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Frida Kahlo, una dirompente vitalità creativa
Le Scuderie del Quirinale ospiteranno fino al 31 agosto 2014 la prima retrospettiva italiana dedicata a Frida Kahlo, l'esposizione, a cura Helga Prignitz‐Poda, è molto ampia, sono presenti dipinti e e disegni dell'artista, oltre anche ad opere di autori che la ispirarono, una parte interessante e particolarmente significativa è quella dedicata alle fotografie e ai video.
Questa mostra fa parte di un progetto che unisce Roma e Genova dove a Palazzo Ducale dal 20 settembre 2014 si aprirà l'esposizione Frida Kahlo e Diego Rivera, dedicata all'influenza che Rivera ebbe sulla Kahlo. Frida Kahlo è l'artista latino americana più famosa in Europa e nord America e per la sua dirompente personalità è divenuta anche un simbolo, soprattutto in chiave femminista, la mostra in corso è preziosa per averne una conoscenza che vada al di là del mito e dei luoghi comuni. Helga Prignitz‐Poda è anche curatrice dell'interessante catalogo, uno strumento approfondito e efficace per chi voglia sviscerare le diverse sfaccettature della personalità di questa singolare artista.
Nella prima sala il visitatore è accolto dall'Autoritratto come Tehuana ( o Diego nei miei pensieri) del 1943, è una significativa introduzione alla sua complessa personalità, in quanto l'autoritratto è una forma espressiva ricorrente nell'arte della Khalo; una meditazione simbolica su sé stessa. L'abito scelto, inoltre, è quello di Tehuana, donna di Teuhantepec, zona del Messico nota per una sorta di matriarcato, un simbolo per rivendicare la sua femminilità e nello stesso tempo la riaffermazione del fortissimo legame con le tradizioni popolari del suo paese. L'aver dipinto sulla sua fronte il ritratto di Diego Rivera, come un terzo occhio, quello dell'intuito e della chiaroveggenza e legato al sesto Chakra, secondo l'induismo, ne evidenzia il ruolo centrale nella sua vita.
L'aveva appena risposato nel 1940 dopo la separazione nel 1935, causata dalla scoperta della relazione con sua sorella Cristina. Dall'acconciatura di fiori posta sulla sua fronte si dipanano radici e il suo viso come spesso accade è un'icona più che un ritratto. Le diverse opere in mostra sono poi esposte seguendo un criterio cronologico. Frida Kahlo nacque a Coyoacán, sobborgo di Città del Messico, il 6 luglio 1907, ma disse di essere nata nel 1910 per legare la sua nascita alla rivoluzione di Emiliano Zapata e Pancho Villa contro la la dittatura di Porfirio Diaz, nata a difesa del potere dei latifondisti contro i campesinos. Suo padre era un fotografo ebreo-ungherese di origine tedesca mentre la madre era una meticcia, una condizione che la Khalo rivendicò orgogliosamente anche per sé.
Seguendo e aiutando il padre fotografo imparò a ritoccare con il pennello le fotografie e subito manifestò un talento non comune, cosa che spinse il padre a farle dare lezioni dal grafico Fernando Fernandez. Un'altra caratteristica che si rivelò fin dall'infanzia fu la creazione di un mondo fantastico parallelo in cui sdoppiarsi e in cui ritrovava ripetutamente una immaginaria compagna di giochi. L'aspetto che più colpisce è la sua straordinaria vitalità che la portò a vivere con passione le vicende storiche, politiche e culturali della sua epoca, fin da quando (1922) era studentessa alla Escuela National Preparatoria, che preparava all'università e in cui poche erano le donne ad essere ammesse.
Si unì al gruppo dei Cachuchas che sostenevano l'Estridentismo, movimento d'avanguardia letterario e artistico del Messico post-rivoluzionario; nato in reazione all'accademismo, dominante durante la dittatura, propugnava una nuova Arte Moderna, accogliendo sì le influenze dei contemporanei movimenti europei d'avanguardia, ma fondendole anche con i temi sociali ed dedicando una particolare attenzione per la cultura popolare. L'arte popolare fu una fonte di ispirazione per il movimento dei muralisti messicani a cui appartenne anche Diego Rivera, che si era formato all'accademia d'arte e per quattordici anni aveva studiato i movimenti d'avanguardia in Europa; tra il 1922 e il1923 dipinse l'affresco la Creazione, proprio nella scuola di Frida, che ebbe modo di vederlo all'opera.
Nel 1925 avvenne la svolta tragica nella vita della Kahlo, l'incidente spaventoso a cui sopravvisse le impedì di seguire gli studi di medicina, ne minò per sempre la salute e la lunga forzata immobilità fece confluire la sua vitalità creativa nel disegno e nella pittura. Nel 1928 conobbe Julio Antonio Mello e la sua compagna, la fotografa comunista Tina Modotti e si iscrisse al partito comunista.
La Kahlo fu un'autodidatta con una spiccata curiosità, sensibilità e apertura mentale, doti che le consentirono di assimilare e di introiettare le diverse sollecitazioni della sua epoca, storiche, sociali, politiche, artistiche e filosofiche, di civiltà anche lontane e non europee, per poi rielaborarle e utilizzarle in modo originale e personale nella sua esperienza artistica. Trasse ispirazione dalla cultura preispanica e precristiana come dall'arte popolare dei murales e degli ex voto, ma anche dalle diverse avanguardie europee.
Fin dai primi dipinti e disegni mostrò la predilezione ad esprimersi attraverso i simboli, una tecnica congeniale al suo modo di essere e alla sua sensibilità per rappresentare il suo mondo interiore, espandendolo alla riflessione, anche ironica, sulla condizione umana e sulla sofferenza psichica e fisica che ben conosceva. Tramite Mello e la Modotti conobbe Diego Rivera, di cui condivise molti degli ideali sociali e politici, Rivera ebbe un ruolo centrale e determinante nella vita della Kahlo, che lo sposò 1929 .
Di questo primo periodo è in esposizione il suo primo Autoritratto con vestito di velluto (1926 ), molto sensuale e ispirato alla pittura rinascimentale italiana, lo dipinse per il suo primo amore Alejandro Gómez Arias, che al suo ritorno dall'Europa le aveva regalato, i primi di arte che Frida avesse mai letto. Già nei primi dipinti affiorano gli aspetti simbolici, quelli politici in Pancho Villa e la Adelita, e quelli sociali legati alla reinterpretazione dell'arte popolare in Due donne (Salvadora e Herminia) del 1928, che è il primo quadro venduto dall'artista.
Con il marito compì il primo viaggio negli U.S.A. un'esperienza che allargò i suoi orizzonti in quanto le permise di venire a contatto con un mondo completamente diverso, ma che se pure la entusiasmò non le impedì di cogliere con ironia gli aspetti contraddittori e inquietanti di questa esperienza. L' Autoritratto al confine fra Messico e Stati Uniti d'America, è del 1932, l'artista si ritrae al centro con vestito e bandiera del suo paese come spartiacque tra due mondi, il Messico magico e vitale con la piramide di Teotihuacan sormontata dal sole e la luna simboli di Quetzalcoatl e Tezcatlipoca e di un dualismo, molto presente, anche drammaticamente, nelle opere successive della Khalo.
Alcune statuette votive, fiori e frutti della sua terra che affondano le radici nel terreno completano la parte messicana mentre dall'altra parte un'immagine degli Stati Uniti dominata solo da oggetti creati dall'uomo : fabbriche, grattacieli, tubi metallici, apparecchi, le cui radici sono fili elettrici. Durante la permanenza durata quattro anni Frida affrontò un'esperienza che la segnò: a Detroit abortì, nella litografia, Frida e l'aborto e nel disegno, Bozzetto per Henry Ford Hospital, il realismo e scientifico dei particolari anatomici è parte integrante dei simboli che raccontano la sua esperienza.
Una sala è dedicata ai ritratti che la curatrice ha accostato a opere surrealiste di autori a lei contemporanei per sottolineare il suo legame con il surrealismo di Breton, che la Kahlo conobbe e frequentò in Messico. Lo stesso Breton scrisse la prefazione al catalogo della successiva mostra a New York (1938), che ebbe grande successo così come l'esposizione delle opere dell'artista messicana a Parigi, alla vigilia del secondo conflitto mondiale. L'esperienza parigina con gli intellettuali deluse Frida, che fu esasperata dalle loro continue discussioni.
Riguardo al rapporto con il surrealismo, il lessico espressivo usato da Frida Kahlo nelle sue opere non può essere incasellato rigidamente, in quanto la sua originalità e sensibilità aggiunte al suo percorso di autodidatta, la pongono al di fuori degli schemi. Rivendica il suo essere donna in un mondo artistico dominato dagli uomini; la sua visione è simbolica, magica anche filosofica ma legata alla sua terra, il Messico, è potentemente vitale e carnale. Gli autoritratti , sono densi di simboli attraverso cui esprimere la propria sofferenza più intensamente, come in Autoritratto con collana di spine e colibrì, in mostra, e Le due Frida, dipinto dopo l'esperienza parigina e il divorzio da Rivera, in cui la Khalo rivive l'esperienza dello sdoppiamento: la Frida amata con il ritratto del marito e quella che non lo è più.
Nelle sale al piano superiore una parte è dedicata alle fotografie e ai video che raccontano i suoi successi e in uno si vedono anche Frida e Diego con Trotsky e la moglie, che erano ospiti nella casa di Coyoacán dei genitori della Khalo. Tra i quadri esposti in questa sezione, l' Autoritratto con scimmie del 1943, è dedicato ai suoi allievi dell'Accademia delle Arti La Esmeralda, i Los fridos, i suoi studenti più fedeli, sono ironicamente raffigurati come scimmiette.
Significativi sono i dipinti legati al dualismo ancestrale dell'antica mitologia messicana, con cui Frida rappresentava il conflitto tra lei e Diego, ricercando il superamento per raggiungere l'armonia degli opposti. Ne è una testimonianza L'amoroso abbraccio dell'universo, la terra (Messico), io, Diego e il signor Xolotl, del 1949, in cui, la ricomposizione dell'armonia cosmica del principio dualistico terra-cielo e sole-luna, è la metafora del rapporto fra Frida e Diego, che è tra le braccia della pittrice; così come Diego e Frida 1929-1944(II) o Doppio ritratto di Diego e me (II) in cui la ricomposizione del dualismo sole – luna è associato al viso composto per metà da quello Diego e per l'altra da quello di Frida.
Di straordinario interesse anche i disegni eseguiti da Frida su sollecitazione di Olga Campos, sua amica e studentessa di psicologia, quando nel 1949 Diego Rivera le chiese per la seconda volta di separarsi, fu una terapia per allontanare la mente dal desiderio di suicidio. La serie di disegni a pastello dette Emozioni nacque per questo scopo, sono anche una significativa testimonianza quelli erotici e quelli noti col nome di Karma i cui i corpi sono rappresentati in intricate e complesse composizioni . Gli ultimi dipinti sono dedicati alle nature morte, una scelta dell'artista che, a causa delle sue condizioni di salute sempre più precarie, aveva maggiore difficoltà a dipingere, una testimonianza della sofferenza sono anche gli ultimi quadri, dipinti in cui i tratti sono accennati a fatica, morì nel 1954 ed è diventata un mito.