altre patologie importanti che portano ad un rischio vita) era quella la prima causa di morte anche se se ne era malati da mesi o anni; ora invece, è un'infezione da virus che decreta la morte del paziente - che non uccide di per sé ma provocando polomonite, SARI o ARDSI, ovvero sindromi acute respiratorie, od altro che “uccidono” veramente e che potrebbero essere provocate anche da altre malattie) che colpisce improvvisamente quando in ogni caso c'era un'altissima probabilità di morire in breve tempo della patologia di cui si era sofferenti. Qui invece si parla di scrivere covid-19 nel modulo uno anche se solo positivi oppure "sospetti" di essere contagiati, financo senza una diagnosi confermata.

Cito dalle linee guida OMS (WHO)
Riportare sempre il COVID-19. È importante riportare sempre l’informazione, confermata o sospetta, della presenza di COVID-19. Se si ritiene che il COVID-19 abbia causato direttamente il decesso, riportare questa condizione in parte I, anche se non c’è una diagnosi confermata. Riportare
comunque la condizione indicando “probabile” o “sospetta”. Valutare se il COVID-19 è una probabile o sospetta causa di morte sulla base delle conoscenze e valutazioni al momento della compilazione. Se si è a conoscenza del fatto che è stato eseguito un test per COVID-19 riportare sul certificato il risultato (per esempio "Test per COVID-19 positivo"). Evitare il termine coronavirusperché non è sufficientemente specifico, in quanto non identifica in modo univoco il virus responsabile di COVID-19.
Questo è l'originale ISS ma le indicazioni sono globali ed emanate dall'OMS (WHO):
Modulo Istat ISS Istituto Sanitario Nazionale che ha recepito la normativa OMS. In originale in inglese dal sito WHO.

Intanto in Nuova Zelanda, per quanto riguarda l'uso delle mascherine: le persone sane (in quanto prive di sintomi e quindi non contagiose) non devono indossare una mascherina. I benefici potenziali dell'obbligo di indossare una mascherina da parte di tutte le persone sane non sono percepite come più importanti dei rischi potenziali (non proteggono dall'infezione, e non devono sostituire il lavaggio delle mani ed il distanziamento sociale: danno un falso senso di sicurezza e sono usate per calmare l'ansia, già espresso in precedenza dall'OMS): questo secondo il governo neo-zelandese.

A questo punto in molti, tra cui L'Eretico, un'associazione di illustri medici, scienziati, magistrati, giornalisti, fra cui il Dott. Tarro, il magistrato Giorgianni, il Dott. Stefano Montanari, il Dott. Bacco,, il Dott. Dedonno sono in questi giorni al Senato per una tre giorni di convention il 28/29/30 luglio con esponenti politici come Vittorio Sgarbi, Sara Cunial, Matteo Salvini. Alla convention ha partecipato lo stessi Lévi; noi con loro ci chiediamo:
Su quali basi si è deciso di sospendere libertà fondamentali derivanti dalla Costituzione per la crisi covid?

L'Associazione ha chiesto di visionare tutti i documenti, compresi quelli della task force per l'emergenza, di cui viene chiesta dal Governo la proroga oggi 29 luglio fino al 15 otobre 2020 (quando tutti gli altri stati europei l'hanno terminata a giugno o addirittura a fine maggio). Il governo secreta i documenti, ma il TAR impone di desecretarli. Il Tar Lazio ha dunque ordinato l’esibizione dei verbali:

Come mai il Governo non vuole che si visionino documenti basilari per qualsiasi indagine, anche sanitaria, su come è stata condotta questa emergenza che sembra non finire mai?

Perchè lo Stato risponde così ad una legittima, e direi doverosa, richiesta di trasparenza in un contesto storico eccezionale, che ha fortemente compresso e negato i diritti fondamentali delle persone (libertà di spostamento, diritto alla giustizia, libertà di culto etc.) ed altri di rilievo costituzionale, restringendo altresì la libertà economica e finendo per far chiudere negozi, imprese, generando mezzo milione di disoccupati che diverranno 1 milione alla fine del 2020, annus horribilis?
Che cosa c’è da nascondere?

Lévi non è il solo ad aver preso posizione, sebbene sia una rarità visto che scorre una generale fiducia che “andrà tutto bene”, che ritornerà tutto come prima e via di questo passo quando, a parte il rilassamento estivo, non mi sembra che ci sia in prospettiva un autunno facile. Per nessuno. A questo proposito, ed al mancato coinvolgimento degli artisti – fra i piu' colpiti, hanno dovuto chiudere i battenti tutti i teatri e, tranne qualche sparuto episodio dei “grandi”, spettacoli dei teatri d'opera e qualche altra istituzione, è tutto silente – Enrico Ruggeri afferma:
“Non ho partecipato a questo circo, no. Ho vissuto con difficoltà questo momento nel quale, una società che si vuole vedere e raccontare come evoluta, ha deciso di barattare la libertà con la salute, o, peggio, con una rassicurante idea di salute”.

Vorrei concludere con le parole di Lévi che ricorda, sul distanziamento sociale – mai richiesto in nessun'altra epidemia della storia, Sic! -: 
Non si violano forse l'etica e la civiltà senza stringersi la mano, che era era un segno di solidarietà repubblicana promosso dalla Rivoluzione francese? E' ora di fare un bilancio, di recuperare, dopo questa esperienza disastrosa, un'idea di mondo e di vita più complessa e di tornare a vivere: dobbiamo resistere a qualsiasi costo a questo vento di follia che soffia nel mondo. I medici, la sanità  (dice a Quarta Repubblica di Nicola Porro su Rete4) si sono occupati soolo dei nostri organi, ma gli esseri umani hanno un'anima.”

Pubblicato in: 
GN36 Anno XII 30 luglio 2020
Scheda
Autore: 
Bernard-Henri Lévy
Titolo completo: 

Il virus che rende folli
Editore: La nave di Teseo
Collana: Le onde
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 16 luglio 2020
EAN: 9788834604076