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Cançiones Antiguas Españolas di Federico Garçia Lorca. Pellegrinaggio andaluso
Alla sua VI edizione, nel ciclo di concerti 2009, domenica 21 giugno Il Convivio in musica al Castello di Proceno, ha proposto un raffinato programma incentrato su le Cançiones Antiguas Españolas di Federico Garçia Lorca.
Questa manifestazione nasce dall'impegno meritorio dell'Associazione storico artistico culturale Ing. Carlo Cecchini, creata nel 1999, con lo scopo di valorizzare il patrimonio culturale e ambientale di Proceno situato nella Tuscia.
Lo spettacolo, il cui svolgimento originale era stato ideato come itinerante nel giardino e nell'antica corte del Castello di Proceno, a causa delle avverse condizioni meteorologiche, si è svolto nella chiesa gotica di S. Martino. Il luogo è assai suggestivo, non avendo subito nel tempo stravolgimenti tali che ne abbiano alterato la fisionomia, e presentando interessanti affreschi di epoche diverse alle pareti. E' inoltre dotato di una buona acustica. Lo spostamento da un luogo ad un altro ha anche modificato la sceneggiatura originale, ideata dal baritono Demetrio Colaci, senza influire negativamente sulla godibilità dell'esecuzione in musica delle Cançiones Antiguas Españolas di Lorca.
Federico Garçia Lorca aveva studiato pianoforte e composizione con il maestro Antonio Segura, sognando di diventare pianista e solo in seguito alla morte del maestro aveva rinunciato e scoperto in sé la vocazione poetica. Lorca fu amico di Manuel de Falla y Matheu, di cui condivideva l'opinione di valorizzare la musica popolare andalusa, particolarmente affascinante per i diversi apporti che in essa confluiscono: la musica religiosa bizantina, il patrimonio musicale orientale proveniente dalle conquiste arabe e infine la tradizione gitana.
Insieme a Joaquín Turina ed altri, Lorxca e de Falla organizzarono anche un festival volto a valorizzare il canto andaluso che si svolse nel 1922 a Granada. Per l'occasione de Falla scrisse un saggio sul Cante Jondo (o Cante Hondo ossia canto profondo che scaturisce dalla profondità dell'animo che è il gruppo originario di canzoni tradizionali andaluse da cui derivano le altre forme popolari come il Polo). Lorca, sulla stessa scia, scrisse nel 1921 il Poema del Cante Jondo poesie ispirate alla tradizione popolare dell'Andalusia. Nelle Cançiones Antiguas Españolas il grande poeta raccolse antiche melodie popolari rielaborandone i testi e rivisitandone l’armonia e la melodia.
Lo spettacolo si è aperto con il suono evocativo e misterioso del flauto di Romano Pucci che ha suonato Syrinx di Claude Debussy, mentre Demetrio Colaci declamava la poesia Debussy di Garçia Lorca, a testimonianza della grande ammirazione del poeta per il grande musicista.
L'incipit è stata una scelta appropriata e preziosa, in quanto echi della scrittura musicale di Debussy sono presenti sia nelle Cançiones Antiguas Españolas cantate da Colaci, sia nei brani di de Falla (Polo, Nana, Asturias e Seguidilla Murciana da le Sietes Cançiones Populares Españolas del 1914 per canto e pianoforte), eseguiti insieme ad Asturias (dalla Suite Españolas per pianoforte) di Isaac Albéniz, nella trascrizione per flauto e chitarra intervallando a metà programma la composizione di Lorca.
Durante l'esecuzione di questi brani Demetrio Colaci ha declamato brani dal Poema del Cante Jondo di Lorca, una scelta raffinata che ha aggiunto fascino e suggestione al programma del concerto. Altra scelta felice è stata porre, come primo brano, Los pelegrinitos, storia di due giovani cugini che, recatisi a Roma per ottenere la necessaria dispensa papale per potersi sposare, e riuscendo nell'impresa, creano un legame ideale con lo storico sito di Proceno posto lungo la via Francigena percorsa dai pellegrini per giungere all'Urbe.
Nel suo pellegrinaggio andaluso Colaci ha saputo dare spessore sia al testo cantato sia a quello recitato variando i toni e gli umori, sottolineando così le sfumature più sottili dei testi. Ottima anche l'interpretazione musicale di Romano Pucci, primo flauto dell'Orchestra della Scala, e Fabio Spruzzala alla chitarra che, evocando l'Andalusia, hanno usato efficacemente l'intera tavolozza dei colori che la musica possiede.