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Daniele Lombardi al Nazionale. Futuri(sti) ragazzacci on the piano
Al Teatro Nazionale a Roma da l'11 al 14 marzo 2010 è andato in scena The bad boys of piano, spettacolo sul Futurismo, già in programma nel 2009, anno del centenario futurista, e poi sospeso. In questo spettacolo sono evocati alcuni aspetti delle diverse correnti del Movimento, nelle diverse forme artistiche che lo hanno caratterizzato: poesia, musica, arti figurative e danza.
Daniele Lombardi, musicista e studioso delle avanguardie ha eseguito al piano le musiche di Arthur Vincent Louriè, Franco Casavola e George Antheil, tre esponenti del futurismo musicale poco conosciuti al grande pubblico. La scelta delle musiche è stata interessante e la loro esecuzione appropriata allo spirito del movimento, così anche il delizioso gilet futurista indossato da Lombardi.
Lo spettacolo è diviso in tre parti. Nella prima sono state eseguite musiche di Louriè, appartenente alla corrente russa, con coreografie di Fredy Franzutti. Etampes n.1 e n.2, una coreografia tutta al maschile in cui vengono evocati i Ballets Russes come L'après-midi d'un faune e Jeux, ed accompagnata dai versi di Corrispondenze (Correspondances, Les Fleurs du mal, 1857) di Baudelaire recitati da Italo Dall’Orto. Poi è seguita Četki, ispirata ai versi della poetessa Anna Akhmatova, recitati da Olimpia Carlisi e poi cantati da Susanna Rigacci. La coreografia, tutta al femminile, è profondamente intensa e poetica e termina con una citazione dell'Ultima Cena. Gaia Straccamore, interprete principale, ne è stata il centro intenso e coinvolgente.
Formes en l'air- à Pablo Picasso, che ha chiuso questa parte, è un esempio chiaro dello stile compositivo di Louriè nella fase futurista; la frammentazione della musica lascia libero l'esecutore di decidere la durata della pausa tra un frammento e l'altro. La danza ha evidenziato questi aspetti mettendo due diverse coreografie in parallelo. Nei frammenti musicali tre ballerini si passano la palla ed eseguono movimenti ginnici, nei silenzi vengono evocati frammenti del balletto Parade, le cui scene furono create da Picasso. Ricordiamo Manuel Parrucini sempre efficace nella parte del prestidigitatore cinese.
La seconda parte, dedicata all'italiano Franco Casavola, compositore molto legato a Marinetti, si è aperta con Tankas. Il tanka è una forma classica di poesia giapponese arrivata in Italia, nella sua veste contemporanea, grazie alla traduzione di Harukichi Shimoi. Casavola ne rimase molto colpito e decise di metterne in musica alcune composizioni in francese. La recitazione di Carla Fracci e poi il canto della Rigacci, sottolineate dalla danza di Tadashi Endo, sono state coinvolgenti e hanno ben evidenziato l'influenza che la scoperta dell'arte orientale ebbe sulle avanguardie tra fine '800 e primi '900.
Ha chiuso La sera di Gabriele d'Annunzio, musicalmente molto diversa dalle composizioni futuriste di Casavola, con un ritorno alla tradizione melodica dell'epoca verista. La poesia è stata ben recitata da Italo Dall’Orto e poi cantata dalla Rigacci, accompagnati dall'intensa e coinvolgente interpretazione coreografica di Carla Fracci e Vito Mazzeo.
Nella parte conclusiva sono state eseguite musiche di George Antheil, compositore americano, la cui musica è caratterizzata da dissonanze, ritmo incalzante e frasi spezzate; caratteristiche molto evidenti in Mechanism. La coreografia di Fredy Franzutti è stata molto efficace e ben interpretata dai ballerini, tra cui spiccava Massimo Garon, per la verità molto convincente anche nel ruolo del giovane in Etampes di Louriè.
Susanna Rigacci ha concluso la sua esibizione con le Five songs su versi di Adelaide Crapsey. Prova ben ardua, la sua, vista la comune propensione dei tre musicisti per la tessitura acuta, ma convincente nei vari aspetti musicali ed interpretativi. La Sonata sauvage ha concluso lo spettacolo e in questa parte ci ha colpito favorevolmente la coreografia e l'interpretazione di Ileana Citaristi, con la sua trascinante danza indiana. La regia di Beppe Menegatti ci ha dato uno spettacolo raffinato ed intelligente, più pedagogico ed efficace di tante conferenze. Ricordiamo anche i bei costumi di Anna Biagiotti e la essenziale ma elegante architettura scenica di Franco Purini con gli efficaci pannelli esplicativi.