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Corso Polonia ai Giardini della Filarmonica. Tra i misteri di Ligeti e dei Dagadana
Il debutto italiano dei Dagadana, ambasciatori della cultura musicale polacca e ucraina ai Giardini della Filarmonica per la giornata inaugurale del festival “rEstate in Ascolto” venerdì 16 giugno, è stato anticipato dall’omaggio all'ungherese György Ligeti, fra i più grandi compositori del XX secolo, in occasione del centenario della nascita. Prima dei "misteri" della Musica Ricercata di Ligeti, i Lieder di Richard Strauss, con il soprano Rosaria Angotti e il pianista Jacopo Petrucci.
Intitolata Amorevole follia, la serata è stata inaugurata da pagine scritte per pianoforte solo per giungere alla fase liederistica che la voce del soprano Rosaria Angotti ha fatto rilucere nonostante la scrittura, ardua da riprodurre a voce, tipica di Strauss e tratta da Drei Lieder der Ophelia op. 67 (1918) da Amleto, appunto per le sue punte di acerbità struggente ed alternanze continue tra toni, quasi delle "frustate", e che proprio per questo ben si coordina con le alterate percezioni che sorgono dalla Musica Ricercata e dalle arie di Le Grand Macabre di Ligeti, che nel 2009 abbiamo visto per intero portato in scena al Teatro dell'Opera di Roma da La Fura dels Baus.
Su Ophelia citiamo i versi in traduzione italiana dalla versione tedesca di Karl Simrock, che rimembrano l'elegiaco Ofelia di John Everett Millais, capolavoro preraffaellita:
Sul suo sudario, bianco come neve,
molti fiori soavi si dolgono .
Entrano irrorati nella tomba, ahimé!
di vera pioggia, d'amore.
Seguono Heidebild, da Stimmungsbilder op. 9 (1894) e Amor da Sechs Lieder op. 68 (1918), sempre di Strauss: un'affiata performance tra il pianista abruzzese e il soprano versatile Rosaria Angotti, uscita alla ribalta con un'abbagliante ruolo di Musetta ne La Bohème presentata a Spoleto nel 2015, ed un anno prima al Teatro degli Illuminati (Città di Castello) con Marco Angius al baton e Gianni Schicchi. il pianista Jacopo Petrucci ha studiato a L'Aquila con Orazio Maione e poi a Fiesole con Lucchesini e poi con Benedetto Lupo a Santa Cecilia, collaborando in seguito con Ivan Fedele e Michelangelo Lupone.
Incredibile performance per Mysteries of the Macabre, le tre arie d’opera che Ligeti preparò nel 1992 per Le Grand Macabre: in scena il soprano Angotti vestita da medico con tanto di misuratore del battito cardiaco che si agitava e correva, coadiuvata dal pianista che le rispondeva in romano ruspante, mentre lei agitava un post-it verde acido (diremmo anche verde green pass, perchè era proprio dello stesso colore, sic!), e che faceva indossare al pianista lo stesso camice bianco.
Nella scenetta a metà tra le glossolalie di Artaud, le metamorfosi vocali tipiche della musica della prima metà del Novecento, veniva da ridere: era piuttosto dissacrante il tono dell'originale quanto quello cineticamente vibrante della pantomina. Lodi all'attrice ed alla bellissima e "ariosissima" sua voce. Bis finale con Strauss e "Morgen".
Il secondo concerto si svincola dal chiuso ed approda al verde che circonda la Casina Vagnuzzi, sede dell’istituzione romana in via Flaminia 118, a pochi minuti da piazza del Popolo, ovvero nei Giardini della Filarmonica, dopo una pausa culinaria con un rinfresco siriano.
I Dagadana, gruppo ambasciatore delle culture polacca e ucraina fin dalla loro fondazione nel 2008, fa il suo debutto italiano fondendo la tradizione folk di Polonia e Ucraina con il jazz e l’elettronica. I quattro musicisti hanno cinque album all’attivo, più di 700 concerti in 22 paesi, dal deserto del Marocco alla Città Proibita di Pechino, dal festival Virada Cultural in Brasile al leggendario Glastonbury Festival in Gran Bretagna. Tra le tastiere di Dana Vynnytska, l'elettronica di Daga Gregorowic, coadiuvate dai due "maschietti" a fargli da corollario, ovvero Mikołaj Pospieszalski al contrabbasso, violino, sintetizzatori, e
Bartosz Mikołaj Nazaruk alla batteria, i Dagadana hanno riempito, con le loro luci e colori nazionali, il parco della Filarmonica, intonando i tradizionali shchedrivky, gli antichi canti dell’Ucraina e della Polonia orientale, presentando il loro ultimo album Tobie (A te), che traduce l’antica tradizione musicale slava attualizzandola secondo l’originale stile del gruppo. Il concerto è realizzato in collaborazione con l’Istituto Polacco di Roma – Corso Polonia 2023.