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Decca. Il Beethoven cameristico del Trio Metamorphosi
Il Trio Metamorphosi, Mauro Loguercio, pianoforte, Francesco Pepicelli, violino, Angelo Pepicelli, violoncello, in un CD Decca propongono due Trii di Ludwig van Beethoven, primo volume di un'integrale realizzata nell'ambito delle celebrazioni del 250° dalla nascita del genio di Bonn.
La scelta dei due Trii presenti in questo bel CD Decca è intrigante. Sono infatti presenti il primo della serie, op.1 n.1 e l'ultimo, lo splendido “Arciduca” op. 97. Una sorta di fotografia musicale del Beethoven “che voleva essere” ed il Beethoven che “era diventato”: un protagonista indiscusso della musica europea e punto di riferimento adorato ed ammirato nella Vienna di quegli anni.
L'aspetto che forse può stupire l'ascoltatore meno esperto nell'esplorazione del repertorio bethoveniano comparando l'ascolto dei due trii è che in fondo, già nel primo, come accade del resto anche in altre composizioni giovanili per altri organici o per pianoforte solo, Beethoven “è già Beethoven”. Senza dubbio nell'op. 1 ancora percepibile l'influenza del periodo che stava immediatamente alle spalle di Beethoven dominato dalla figura di Mozart (peraltro protagonista nei programmi di molti recitals del giovane Beethoven con l'esecuzione di suoi concerti per pianoforte e orchestra dopo la morte), tuttavia, a parte un'apparente sobrietà di scrittura che, come del resto anche in Mozart, nasconde in realtà insidie per gli esecutori, sono evidenti già tipici elementi della scrittura beethoveniana. Contrasti di colore, virtuosismi pianistici che denotano come in altre pagine giovanili il desiderio di affermare la sua perizia come pianista esecutore ma, diremmo soprattutto, la già evidente capacità di scrivere adagi pervasi da una ispirazione ed una poesia che non lo abbandoneranno mai, sino all'ultimo minuto della sua capacità creativa.
La necessità di tenere in considerazione queste caratteristiche così importanti per inquadrare correttamente l'autore è il tratto dominante dell'esecuzione, impeccabile, del Trio Metamorphosi. Mauro Loguercio, pianoforte, Francesco Pepicelli, violino ed Angelo Pepicelli, violoncello, offrono una lettura che ci è particolarmente piaciuta, nel caso del Trio op 1, per il nitore e luminosità del suono scelto, del controllo delle asperità tecniche del pianoforte che scorre fresco e spumeggiante come un torrente di montagna senza mai cadere nella banale ed inutile ostentazione del virtuosismo fine a se stesso, e per l'evidente piacere intellettuale nell'eseguire pagine di autentica musica da camera, intesa nel senso più nobile del termine come momento di godimento condiviso in un ambiente forse ristretto, ma non per queso meno importante, della sala da concerto.
La perizia e sensibilità dei componenti il Trio Metamorphosi è riconosciuta da anni e si evidenzia nell'esecuzione dell'altro Trio presente nel CD, l'op 97 “Arciduca”. In questo caso, ultima occasione fra l'altro nella quale Beethoven si esibì come pianista per la prima esecuzione, la sorprendente vena creativa dell'autore richiede un'attenzione e precisione nella lettura che costituiscono una sfida impegnativa ma affascinante. Sfida senza dubbio vinta dal Trio Metamorphosi che dipingono un suntuoso affresco musicale che ricorda altre felici pagine anche orchestrali beethoveniane (la stesura si colloca nel periodo della settima ed ottava sinfonia).
In questo Trio è richiesta la presenza di tre solisti, intendendo con questo termine non solo la capacità di emergere così come richiesto dalla scrittura ma anche e soprattutto dominare la scrittura impegnativa dell'autore. Correndo il rischio di apparire ripetitivo, è necessario sottolineare anche in questo caso la bellezza del movimento lento (Andante cantabile), ennesima dimostrazione della capacità dell'autore di scrivere pagine stupende dimostrando ogni volta di possedere, sotto l'apparente scorza burbera di misantropo poco socevole, una sensibilità rara e preziosa. Anche in questo caso il Trio Metamorphosi ci accompagna senza timore reverenziale nello scoprire una pagina commovente e coinvolgente.
In attesa di scoprire le registrazioni degli altri Trii nel frattempo godiamo riconoscenti ed appagati nell'ascolto di questo bel CD. Abbiamo bisogno di buona musica ben eseguita.