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Disney Pixar, Soul e il senso della vita
Anche Soul è uno dei titoli Disney usciti su piattaforma, saltando il passaggio nei cinema, e qualcuno ha detto che forse i contenuti erano troppo coraggiosi per un pubblico vasto e composto soprattutto da bambini, ma senz'altro non è così.
Soul si inserisce infatti in quel filone di storie introspettive, iniziato con Up e proseguito con titoli quali Inside Out e Coco: film dove si parlava dei rapporti tra generazioni, dello scorrere della vita, delle gioie e dolori di ogni esistenza, di elaborazione e accettazione del lutto. Qui invece il tema è proprio il senso della vita, e non cosa succede dopo la morte come può sembrare a prima vista.
Joe Gardner, il primo protagonista afroamericano di un film Disney, insegna musica alle medie, ma il suo sogno sarebbe quello di diventare un musicista jazz di fama: la madre continua a spronarlo a cercare un posto fisso, la scuola gli offre un contratto continuativo e non più occasionale, ma nello stesso tempo quella sera ha un'audizione in un locale da cui potrebbe arrivare l'attesa svolta.
Una caduta accidentale lo manda nell'aldilà, dove viene scambiato per un motivatore, una di quelle anime che devono ispirare i futuri bambini per far trovare loro la scintilla verso la vita. A Joe viene affidata 22, un'anima cinica, che ha avuto motivatori anche di tutto rispetto, ma che non ha mai trovato lo spunto per partire verso la vita, da millenni. Il mistico Spartivento, l'unico in grado di far tornare Joe nel suo corpo, tenta, spedendo 22 nel corpo di Joe e facendo di Joe un gatto della pet therapy in ospedale.
Attraverso una serie di equivoci e avventure, inseguiti anche da un contabile dell'aldilà, i due scopriranno tante cose, sul senso della vita e non solo, sulle cose da dire e su come dare davvero valore a cosa si è, al di là di aspirazioni e capacità.
Un film leggibile a più livelli, per tutti nel vero senso della parola, in cui il senso della vita traspare da un barbiere che si dice felice di aiutare la gente con il suo lavoro anche se ha accantonato il sogno di diventare veterinario, dal primo, vero discorso tra madre e figlio tra il bisogno di seguire scopi e progetti ma anche di assaporare la vita. Ma vivere è anche rimanere incantati da un musicista di strada, dal sole attraverso gli alberi, da un seme d'acero emblema di meraviglia, da una fetta di pizza buonissima.
Una storia in cui in tanti possono trovare qualcosa di loro, soprattutto chi svolge professioni creative e ricorda bene certi discorsi e contrasti in famiglia, ma anche un inno alla vita e alle possibilità che offre, o anche soltanto alla gioia di viverla godendosi ogni momento, forse la cosa che davvero conta di più.
Gli appassionati italiani troveranno bello l'omaggio ai personaggi linea di Osvaldo Cavandoli e ottimo il doppiaggio, con Neri Marcoré e Paola Cortellesi nei ruoli dei due protagonisti, tra al di qua e al di là, alla scoperta di cosa è davvero la vita.