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La forma dell'acqua, fiaba dark sulla diversità
Tra lui e gli Oscar si è messa in mezzo un'accusa di plagio (si riferisce a Il mostro della laguna nera, in originale Creature from the Black Lagoon, un film horror fantascientifico del 1954 diretto da Jack Arnold), ma resta comunque il favorito alla corsa alle ambite statuette: La forma dell'acqua, ultima fatica di un maestro poliedrico del fantastico come Guillermo del Toro, è un film non perfetto ma tutt'altro che privo di interesse.
Tra realismo fantastico, citazioni cinefile, fiaba nera, romanticismo e qualche scena forte che spezza e rende il tutto per fortuna non caramelloso, La forma dell'acqua racconta una storia di diversità, in un mondo in cui i diversi, che siano disabili, persone di colore, omosessuali, donne sono discriminati, come capitava negli Stati Uniti in piena guerra fredda dei primi anni Sessanta.
Elisa, orfanella resa muta da un trauma da bambina, una sorta di Amélie più dolente, si guadagna da vivere facendo le pulizie in un centro scientifico in una città sulla costa, e ha come amici Zelda, una donna afroamericana discriminata due volte, come donna e come nera, e Giles, artista e gattofilo, che sconta sulla sua pelle il bigottismo verso gli omosessuali.
Al centro arriva una creatura anfibia, venerata come un dio in Sud America e molto simile al protagonista del cult movie anni Cinquanta Il mostro della laguna nera, portata dall'odioso Strickland, maschilista, razzista, prevaricatore e anche molestatore, che vuole vivisezionarla ma non ha fatto i conti con la spia russa presente tra gli scienziati, ma soprattutto con Elisa, che si lega all'essere, aiutandolo a fuggire e scoprendo con lui tutto quello che fino a quel momento non ha potuto avere, sesso in testa.
Una fiaba sulla diversità, con momenti dark e altri stucchevoli, che parla di solitudine e voglia d'amore, di desiderio di migliorare il mondo, perché se non si fa niente non si è niente, e solo facendo qualcosa, anche di rivoluzionario, anticonformista si può davvero cambiare tutto.
Meno duro de Il labrinto del fauno, meno nerd di Pacific Rim e meno horror di Crimson Peak ma abbastanza politicamente scorretto per non essere solo una fiaba, La forma dell'acqua racconta un altro volto della diversità, e solo all'apparenza può sembrare alla fine scontata.
Perché negli Stati Uniti di Trump, dove si discriminano immigrati, omosessuali, donne che non stanno al loro posto, poveri, ribadire certi messaggi, anche usando il filtro della fantasia, è semplicemente doveroso e d'obbligo, e anche far vedere che in fondo chiunque, anche le persone che possono sembrare fragili e marginali, possono provare a fare qualcosa per cambiare.