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Chopin racconta Chopin. Il cuore e la morte apparente
Al Teatro Nazionale il 26, 27,28 e 30 marzo 2010 è andato in scena Chopin racconta Chopin, spettacolo basato su episodi della vita del compositore, di cui nel 2010 ricorre il bicentenario della nascita, che Beppe Menegatti e Francesco Sodini hanno tratto dal romanzo omonimo di Piero Rattalino (ed. Laterza).
Prendendo come base il tormentato rapporto che Fryderyk Chopin ebbe con George Sand, si immagina che sia lei stessa a narrare la vicenda ad Alexamdre Dumas figlio. Lo scrittore durante un suo viaggio ottenne, dalla persona cui la sorella del musicista le aveva affidate, le lettere che la scrittrice aveva scritto al compositore, dietro l'impegno di consegnarle a George Sand. Nell'incontro, in cui Dumas le consegna le lettere, la scrittrice, interpretata dalla brava Susanna Marcomeni, ripercorre il complesso rapporto con Chopin, difendendosi dalle velenose insinuazioni che la circondavano e soprattutto illustrando la straordinaria personalità del grande compositore.
George Sand, scrittrice impegnata ad affermare l'indipendenza femminile denunciando l'oppressione morale e sociale che colpiva le donne, scrisse romanzi che furono messi all'Indice dalla Chiesa cattolica. Nel corso dell'immaginario colloquio viene descritto l'imbarazzo provato dal musicista, educato in un ambiente di stretta osservanza cattolica, dovuta al legame tra religione e identità nazionale polacca, di rivelare alla famiglia il legame durato undici anni con la Sand.
Si sottolinea il valore artistico delle composizioni di Chopin ed emerge, con sofferenza, il mutamento del rapporto, dovuto al peggioramento della terribile malattia, la tubercolosi che aveva colpito il compositore, che ne modificò il carattere causando la separazione. Alla morte dell'artista, la sorella Ludwika, adempiendo le sue ultime volontà, fece asportare dal cadavere il cuore; Chopin, infatti, era terrorizzato dall'idea della morte apparente e temeva di essere sotterrato vivo. Per questo motivo mentre la tomba del compositore è nel cimitero di Pére Lachaise a Parigi, il cuore è conservato in Polonia.
La parte recitata è alternata a brani di musica di Chopin, coreografati da Paul Chalmer. A parte la coreografia del Gran Duo Concertante in mi maggiore per cello e pianoforte su temi di “Robert le Diable” di Giacomo Meyerbeer, ispirata alla complicatissima trama dell'omonimo Grand Opéra, la danza sottende con partecipe intensità l'emotività profonda della narrazione. La coreografia della Marcia funebre dalla sonata n.2 op. 35 in si bemolle minore è a nostro parere l'esempio più riuscito. La danza, basata sulla tecnica accademica, è molto simbolica e nello stesso tempo drammatica e coinvolgente, ed è stata ben interpretata da tutti i ballerini.
La musica è stata ben eseguita dal vivo dal pianista Roberto Cominati e dal violoncellista Andrea Noferini. Lo spettacolo, concepito da Beppe Menegatti, permette di avere una visione meno agiografica e più umana del grande artista; il pubblico lo ha apprezzato e calorosamente applaudito.