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Bruckner, Brahms e Rihm: una perfetta trilogia brillante e armonica
La Ducale ci ha abituati (e "viziati") con la distribuzione di CD di alto pregio a prezzi "popolari", editi da etichette come Brilliant e Harmonia Mundi. Recentemente tre CD contenenti delle rare composizioni di Anton Bruckner, Johannes Brahms e Wolfgang Rihm hanno confermato questa tendenza.
Anton Bruckner: Messe e Te Deum
La figura di Anton Bruckner è spesso rappresentata come quella di un raccolto e timido organista, strenuo difensore della tradizione musicale ecclesiastica, per il quale l’aneddotica sulla vita è ricca e prolifica di vicende tendenzialmente patologiche, così da apparentarlo ad un personaggio fuori dal mondo e dal tempo, patetico nella propria timidezza e incapacità di relazionarsi con le persone a lui intorno.
Ascoltando le tre Messe proposte in questo cd ci si accorge, invece, di quanto il linguaggio di Bruckner fosse sì attento a quanto composto sino a quel momento, con particolare attenzione alle forme e alle scelte di una tradizione musicale quasi millenaria, ma il tutto rielaborato in un linguaggio decisamente personale, fatto di accostamenti violenti tra sezioni orchestrali, timbri e agogica.
Se il rivolgere lo sguardo a Wagner è evidente, anche per l’ampiezza degli sviluppi e la ricchezza armonica, la tensione di ricercare il divino attraverso le note travalica qualsiasi altra influenza musicale, tanto che spesso, più che il cantare le lodi di Dio, parrebbe di ascoltare la tragica speranza dell’uomo che vorrebbe scorgere nell’arte il trascendente, sperando che prima o poi dall’alto dei cieli discendesse un cenno liberatorio.
Le tre esecuzioni contenute nel cofanetto Brilliant vedono ottime compagini tedesche guidate con sicurezza da Nicol Matt per la Messa n° 1 in re minore, e da Heinz Rogner per le successive due, oltre al Te Deum.
La sicurezza d’approccio ad un repertorio così complesso e purtroppo ben poco frequentato in Italia dà la misura di quanto i cartelloni concertistici d’oltralpe siano spesso più ampi e variegati rispetto ai nostrani, permettendo inoltre di inserire pagine per le quali è necessaria la presenza di cori d’ottimo livello e di parti solistiche eccellenti.
Il cofanetto permette così di conoscere le principali pagine a carattere religioso di Bruckner, incuriosendo senz’altro nell’approfondire con ulteriori ascolti l’ampio repertorio lasciatoci dal compositore austriaco.
Johannes Brahms: Quintetto per clarinetto in si minore e Quartetto n°2 in la minore
Nel numero delle varie pagine cameristiche di Johannes Brahms, il Quintetto per clarinetto in si minore op. 115 è tra le più affascinanti, complice il timbro malinconico dello strumento solista e il suo nostalgico rievocare spazi e momenti distanti e ormai trascorsi. Musica autunnale, si è solito definirla, valida anche per un ascolto silenzioso e rilassante nelle calde e afose giornate estive, socchiuse le finestre al tramonto osservando il sole che rende rosei i marmi dei monumenti e ricchi i riverberi del cielo.
Accanto alle suggestioni melodiche, è da sottolineare quanto sia la forma, in nulla ridondante o eccessiva, ripulita di ogni accento superfluo, a donare alla pagina il fascino che ne ha reso celebre la fama sin dalla prima esecuzione. Brahms, con la concentrazione che ha spesso riservato alle proprie pagine, è riuscito, lungo tutto il suo percorso, a raffinare non solo la scelta timbrica e tematica, ma a gestire con sempre maggior pulizia e ordine tutto quanto è legato agli sviluppi formali e alla struttura su cui poggiare le proprie scelte esteriori.
Ci si può accorgere di questo percorso ascoltando in sequenza il pur elegante e affascinante Quartetto n°2 in la minore op. 51 e a seguire il Quintetto così come proposto nell’incisione presentata dall’etichetta francese Harmonia Mundi. Lo Jerusalem Quartet, clarinetto solista Sharon Kam, esegue le due pagine concentrandosi sul trascorrere melodico e sull’ampio legato del fraseggio, nonché sul ciclico ripresentarsi dei temi in un’ottica di grande fluidità e rarefazione. Eccellente il clarinetto di Sharon Kam nonché la coesione che riesce ad ottenere con i solisti del quartetto.
Una nuova proposta esecutiva, come sempre corredata da un libretto con interessante analisi tradotta in tre lingue, che si inserisce con specifiche caratteristiche di grande qualità nel novero delle incisioni cameristiche brahmsiane.
Wolfgang Rihm Symphonie Nähe Fern
Commissionata dall’Orchestra Sinfonica di Lucerna, la recente Sinfonia Nähe Fern di Wofgang Rihm accosta al testo di una lirica di Goethe ispirata alle sensazioni filosofiche e oltremondane date dal crepuscolo e dal distendersi in un ambiente idilliaco della notte, la dedica a Johannes Brahms. Citato quest’ultimo sia con temi proposti variati e solo per accenni, ma soprattutto per l’assoluta coerenza formale dei singoli movimenti, del quale il secondo prevede la voce solistica di un baritono, voce brahmsiana per eccellenza.
La sinfonia è strutturata in cinque movimenti per i quali la differenziazione è data non solo dall’agogica scelta, ma anche dall’atmosfera tematica, a volte giocosa e viva, altre intima e rarefatta tendente al crepuscolarismo tipico delle ultime composizione brahmsiane.
L’Orchestra Sinfonica di Lucerna esegue con precisione e correttezza, scegliendo, il direttore James Gaffigan, di esaltare il carattere discorsivo di molti momenti e concentrandosi con rigore sull’impianto strutturale studiato con accuratezza da Rihm. L’impatto emotivo finale permette di godere di una pagina varia e ricca di influssi, quasi un dialogo aperto del compositore sia con gli ascoltatori che con il passato verso il quale rivolge la necessaria attenzione, sapendone cogliere i maggiori pregi.
Come sempre l’etichetta Harmonia Mundi sa proporre edizione di pregio, interessanti anche per le ben curate note contenute nel libretto. Da ascoltare e riascoltare per riuscirne a catturare man mano tutte le affascinanti e riposte sfaccettature.