Supporta Gothic Network
Galleria Corsini. Un cardinale nel suo Palazzo
La Galleria Corsini, una delle sedi delle Gallerie Nazionali di Arte Antica a Roma, ospiterà fino al 10 aprile 2023, la mostra, a cura di Alessandro Cosma, Le stanze del Cardinale Neri Maria Corsini, una delle figure principali della vita culturale romana settecentesca, a poco più di 250 anni dalla sua morte.
Riguardo all’esposizione, Flaminia Gennari Santori, direttrice del museo dichiara: “Raccontare la storia di Neri Maria Corsini e della sua Galleria è raccontare la storia dell’arte di quell’epoca, facendo rivivere i fasti di una collezione, ammirata e ricercata, che dal Settecento in poi è rimasta pressoché invariata. La Galleria Corsini è infatti una rarità assoluta a Roma e in Italia, fiore all’occhiello delle Gallerie Nazionali di Arte Antica”.
Sono esposte oltre 60 opere tra dipinti, sculture, disegni, incisioni, volumi, lettere e documenti d’archivio provenienti dalla sua collezione, doni diplomatici fatti e ricevuti dal cardinale e i progetti originali di Ferdinando Fuga per la realizzazione del Palazzo alla Lungara, gli inventari settecenteschi originali su cui si basa l’allestimento della Galleria. Negli inventari non c’è solo l’elenco delle opere ma anche lo schema della loro posizione nei diversi ambienti che ha dato la possibilità di ricollocare le opere secondo la storica disposizione voluta dal gusto del Cardinale.
Ciò è stato reso possibile anche grazie al ritorno di 19 opere che arredano sedi diplomatiche o istituzionali tra queste spiccano: il Tributo della moneta di Luca Giordano il Ritratto di Giovanni I Corner di Domenico Tintoretto, la Lucrezia attribuita al Guercino, le due Vedute di Roma di Pannini, il Miracolo di San Francesco de’ Regis di Domenico Maria Muratori e la Madonna con Bambino e angeli di Carlo Maratti, che in questa occasione è stata restaurata. Si aggiungono anche alcuni prestiti prestigiosi di opere non più presenti nella Galleria fra cui: il Ritratto di Neri Maria Corsini eseguito a Parigi da Hyacinte Rigaud, in prestito dalla Collezione Corsini di Firenze, la Veduta del porto di Anzio con Villa Corsini e Villa Albani e Veduta di Villa Costaguti e Villa Pamphilj tra Anzio e Nettuno di Paoli Anesi, che furono commissionate dal Cardinale in occasione della visita di papa Benedetto XIV (1740-1758) e che ritornano per la prima volta, provenienti da una collezione privata inglese. Ricordiamo anche il Ritratto del Cardinal Neri Maria Corsini di Anton David, e stampe, volumi e disegni della sua biblioteca, come Figura maschile china di spalle di Gian Lorenzo Bernini o la Madonna e santi di Fra’ Bartolomeo.
L’esposizione in ogni stanza racconta un aspetto dell’attività del Cardinale, si comincia dall’anticamera, dove viene presentato il Marchese Neri Maria Corsini (1685-1770). Appartenente alla antica nobiltà fiorentina fu dapprima al servizio dei Granduchi di Toscana, un impiego che lo portò a viaggiare a lungo in Europa. Nel 1726 si trasferì a Roma presso lo zio, il cardinale Lorenzo Corsini, dopo l’elezione al soglio pontificio dello zio col nome di Clemente XII (1730-1740), fu nominato cardinale nello stesso anno. Il Cardinale divenne protagonista della Roma del Settecento non solo nella gestione delle questioni politiche, ma anche nelle grandi imprese edilizie di quegli anni e in significative azioni di tutela e valorizzazione del patrimonio. Significativo fu l’acquisto nel 1736 del Palazzo Corsini alla Lungara, trasformato in una “reggia” europea dall’architetto Ferdinando Fuga, il giardino si espandeva fino al Gianicolo, dove il primo cardinale della famiglia, Neri Corsini (1614-1678), aveva costruito il cosiddetto Casino dei Quattro Venti.
La mostra prosegue nella Prima Galleria che ha come sottotitolo: Anno 1771. Le stanze del cardinale, in cui è presentata la collezione che arricchiva il palazzo, che nel Settecento annoverava più di 600 quadri e quasi 200 sculture. La collezione oltre alle opere già possedute dalla famiglia, era composta sì dai numerosi doni fatti al pontefice e allo stesso cardinale, ma anche soprattutto dalle scelte del cardinale, il quale durante un ventennio acquistò circa 185 dipinti e 50 statue per un valore di oltre 7500 scudi. Fin dalla prima sistemazione dell’edificio (1736-1738), Neri Maria Corsini si impegnò nell’allestimento dei suoi appartamenti privati, che oggi ospitano la Galleria Corsini, i documenti originali conservati presso l’Archivio della famiglia Corsini ne sono la testimonianza.
Di grande importanza sono quelli in esposizione: l’inventario del 1750, un documento unico nella storia del collezionismo per le note di Giovanni Gaetano Bottari, bibliotecario e consigliere del Cardinale per l’acquisto dei dipinti, che indicano la provenienza delle opere, importanti per ricostruire la loro storia e il mercato dell’arte di quegli anni. L’altro inventario in esposizione è quello del 1771, che fu compilato subito dopo la morte deìi Neri Maria Corsini, è fondamentale perché descrive in maniera topografica, parete per parete, le “stanze del cardinale” e le oltre 300 opere che le decoravano. Su questa descrizione è stata riallestita la Galleria Corsini nel 2009. Di notevole importanza è anche la raccolta di stampe e disegni, una collezione che divenne in breve tempo una delle più importanti d’Europa, grazie soprattutto al contributo di Bottari.
Si passa poi nella Galleria Nobile che, insieme alla successiva Camera del Camino, era nucleo principale degli ambienti dell’appartamento del Cardinale, in posizione dominante il celebre ritratto di Neri Corsini di Hyacinthe Rigaud, tra gli altri dipinti che illustrano il suo gusto di collezionista: il Tributo della moneta di Luca Giordano, La Sacra Famiglia di Fra Bartolomeo (1517), la più costosa della collezione, La Madonna della paglia di Van Dyck, e la Madonna di Orazio Gentileschi, che il Cardinale attribuiva a Caravaggio e da cui non voleva separarsi.
La seguente Sala Blu ospita le vedute di Paolo Anesi di Anzio, già citate, e alcune testimonianze del giardino della villa tra cui il disegno di Paolo Pollastri che lo descrive: la zona alla francese di aiuole fiorite e una parte di prato all’inglese, i labirinti di carpini, il Teatro di Verdure con la fontana dei Tritoni, le strade e le scalinate arricchite di giochi d’acqua e sculture antiche che si arrampicavano tra boschetti di querce e platani, fino alla sommità del Gianicolo dove dominava il Casino demolito nel 1895 per la realizzazione del monumento a Garibaldi. Il giardino fu aperto al pubblico fin dal Settecento così come il palazzo, la straordinaria collezione di dipinti e sculture raccolta dal Cardinale e la sua vasta biblioteca. Nel Teatro di verdure in agosto si tenevano le riunioni dei poeti arcadi dell’Accademia dei Quirini di cui Neri Maria Corsini era “dittatore perpetuo”. La Scalinata delle 11 fontane, fu progettata da Fuga con conche e giochi d’acqua, che nel quadro in esposizione di Edoardo Matania è situato lo scontro tra Francesi e Garibaldini nel 1849; un episodio avvenuto realmente nell’altra proprietà dei Corsini sul Gianicolo. La villa, acquistata dal cardinale Neri Corsini nel 1662 e riedificata da Clemente XII, fu distrutta proprio in quell’occasione.
Si passa poi nella Sala del Camino che prende il nome dal camino poi distrutto all’inizio del’900 e poi nella Camera dell’Alcova, l’unica parte degli appartamenti che conserva intatta la cinquecentesca decorazione di palazzo Riario. La regina Cristina di Svezia la trasformò nella propria camera da letto durante il suo soggiorno nel palazzo (1659-1689) che terminò con la sua morte; il Cardinale la mantenne nella stessa funzione. Per la mostra è stato ricostruito l’allestimento voluto da Neri Maria Corsini, che acquistò le due grandi vedute di Pannini, in esposizione c’è anche la Madonna di Murillo, donata al cardinale dal suo segretario, Bernardino Pontici, posta sulla parete di fronte al letto.
Nel Gabinetto verde è messa in luce la modernità azione innovativa e illuminata nella tutela del patrimonio pubblico di Neri Maria Corsini che riconosceva il valore politico e morale delle opere d’arte come testimonianze di una storia nazionale. Sono ricordate le imprese editoriali da lui promosse: i 12 tomi del Museum Florentinum (1731-1766) per documentare le collezioni fiorentine nel timore della loro dispersione dopo la fine della dinastia dei Medici. Scopo che si concretizzò quando nel suo testamento del 1737 Anna Maria Luisa de’ Medici, di cui Neri Maria Corsini fu consigliere ed esecutore testamentario, vincolò le collezioni medicee a Firenze.
Come cardinale, a Roma si impegnò per salvare la collezione di matrici della storica Stamperia De Rossi, evitando che fosse esportata in Inghilterra e facendone la base della stamperia pontifica, la Calcografia Camerale diretta da Gian Domenico Campiglia (1738). A lui si deve anche l’acquisizione della collezione Albani che portò all’apertura al pubblico dei Musei Capitolini (1734) e la realizzazione dei quattro grandi tomi Del Museo Capitolino (1741-1782) curati da Bottari con disegni e incisioni di Campiglia, primo catalogo di una collezione di antichità ad offrire una riproduzione completa di tutti gli oggetti, corredata di un commento per istruire il visitatore.
Sono testimoniati gli interventi architettonici e urbanistici avvenuti durante il pontificato di Clemente XII, di cui a causa delle precarie condizioni di salute del papa, Neri Maria Corsini fu protagonista nelle grandi commissioni come il concorso per la facciata di San Giovanni in Laterano, vinto tra le polemiche da Alessandro Galilei nel 1732, autore anche della cappella Corsini nella stessa chiesa (1732-1735), con la pala a mosaico dedicata a Sant’Andrea Corsini, basata sul modello di Masucci ancora in collezione.
Nei dieci anni di pontificato di Clemente XII, dal 1730 al 1740, furono anche realizate: le Scuderie del Quirinale e il Palazzo della Consulta da Fuga; la facciata di San Giovanni dei Fiorentini ancora da Galilei e la Fontana di Trevi da Nicola Salvi, finita solo nel 1762, e anche il restauro dell’Arco di Costantino e interventi urbanistici come la sistemazione di strade e piazze, il porto di Ravenna o quello di Ancona da Vanvitelli.
La Camera verde è dedicata ai doni di coloro che, conoscendo la passione del Cardinale, intendevano intercedere o ringraziare per una carica e che arricchirono la collezione come la serie di nature morte di Berentz donate da Gasparo Probstat, direttore delle Dogane Pontificie o la Sibilla di Mattia Moretti dono dell’ambasciatore portoghese Emanuel Pereyra de Sampajo, poi il quadro con una nuova cornice sarà donata al Granduca di Toscana Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena in visita a Roma.
Le Canonizzazioni ebbero una parte importante nella vita di Neri Maria Corsini, che ricoprì nella canonizzazione del 1737 la carica di “procuratore”, colui che rivolgeva al papa le istanze per i nuovi santi. Su una parete della Camera verde e nella sala successiva si ripropone, il parziale riallestimento della cosiddetta “Anticamera delle canonizzazioni”, un ambiente ideato dal cardinale per raccogliere insieme i dipinti legati alle cerimonie di beatificazione e canonizzazione del pontificato di Clemente XII, la sala faceva parte della zona di rappresentanza del piano nobile, ora parte della Biblioteca dei Lincei. In questa sala erano esposte le tele rappresentanti i miracoli dei nuovi santi, che gli ordini religiosi o le famiglie che avevano sostenuto il processo donavano al papa. Il grande Ritratto di Clemente XII e Neri Maria Corsini, in esposizione, ricordato fin dal Settecento negli inventari è uno straordinario esempio di mosaico settecentesco, una materia “incorruttibile ed eterna”, direttamente legata alla Roma antica e a quella cristiana medievale. L’opera fu commissionato a Pietro Paolo Cristofori nel 1738 per “la Casa Corsini alla Lungara” ed è così simile alla pittura che può ingannare l’occhio.
La mostra è affascinante perché il visitatore ha l’impressione di essere ospite di una fastosa dimora privata in cui può godere della bellezza delle opere che l’adornano. Segnaliamo inoltre i pannelli che, oltre a raccontare la storia della collezione, illustrano la disposizione delle opere e segnalano i prestiti.