The Black Phone. Il telefono stregato tra inconscio e aldilà

Articolo di: 
Teo Orlando
Black phone

Se il telefono è staccato con i cavi tagliati e non ha cavi secondari connessi con linee elettriche, ma nondimeno comincia a squillare, qual è la causa di quest'evento? O l'evento è fittizio ed è frutto di un'allucinazione onirica?
Il regista Scott Derrickson tenta di fornire una risposta plausibile a questo singolare interrogativo, con un'incursione negli anni '70, dando vita a The Black Phone, un nuovo thriller horror che riapre la sua collaborazione con Blumhouse, la casa di produzione più importante nell'ambito di questo genere cinematografico.

Scott Derrickson, insieme con il suo collega C. Robert Cargill, già nel 2012 aveva intrapreso una feconda collaborazione con il produttore Jason Blum e l'attore Ethan Hawke per realizzare Sinister, uno dei film più terrificanti del XXI secolo. I due tornano insieme per sceneggiare e dirigere un adattamento del racconto The Black Phone, di Joe Hill, pseudonimo di Joseph Hillström King, figlio del più celebre scrittore horror Stephen King.

Sia nel racconto, sia nel film il protagonista è il tredicenne Finney, timido e perspicace, che vive nella profonda provincia americana, ossia nel Colorado degli anni '70, in una piccola città a nord di Denver, tra villette di legno, giardini curati dalla middle class con il pollice verde e giganteschi trucks al posto delle normali automobili. Finney frequenta una scuola media dove deve vedersela con gang di bulli, che non esitano neppure a ricorrere alla violenza fisica per regolare i loro conti (all'epoca erano più diffuse le scazzottate rispetto alle odierne violenze psicologiche, ricatti economici e cyberbullismo). Prima di lui, cinque suoi compagni di scuola cadono nella trappola di un famigerato rapitore di bambini e serial killer noto come “Il Rapitore” (The Grabber) – ruolo qui interpretato magistralmente da Ethan Hawke, che riesce a ricordare, nelle sue espressioni con e senza maschera, sia Jack Nicholson in Shining di Stanley Kubrick, sia Joachin Phoenix nel ruolo del Joker (interpretato anch'esso in passato da Nicholson) nel Batman del 2019.

Quando giunge il suo turno, Finney (un giovane attore perfettamente a suo agio nella parte, Mason Thames) viene rinchiuso nel seminterrato dell'assassino, dove urlare serve a poco, perché completamente insonorizzato. Finney scopre però di poter sentire le voci delle sue precedenti vittime attraverso un telefono nero con quadrante rotante, da parete, del tutto scollegato, da qualsiasi rete telefonica o elettrica (e all'epoca il wireless era ancora lungi dal venire). L'ispirazione per il racconto trae origine da uno specifico ricordo dell'infanzia di Hill. “Sono cresciuto a Bangor, nel Maine, in una casa molto antica”, ha raccontato il figlio di Stephen King. “Nel seminterrato c'era un telefono scollegato, è una cosa che trovavo spaventosa e inquietante. Non aveva senso che un telefono si trovasse in un seminterrato dal pavimento sporco e le pareti di cemento fatiscenti. Da bambino, la cosa peggiore che potessi immaginare era sentire squillare quel telefono”.

E così lo scrittore descrive l'apparecchio, in modo inquietante e perturbante (unheimlich o uncanny, per dirlo con due termini tipici delle gothic novels tedesche e inglesi:

"A phone. A large, old-fashioned, black phone, the receiver hanging from a silver cradle on the side. Al wouldn’t have left him in a room with a working phone. If it worked, one of the other boys would’ve used it. Finney knew that, but he felt a thrill of hope anyway, so intense it almost brought tears to his eyes. Maybe he had recovered faster than the other boys. Maybe the others were still blind from the wasp poison when Al killed them, never even knew about the phone. He grimaced, appalled by the force of his own longing. But then he started crawling toward it, plunged off the edge of the mattress and fell to the floor, three stories below. His chin hit the cement. A black flashbulb blinked in the front of his brain, just behind his eyes.
(Un telefono. Un telefono nero, grande e antiquato, con il ricevitore appeso a una forcella d'argento sul lato. Al non lo avrebbe lasciato in una stanza con un telefono funzionante. Se avesse funzionato, l'avrebbe usato uno degli altri ragazzi. Finney lo sapeva, ma provò comunque un brivido di speranza, così intenso che gli fece quasi venire le lacrime agli occhi. Forse si era ripreso più velocemente degli altri ragazzi. Forse gli altri erano ancora ciechi per il veleno di vespa quando Al li aveva uccisi e non hanno mai saputo del telefono. Fece una smorfia, atterrito dalla forza del suo stesso desiderio. Ma poi iniziò a strisciare verso il telefono, precipitò dal bordo del materasso e cadde sul pavimento, tre piani più in basso. Il mento colpì il cemento. Una lampadina nera lampeggiò nella parte anteriore del suo cervello, appena dietro gli occhi).

Pronte a fare di tutto perché ciò che è successo a loro non accada anche a Finney, le voci, reali o immaginarie, delle precedenti vittime guidano Finney in vari tentativi di fuga. È difficile capire se il telefono metta davvero in comunicazione Finney con il mondo del sovrannaturale o con gli incubi e i fantasmi del suo inconscio: la prima ipotesi sarebbe una scontata lectio facilior, ma perché escludere una sorta di esplorazione onirica delle vie di fuga, in singolare sintonia con i sogni della sorella Gwen?

Black Phone vede inoltre la partecipazione, in uno dei ruoli principali, di Madeleien McGraw, già nota in vari film del Marvel Cinematic Universe (dove ha interpretato The Wasp degli Avengers), qui come la sorella minore di Finney, Gwen; di Jeremy Davies, nei panni del padre di Finney e Gwen; e di James Ransone (già attivo in Sinister).

Derrickson ha sempre avuto interesse nel realizzare un film che esplorasse la complessità emotiva e il dolore nell'infanzia, oltre alla capacità dei bambini di affrontare le situazioni drammatiche. “I 400 colpi di François Truffaut contiene una delle migliori interpretazioni cinematografiche che io abbia mai visto”, spiega Derrickson.  Dal regista francese, il suo epigono americano ricava non soltanto l'idea dei “traumi che possono tormentare l'infanzia, ma anche la resilienza propria dei bambini".

Ma è solo la lettura del racconto di Joe Hill che lo spinge a realizzare un film che trascende il concetto di genere, nella convinzione che "i grandi film di genere individuino un genere che già ami e raccontino una storia, per poi interromperla introducendo un genere diverso": qui abbiamo quindi un film di formazione, che si trasforma in un film horror, in uno psicodramma e in una detective story. Ma è anche in qualche modo una fiaba con le tinte della ghost story: in primo piano c'è la forza dei bambini, la loro abilità nel credere in forze invisibili, insieme alla capacità della famiglia e dell'amore di resistere anche agli eventi più oscuri e inimmaginabili.

Una menzione anche alla colonna sonora, perfettamente adeguata al film, tra brani di classica contemporanea, rock e country & western. Notevole il fatto che una delle scene più agghiaccianti del film è perfettamente accompagnata da un vero classico progressive: "On the Run" dei Pink Floyd, dal celeberrimo album The Dark Side of the Moon.

Pubblicato in: 
GN32 Anno XIV 11 giugno 2022
Scheda
Titolo completo: 

Black Phone
Titolo originale:    The Black Phone
Lingua originale:    inglese
Paese di produzione:    Stati Uniti d'America
Anno:    2021
Durata:    102 minuti
Genere:    thriller/horror/sovrannaturale
Regia:    Scott Derrickson
Soggetto:    dal racconto di Joe Hill
Sceneggiatura:    Scott Derrickson, C. Robert Cargill
Produttore:    Scott Derrickson, C. Robert Cargill, Jason Blum
Produttore esecutivo:    Joe Hill, Ryan Turek, Christopher H. Warner
Casa di produzione:    Blumhouse Productions, Crooked Highway, Universal Pictures
Distribuzione in italiano:    Universal Pictures
Fotografia:    Brett Jutkiewicz
Montaggio:    Frédéric Thoraval
Effetti speciali:    Kent Johnson
Scenografia:    Patti Podesta
Costumi:    Amy Andrews

Interpreti e personaggi

Ethan Hawke: Il Rapitore
Mason Thames: Finney Shaw
Madeleine McGraw: Gwen Shaw
Jeremy Davies: Mr. Shaw
James Ransone: Max

Uscita al cinema 13 giugno 2022