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Da Vinci Classics. La purezza delle Sonate di Bach a Köthen
Un nuovo cd è nato dalla proficua collaborazione tra il Maestro Piero Barbareschi ed il talentuoso violinista Mario Hossen, in particolare, dopo un incontro per un concerto con musiche di Paganini, nel quale Barbareschi suonava il pianoforte. Le sei preziose Sonate di Johann Sebastian Bach per violino e clavicembalo, l'antenato del pianoforte, sono nate da questo connubio quasi per caso, un sincronismo che li ha fatti registrare a Sofia presso gli studi della Radio Nazionale Bulgara insieme a Lilyana Kehayova, straordinaria violoncellista. La Da Vinci Classics ha or ora pubblicato questa perla incisa nei solchi e che si libra nel suo primo volume.
Il cosiddetto periodo di Köthen per Bach fu felice e proficuo: fu Maestro di Cappella dal dicembre 1717 all'aprile 1723 sotto l'illuminato mecenate Leopoldo (Köthen, 28 novembre 1694 – Köthen, 19 novembre 1728), Principe di Anhalt-Köthen. Ne dà la misura la produzione bachiana: non solo le sei sonate ivi contenute che andiamo ad analizzare nei particolari, bensì i Concerti Brandeburghesi, le Ouvertures per orchestra, le Suites per violoncello o il primo volume del Clavicembalo Ben Temperato.
Le Sonate per Violino e Cembalo obbligato BWV 1014, 1016 e 1017 contenute nel CD fanno parte quindi di un gruppo di sei che comprende anche le Sonate BWV 1015,1018 e 1019: insieme alle tre Sonate e tre Partite per Violino Solo BWV 1001-1006 e le Sonate per Violino e Basso Continuo BWV 1021 e 1023, quest'ultima anch'essa contenuta nel CD, furono composte da J.S. Bach nell'arco dei sei anni fortunati trascorsi in quella che oggi è capoluogo circondario dell'Anhalt-Bitterfeld in Sassonia.
Le Sonate hanno una particolare rilevanza, non solo per la virtuosità della scrittura dello strumento solista, vieppiu' per le doti richieste al clavicembalista, che passa da un ruolo di secondo piano ad uno di estrema ricchezza nella voce melodica, una per la mano destra e l'altra per la sinistra, creando una costruzione sonora nella quale le intuizioni armoniche ed espressive, così come la perizia nel concatenare le tre voci (una del violino e due del cembalo) e la variazione delle frasi musicali sono di estremo pregio. Essendo costruite utilizzando lo schema della cosiddette sonate da chiesa composto da quattro movimenti, alternativamente lenti e veloci e, tranne il primo movimento della BWV 1017, non comportano nessun riferimento ritmico o formale a danze popolari, come avveniva invece in altre composizioni sia per strumento a tastiera, ad arco o per orchestra.
La prima delle sonate è di rilievo romantico, una sorta di “corsa” ostinata in si minore, titolata BWV 1014, con un Adagio che apre all'Allegro solo dopo aver “ribattutto” costantemente il senso melanconico dell'apertura. Un respiro, quello dell'Allegro che nel contrappunto continuo aprirà ad un piu' disteso ed armonico Andante in re maggiore. La chiosa è data di nuovo in si minore da un Allegro circonfuso di grintose ribattute raffinatissime.
La Sonata BWV 1016, principia con un Adagio, in mi maggiore, in cui il cembalo fornisce l'accordo di base su cui le frasi del violino si inalberano continuativamente in un disegno che da mite trascinerà l'ascoltatore tra Allegro, Adagio ma non tanto ed ancora Allegro, travolgente ed esaltante in mi maggiore, a trovare un'inedita corrispondenza con gli schemi ritmici precedenti in un'inebriante clamore.
Ispirata dalla Passione Secondo San Matteo, la Sonata BWV 1017, che inizia con un Largo, in do minore, è una danza siciliana che sciorina il suo fascino nelle frasi appena accennate, un vibrato singolarmente insinuante, nel suo seducente scambio fra le voci. L'Allegro che segue, che intervalla prima di un Adagio molto intimo, è brillante e fa da eco all'ultimo movimento, che chiude con un richiamo alla severa e ritmica schematicità del suo simile, come un perfetto tassello finale, richiamando ancora l'affiatata congerie dei due Maestri agli strumenti, una sincronia che si estende chiaramente illuminante in un percorso decisamente raffinato in ogni suo afflato.
L'ultima sonata a chiusura del cd, la BWV 1023 in mi minore per violino e basso continuo, di una tristezza velata, si regge tutta sul mi iniziale e sul contrasto tra il primo ed il secondo movimento: tra un'assenza (non è indicato il primo movimento) ed un Adagio ma non tanto, quasi misterico nelle sue frasi articolate; a seguire, due danze, un'Allemanda ed una Giga, dal gusto suadente ed appena illuminato, estremamente ricercate. Nota a tergo, la spettacolare violoncellista Lilyana Kehayova, ha partecipato a questa ultima perla di pregio.
Annunciamo ai nostri lettori che in autunno con molta probabilità uscirà il secondo volume di questo prezioso connubio per completare l'integrale delle sonate bachiane, cui farà seguito – se non uscirà prima! - l'integrale delle sonate di Georg Friedrich Händel, che sono sette. Buon ascolto in estrema purezza di interpretazione.