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Estate a Santa Cecilia. Une soirée avec Shéhérazade
Come secondo appuntamento dell’“Estate a Santa Cecilia” (Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone-Cavea) è in cartellone giovedì 13 luglio alle 21 ci sono state due soprese: la prima è stata quella di Gianandrea Noseda alla direzione dell'Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia; la seconda è stata invece la scoperta del talento uzbeco al pianoforte Behzod Abduraimov. Il programma, tutto russo a parte Respighi, con il Secondo concerto per pianoforte di Rachmaninoff e Shéhérazade di Rimskij-Korsakov.
Il concerto si divide in due parti, la prima riguarda la prova al piano di Behzod Abduraimov, classe 1990, che torna a suonare con l’Orchestra ceciliana dopo il suo debutto romano del 2012 e il concerto eseguito con l’Orchestra di Santa Cecilia a Bratislava nel 2022. Abduraimov è ospite delle migliori compagini del mondo (Philharmonia di Londra, Concertgebouw di Amsterdam, Los Angeles Philharmonic, Cleveland Orchestra) e il suo cd di debutto del 2012 con musiche di Listz, Saint-Saëns e Prokof’ev è stato premiato con uno Choc de Classica.
Alla direzione di Santa Cecilia il nostro Gianandrea Noseda, che dal Regio di Torino e da sempre specializzato sul repertorio russo, è divenuto Generalmusikdirektor del Teatro dell’Opera di Zurigo e Direttore musicale della National Symphony Orchestra di Washington, tra i più ricercati direttori al mondo e apprezzato sia in ambito sinfonico sia operistico, e da sempre appassionato sostenitore e interprete del repertorio italiano del Novecento. Il programma, infatti, si apre con la Burlesca di Respighi, eseguita a Bologna nel 1906 sotto la direzione di Bruno Mugellini (e registrata su cd dallo stesso Noseda con la BBC Philharmonic) e per la prima volta in programma nei concerti dell’Accademia di Santa Cecilia.
Il Concerto n.2 (prima parte del concerto) è un episodio di grande successo per Rachmaninoff dopo il fiasco della Prima Sinfonia (no comment:: meravigliosa la versione di Pletnev, premio Čajkovskij nel 1978 - con la Russian National Orchestra per Deutsche Grammophon che consiglio di ascoltare) e non di poca difficoltà. L'entrata di Behzod Abduraimov è clamorosa: ha il tocco agguerrito ma non anarchico (meno spartano ma lo richiede anche la partitura) di Denis Matsuev e Fazil Say con la stessa inarrestabile potenza e lo stesso Noseda con l'Orchestra lo segue a stretto giro sopratutto nel primo movimento, mentre nei seguenti vine “allentata” la lettura. Grande successo di pubblico ed un bis richiesto dallo scrosciare degli applausi.
Shéhérazade è una suite sinfonica (1888) di Nicolai Rimskij-Korsakov con una magistrale orchestrazione intessuta di una musica sensuale e coloratissima che evoca la narrazione della bella ed intelligente protagonista - da cui il titolo - cui il violino dà voce, introdotto dal suono dell’arpa, e indirizzando così l'ascoltatore verso l'inizio di un nuovo racconto, come narrano Le mille e una notte. Come Ballet Russe, debuttò il 4 giugno 1910 all’Opèra di Parigi e ne divenne uno dei piu' noti alla reggia del coreografo ed impresario Diaghilev.
La natura è ancora distante in Rimskij-Korsakov ed in questa meravigliosa suite sinfonica op. 35 Shéhérazade, Il mare e la nave di Sinbad propongono immediatamente le luci sfavillanti dei racconti di Le mille e una notte di Shéhérazade e, fra i suoi ditirambi, scorgiamo lo svolazzare delle parole fra le pieghe delle tuniche o l’incresparsi al vento delle vele. La dicotomia maggiore è tra la grazia del mi minore della Principessa che racconta ed il roboante Sultano in si minore che, in particolare nel terzo episodio Il giovane principe e la giovane principessa, sono piuttosto evidenti. La direzione di Gianandrea Noseda, qui coadiuvata oltreché dall’Orchestra dal violino solista di Carlo Maria Parazzoli, è sempre sicura ed attenta nonostante i repentini cambiamenti nei timbri e le impetuosità che, a nostro dire, tanto lo aggradano. Purtroppo come nel Peter Grimes di Britten, il naufragio è alle porte: il frenetico divampare da un motivo all’altro e l’incisivo angosciare delle onde è mitigato solo dai suadenti violini di Shéhérazade. Il mare in burrasca non si placa che nel finale, ma non prima del profluvio di suoni e di temi, confluendo anch’esso nelle profondità del mare, dove giungono a compromesso anche gli spiriti più avversi. Una liquefazione che tanto ci fa meditare su questo grembo di raccoglimento per le riflessioni e le fluidificazioni di futuri scenari archetipicamente armonici.
La direzione di Gianandrea Noseda ha fatto rilucere ogni singola parte, dal violino inebriante di Parazzoli all'arpa fino ai flauti, all'ottavino ed al melodioso oboe, centrale nella sua sensualità. Il pubblico lo ha talmente acclamato per la perizia, il brillìo complesso e seducente nel dirigere con tanta grazia questo capolavoro russo, che il M° Noseda insieme all'Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, hanno eseguito un eccezionalissimo bis ad orchestra intera dall'ammaliante suite di Rimskij-Korsakov.