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Firenze Maggio Musicale. Accardo e Inkinen suonano l'inquietudine del mondo
Affascinante concerto a Firenze, nell'ambito della Stagione 2012 del Maggio Musicale, presso il Nuovo Teatro dell'Opera. Venerdì 19 ottobre l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, diretta da Pietari Inkinen, ha accompagnato un solista d'eccezione e particolarmente atteso, Salvatore Accardo, nell'esecuzione del Secondo Concerto di Bartok, proponendo inoltre nella seconda parte la Quarta Sinfonia di Mahler.
La grande attesa per il concerto era giustificata per la presenza del violinista italiano più famoso al mondo, che negli ultimi anni ha diradato la presenza sui palcoscenici come solista dedicandosi anche alla direzione.
Il programma scelto ha proposto due composizioni che bene illustrano quanto la produzione musicale europea a cavallo del secolo XIX e XX, per quanto riguarda Mahler, e alla soglia della seconda guerra mondiale con Bartòk, rappresentasse l'inquietudine e l'angoscia di un mondo che velocemente cambiava o che stava per precipitare nel baratro di un conflitto.
L'inconfondibile linguaggio bartòkiano forse in nessun altro caso come in questo concerto riesce a descrivere con straordinaria efficacia l'angoscia sopra citata (la prima esecuzione avvenne nel marzo 1939), trovando forse solo nel concerto di Berg, di poco posteriore, non certo un'alternativa ma un altrettanto degno esempio.
Il particolare suono di Accardo e la disinvoltura con la quale ha affrontato i passi più impegnativi, ricordando comunque che tutta la scrittura richiede grande dominio ed abilità, ha affascinato il pubblico sin dall'attacco del primo movimento, nel quale la voce del violino emerge dal sordo brontolio dell'orchestra esponendo ed anticipando in poche frasi l'atmosfera che pervade tutti i tre movimenti.
Grande poesia nella presentazione del tema del secondo movimento, costruito sullo schema di tema con variazioni, nel quale la possibilità di dialogo fra massa orchestrale e solista è stata sfruttata con particolare attenzione e bravura da Inkinen, peraltro valente violinista anch'esso e assolutamente consapevole di tutte le sfumature realizzabili dal colloquio con l'orchestra, dimostrando ancora una volta la duttilità e la bellezza del suono dell'Orchestra del Maggio Musicale, così come nel travolgente ultimo movimento. Applausi calorosi, chiamate in scena per il solista ed esecuzione, come bis, di un Capriccio di Paganini, che ha scatenato ulteriori entusiastici applausi.
Nella seconda parte, Inkinen ha sfruttato le conosciute doti dell'Orchestra del Maggio Musicale anche per la lettura di una delle sinfonie di Mahler, insieme alla prima ed alla quinta, più amate e conosciute dal pubblico: la Quarta “Das himmlische Leben” (La vita celestiale).
Nessun altro compositore europeo è riuscito come Mahler a cristallizzare nella musica le malinconiche inquietudini ed incertezze di un mondo che stava cambiando con la nascita di un nuovo secolo.
La straordinaria abilità nell'orchestrazione e l'inesauribile fantasia nella creazione di temi, unita al linguaggio che riecheggia sia gli aspetti della musica popolare ma anche quanto di meglio la produzione sinfonica aveva prodotto dalla seconda metà del secolo XIX, hanno fornito a Mahler la straordinaria opportunità di lasciare pagine immortali.
L'ottimo Inkinen (ricordiamolo, classe 1980) ha regalato al pubblico una lettura accurata nell'esaltare ogni particolare della scrittura, sottolineando la comparsa e l'intreccio nello svolgimento della composizione di quei temi così tipicamente mitteleuropei che tanto amiamo in Mahler.
I caratteristici contrasti dinamici e le più piccole sfumature espressive sono state assecondate dall'ottima acustica del nuovo Teatro.
Lo straordinario terzo movimento, che anche Mahler, non a torto, considerava particolarmente riuscito, e che forse ogni appassionato, come noi, attende ogni volta con particolare trepidazione, ha creato in teatro un momento di grande emozione e tensione, in un susseguirsi di sensazioni dettate dal fluire delle idee musicali che Inkinen ha esaltato in ogni particolare.
Nell'ultimo movimento poi, nel quale compare anche la voce umana con il lied tratto dal ciclo “Des Knaben Wundernhorn”, la splendida voce di Laura Claycomb ha concluso la sinfonia nel migliore dei modi con un'interpretazione di altissimo livello, raccogliendo meritati applausi e confermando come questa fosse decisamente una serata da non perdere.