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Festival Pontino 2010. Una Contemporanea di prime assolute al Castello
Il Festival Pontino 2010 si è aperto il 29 giugno 2010 con la prima giornata degli Incontri Internazionali di Musica Contemporanea a Latina e la sera con il primo dei concerti con un programma dedicato esclusivamente alla Musica Contemporanea al Castello Caetani di Sermoneta.
Il Castello Caetani di Sermoneta, luogo di grande suggestione in cui sembra che lo scorrere del tempo sia sospeso, evidenzia l'organizzazione comunitaria degli artisti e studiosi del Campus di Musica, creando un'atmosfera unica che si è manifestata in occasione del concerto. Il concerto si è aperto con Fanfare per tre trombe in do (1976) di Goffredo Petrassi, un omaggio al grande compositore scomparso nel 2003 che partecipò con passione all'attività del Campus Internazionale di Musica. Fanfare esplora le possibilità espressive e sonore di questo strumento, alternando il dialogo tra gli strumenti al loro suonare all'unisono, caratteristiche esaltate dalla acustica del grande corte del Castello.
Un grande ambiente sotterraneo con il soffitto a volta ha accolto i brani successivi salvo l'ultimo. Si comincia con tre composizioni di Heinz Hollinger: Un bouquet de Pensée pour Émile Cassagnaud per oboe e arpa (1999), Surrogó per corno inglese e arpa (2006), A Maria Teresa per oboe e arpa (1998). Questo straordinario artista, che ha contribuito all'evoluzione della tecnica strumentale dell'oboe, insieme ad Ursula Hollinger, ci ha offerto brani in cui le possibilità dell'oboe e dell'arpa sono esplorate in un dialogo dalle sonorità affascinanti e coinvolgenti.
L'omaggio a Petrassi è proseguito con 90+ (1998) di Elliott Carter, eseguito al pianoforte da Charles Rosen; la breve composizione scritta per festeggiare il novantesimo compleanno, è continuamente cangiante, forse un omaggio alla capacità del grande compositore di creare soluzioni musicali diverse. 2003 (Goffredo Petrassi in memoriam) per voce e sette strumenti (2004) di Aldo Clementi: "Otto pagine, otto canoni: l'ingrandimento di una nota di volta attorno a un famoso canto luterano (1524): un estremo saluto....", una composizione intensa e pensosa.
Le composizioni successive sono state tutte prime esecuzioni assolute cominciando con Bus 130, canzonetta per mezzosoprano e ensemble di Luca Mosca, su testo (inglese) di Luigi Melega. Bus 130: i pensieri generati dalla visione degli altri passeggeri e dai luoghi scorrono durante il percorso nella mente di una ragazza. Le parole fluiscono e riflessioni e immagini sono narrate efficacemente da un discorso musicale mutevole e coinvolgente.
Poi Cadeau per piccolo ensemble (vl,vla, vlc, sax, cl, fl) di Michele Dall'Ongaro, è un omaggio ai quarantanni del Campus internazionale di Musica; un brano ricco di vitalità ritmica e sonora con interessanti soluzioni musicali. Sub specie modae per ensemble e soprano di Matteo D'Amico, da un poema di Bruno Cagli, è ispirato ad una sfilata di moda dove agiscono due personaggi, il poeta e la musa; brano ironico e divertente ben evidenziato dalla musica. Ha concluso la parte del concerto al chiuso Ennio Morricone, con Roma (Pensando al “Ricercare cromatico” di Girolamo Frescobaldi) per soprano, voce recitante e sette strumenti su testo di Valentina Morricone. In questo caso il soprano ha un ruolo esclusivamente strumentale mentre il testo è stato affidato unicamente a Mariano Rigillo. Roma è molto interessante nel suo sviluppo, mentre ci ha lasciato molto perplessi il testo poetico che ci è parso avulso dal discorso musicale.
Siamo ritornati a riveder le stelle nella corte del Castello e abbiamo ascoltato Slanci, 40 variazioni brevi per tre trombe in do di Alessandro Solbiati, collegato idealmente al brano iniziale di Petrassi. Le trombe sono state poste con alle spalle un salone del Castello per ampliare le risonanze e ottenere un suono più morbido; un brano che presenta notevoli motivi di interesse per l'uso strumentale e le invenzioni musicali. Una composizione significativa che si protende al futuro con l'ottimismo della volontà nonostante le difficoltà nello spirito del Campus. I brani per tre trombe in do sono stati eseguiti con maestria da Andrea Camilli, Francesco Catania e Massimo Novelli. In conclusione menzioniamo l'ottima prova dell'Ensemble Algoritmo diretto da Marco Angius e l'interpretazione eccellente di Alda Caiello, brava sia musicalmente che nell'interpretazione dei diversi testi.