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Ghost in the Shell 3D. Il ghost prometeico di Sanders
Esce un film-evento per tutti gli amanti di Matrix, il film di fantascienza dei fratelli Wachowski che ha aperto più porte sulla percezione come ricerche sulla filosofia della mente, da William Irwin a Daniel Dennett, di quanto non abbia fatto Blade Runner, il film di Ridley Scott tratto dal libro di Philip Kindred Dick "Do the Androids dream of Elecric Sheep" (Gli androidi sognano pecore elettriche?). Ghost in the Shell in 3D di Rupert Sanders (Snow White and the Huntsman, 2012), ha come protagonista Scarlett Johansson nel ruolo del Maggiore Mira Killian Kusanagi a capo della offensiva sezione 9, dedita ad operazioni antiterroristiche.
Il Maggiore Mira Killian è un cosiddetto Ghost in the Shell: ha una parte umana nel cervello (il cosiddetto "ghost" o "spirito") del suo guscio (shell) che è invece completamente androide. E' stata creata per distruggere eventuali nemici del governo e costruita dalla Hanka Robotics. Chiaramente diverso sia dall'omonimo manga del 1989 di Masamune Shirow e dal film d'animazione giapponese del 1995 dello Studio Shochiku, diretto da Mamoru Oshii, questa versione americana dell'icona giapponese androide Ghost in the Shell, è un film d'azione molto ben curato e dalle sequenze spettacolari. Musica di sfondo a cura di Clint Mansell e Lorne Balfe, si avvale di collaborazioni molto ben ispirate al film di Oshii del 1995 ed al suo remake del 2008, utilizzando anche un brano composto proprio da Kenji Kawai per il film animato di Oshii, ovvero Utai IV: Reawakening. Altri brani sono in versione remix japo, come quello a cura di KI Theory di Enjoy the Silence dei Depeche Mode oppure il remix di Steve Aoki. Notabili anche Gary Numan, DJ Shadow e Tricky, a formulare un sound misterico e pesante di riflessi elettro sulla scia dell'originale, ma sicuramente più innovativo per scelte e remix.
Aldilà della trama e della sceneggiatura, che hanno ricalcato in parte la storia originale, - con un cambiamento sostanziale cui accenneremo soltanto - quello che più colpisce del film è la raffinatezza delle immagini, assolutamente superiori per ingegneria tecnica al film d'animazione che, per quanto sia, dopo la visione di quest'ultimo risulta un pò spento ma non privo di atsmosfera esoterica, che invece questo di Sanders perde per essere in fondo più adatto e logico per un pubblico più universale e meno immerso nelle nicchie amanti del genere anime.
Detto questo, la Mira interpretata da Scarlett Johansson è decisamente "umana": fin dall'inizio quella contrapposizione tra cyborg e "ghost" va tutta a favore di quest'ultimo, evidenziando non poco la componente inuitiva, spiccatamente femminile. Insieme a lei, un altro personaggio femminile potente e "creatore" è rappresentato dalla scienziata, la Dottoressa Ouelet, interpretata da Juliette Binoche: intensa, umana e non infallibile anche lei, sebbene superbamemte votata al suo lavoro di "assemblatrice" di cyborg di nuova generazione e potenzialità per un'industria privata che dimostra di avere un acerrimo nemico dall'inizio del film: Kuze. Quest'ultimo, con cappa nera ed interpretato da Micheal Pitt, ha dichiarato guerra alla Hanka Robotics ed a tutta la Section 9 diretta dal Maggiore Mira, però ne sfuggono le motivazioni sia a lei sia al capo dell'antiterrorismo governativo Daisuke Aramaki, impersonato da Takeshi Kitano. Una "poderosa" parte - termine adatto viste le fattezze dell'attore Pilou Asbæk - anche per Batou, braccio destro di Mira.
Con delle sequenze prese pari pari dal remake di Oshii del 2008, il film si presenta come un buon prodotto per amanti del genere sci-fi - favolose le sequenze di mimetizzazione ottica in particolare - che conserva un'atmosfera ed un profilo nettamente vicino all'originale, addentrandosi nella "matrice" del cyborg e dandone una definizione "prometeica" come fece Mary Shelley nel suo capofila del genere, innestando però un velo di fumo su chi sia effettivamente questo "ghost" e sciogliendo forse in modo troppo semplice l'enigma.