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Estate a Santa Cecilia. L'iconica morbidezza di David Garrett
L'Estate a Santa Cecilia, nella Cavea dell'Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, il 19 luglio ha presentato l'Iconic Tour di David Garrett, un virtuoso violinista tedesco-americano (padre originario della Germania, madre degli Stati Uniti) che è tornato a Roma dopo sette anni, presentando un programma che spazia dai tradizionali come Greensleeves fino ad Antonín Dvořák, e ad autori virtuosi del violino come Fritz Kreisler.
Nato ad Aquisgrana (Aachen, nel Nord-Reno Vestfalia) il 4 settembre del 1980, ha studiato violino al Conservatorio di Musica di Lubecca ed ha debuttato a nove anni nel Kissinger Sommer Festival, poi a dodici ha studiato con Ida Haendel, seguendola nei suoi concerti. Quando aveva 13 anni firmò il suo primo contratto con la Deutsche Grammophon, segnando un guinness come artista più giovane a incidere per loro. A 17 anni si iscrive al Royal College of Art di Londra, e nel 1999 passa alla Juillard School di New York studiando con Itzhak Perlman. David Garrett suona più violini ma i due suoi compagni più celebri sono uno Stradivari del 1716 e dal 2022 anche un Guarneri del Gesù del 1736.
Il concerto di David Garrett apre su un palcoscenico rutilante fra luci gialle (è anche lui fan della squadra della Capitale?) e accenna subito una Siciliana di Maria Theresa von Paradis, cui Mozart dedicò il Concerto n. 18 in si bemolle maggiore dopo che perse la vista. Segue Gluck con la scena 6 dall'Atto II dell'Orfeo ed Euridice, sempre sulla vena romantico-melodica: un dolcissimo inizio che avvicina Garrett al pubblico estasiato da tanto candore e arrendevolezza nelle sue corde, fino al Tempo di minuetto di Fritz Kreisler, altro virtuoso violinista di inizio '900, notissimo all'epoca. I brani sono intervallati dalle domande del pubblico cui risponde Garrett: giunge una domanda sul suo indicibile appeal: i suoi lunghi capelli biondi e la sua seducente amabilità che si estendono nei suoi movimenti oltreché nelle sue forme, stimolano a chiedere quanto è contato, e lui risponde:
"Nella carriera di un violinista, l'appeal non conta nulla! Bisogna essere bravi."
Vivaldi è il seguente passo con il Concerto per violino, archi e basso continuo, il Largo dall'Inverno, cui segue una frizzante Danse Macabre di Camille Saint-Saëns per proseguire con una Cavatina di Joseph Joachim Raff ed un Traditional dal titolo Danny Boy, celebre nella versione di Kreisler che cita durante il concerto.
Altra domanda per il violinista: "Ti senti più a tuo agio in studio o alive in un concerto?". "Buona domanda, mi sento meglio nei concerti per la presenza del pubblico, nonostante sia più personale l'incisione." La Canzone gitana che segue di Dvořák è un'altra estensione dolcissima della sua performance. Il virtuoso si ravviva con il Rondò alla turca dalla Sonata 11 di Mozart, per chiudere la prima parte con l'Estate di Vivaldi. Lodiamo in particolare la virtuosità di Garrett in questi due ultimi passi celebri e trascinanti che muovono il pubblico ad uno scroscio di applausi.
La seconda parte del concerto inizia con Schumann e la sua Träumerei, ovvero "sognando", dalle sue Scene infantili op. 15, seguite dal tradizionale Greensleeves, in cui gli strumenti dei suoi accompagnatori, ossia la chitarra di Franck van der Heijden e il basso elettrico di Rogier van Wegberg, si notano molto piacevolmente. Fauré, Stephen Foster e di nuovo Dvořák conducono alla meravigliosa Ave Maria di Schubert, eseguita superbamente.
Ed ora Garrett presenta un altro must, solitamente per chitarra, di Isaac Albéniz, ovvero Asturias: una galoppata sulle corde del suo violino, amplificate da chitarra e basso elettrico di van der Heijden e van Wegberg. Presenta alla fine i due musicisti dopo Tico tico di Zequinha de Abreu ed introduce il brano esplosivo di Franck van der Heijden dal titolo Furious. Van der Heijden ha composto l'inno della Coppa UEFA 2016, ha arrangiato le musiche per archi dell'album di Celine Dion del 2016 e un anno prima era stato direttore musicale e coarrangiatore della colonna sonora del film Il violinista del diavolo (2016) su Paganini diretto da Bernard Rose e con protagonista David Garrett: da vedere su Prime Video per gli abbonati.
Il concerto Garrett lo conclude con l'amato e romanticissimo Dvořák e gli applausi lo rincorrono poi nella sua versione di Bella Ciao in mélange, come annuncia, con Hora staccato del rumeno Gigoras Dinicu, famosissimo per le sue interminabili trascrizioni per strumenti ad arco e corda. Richiami del pubblico, accompagnamento con battute di mani a tempo, lo scrosciare degli applausi abbracciano Garrett, van der Heijden e van Wegberg con calore entusiasta.