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Festival del Cinema di Roma 2009. Plan B e Brodesrskab. Due parabole sull'omosessualità
Due approcci diversi all’omosessualità, Plan B dell’argentino Marco Berger e Broderskab del danese (di origini italiane) Nicolo Donato. Il primo situa la sua storia in una periferia sudamericana, il secondo, premiato col Marc'Aurelio d’Oro dalla Giuria alla Festa Internazionale del Film di Roma, in una ricca provincia danese.
Broderskab, premiato anche dal pubblico col Marc'Aurelio D’Oro BNL, è un vero pugno nello stomaco, dall’inizio alla fine. La rabbia che sobilla alla vista di un pestaggio di un omosessuale preso in trappola da idioti provetti nazisti fa quasi battere i pugni in sala ed il cervello lavora soltanto su istinti primordiali. La cultura dimentichiamocela, proprio come gli appartenenti alla sedicente associazione nazista in cui Lars, il protagonista interpretato da Thure Lindhardt entra a far parte nonostante l’educazione elitaria e la cultura radicata su principi del tutto egualitari.
Il film stupisce però, la storia d’amore che s’innesca tra Lars e Jimmy, con cui va a vivere scacciato dalla famiglia dopo che entra nel gruppo d’ispirazione nazista, è un autentico percorso nei sentimenti, cosìccome Plan B con Bruno e Pablo: nulla di quello che si propaganda in giro o che proviene dagli scandali della politica e/o mercenari. Ovvero, esattamente le stesse resistenze, attese, pudori come per qualsiasi altro innamoramento in cui cambia il genere sessuale dei componenti dell’unione. Il coinvolgimento in questo caso non ha di certo bisogno dell’identificazione sessuale bensì sentimentale, quella che manca spesso sulle nostre tavole, sempre alla ricerca di una difesa dai legami, come se le persone fossero oggetti (cfr. Benasayag e Schmit L'epoca delle passioni tristi e Zygmunt Bauman Amore liquido), alla stregua di qualsiasi prodotto di consumo, dovessero essere “esperite” per il tempo debito alla propria soddisfazione repentina.
Plan B dell’esordiente Marco Berger insegna quanto siano fallaci le strategie, insormontabilmente evase dalle circostanze inaspettate, dallo scatenarsi delle emozioni, dai camminamenti per la via od in palestra dove due occhi umani si cercano scoprendosi per caso l’uno immerso nell’altro. Il piano B del titolo è presto sostituito dal cieco scorrere della linfa vitale, dell’humus forse nascosto in un cassetto e dimenticato per l’avvenire. Nessuno dei due sa dove andrà a finire e la ragazza che inseguiva l’uno e stava con l'altro è presto obliata da entrambi, troppo presi dai loro nuovi e sorprendenti equilibri amorosi.
A chiosare aggiungo che chi si rifugia nella violenza quando sente la confusione dentro di sé - come i recenti fatti di cronaca riferiscono -, sia in ambito sessuale sia in altri, non fa che aumentare quella confusione, un pò come ha fatto Hitler con il suo fedele ed omosessuale Ernst Röhm citato nel film: assassinarlo non guarì lui nè dalla necrofilia tantomeno dal sadomasochismo (cfr. Erich Fromm Anatomia dell'aggressività umana) e di certo ne fece crescere la mediocre consapevolezza di sè stesso.