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Da Piffetti a Ladatte a Palazzo Accorsi a Torino
Dopo diverse mostre dedicate alla pittura di Otto e Novecento Palazzo Accorsi a Torino torna ad occuparsi con una mostra della sua principale vocazione, quella delle Arti decorative e dell'arredamento con fino al 3 giugno a Da Piffetti a Ladatte Dieci anni di acquisizioni alla fondazione Accorsi Ometto.
La mostra nasce per far conoscere le acquisizioni dell'ultimo decennio, con importanti acquisti di mobili, quadri, sculture e altri manufatti che rischiavano di andare all'estero, ma anche per risparmiare sulle risorse partendo da quelle interne in un Paese in cui chi fa cultura non è incoraggiato.
Sarebbe sbagliato considerare però questo evento come un ripiego, perché gli oggetti in mostra sono tanti e preziosi, e c'è la possibilità davvero di potersi godere al meglio una collezione varia e poliedrica.
Tra i pezzi esposti, spicca innanzitutto la fontana con scultura di Ladatte, che inaugura il percorso e che è stata restaurata e riportata in funzione, e le altre tre sculture, ma anche il cofano-forte di Piffetti che era finito all'estero ed è stato recuperato dalla Fondazione Accorsi-Ometto, le tappezzerie con cineserie che ha rinnovato una delle prime sale, la scultura di bisquit La venditrice di amorini,soggetto settecentesco ispirato alla scoperta degli affreschi di Pompei, la serie di quadri di Louis-Michel van Loo, che ricordano i rapporti tra i Savoia e la corte di Versailles.
L'esposizione è completata da alcuni mobili di manifattura piemontese, da alcuni paesaggi di Cignaroli, già protagonista di una mostra in passato, da ritratti di miniatura dell'epoca napoleonica, da un paio di orologi settecenteschi, da varie porcellane di Meissen e della dinastia Qing, da argenti di manifattura italiana, esposti e nelle prime stanze secondo lo schema della Wunderkammer barocca e nel percorso di visita permanente nell'appartamento di Piero Accorsi.