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Giornate Nazionali dell’A.D.S.I 2012
Un’occasione unica verrà offerta al pubblico per visitare gratuitamente cortili, palazzi, ville e giardini di antiche dimore, altrimenti chiusi, sabato 9 e domenica 10 giugno 2012, giornate in cui si terrà l’edizione delle “Giornate Nazionali dell’A.D.S.I."( Associazione Dimore Storiche Italiane ).
La manifestazione si svolgerà in alcune regioni d’Italia, nelle sedi periferiche verranno organizzati eventi e manifestazioni gratuiti per il pubblico, tra i quali Cortili Aperti,, grazie alla partecipazione degli associati A.D.S.I. con l’apertura, sul territorio nazionale, delle più interessanti corti delle dimore private.
Dopo lo straordinario successo della prima edizione, durante la quale migliaia di visitatori hanno potuto visitare e ammirare oltre 130 palazzi storici privati, questa nuova apertura consentirà ai cittadini di conoscere meglio e di apprezzare il grande patrimonio culturale italiano e ai turisti di scoprire luoghi non compresi negli usuali itinerari di visita.
Quest’anno cadono i 35 anni della nascita dell'Associazione e questa seconda edizione è stata presentata alla stampa in occasione del convegno “Patrimonio storico-artistico culturale privato: tutela costituzionale e rilevanza sociale ed economica nel sistema Italia” che si è svolto lo scorso 25 maggio a alla Galleria di Palazzo Colonna in Roma. L'A.D.S.I è una associazione, senza fini di lucro , con circa 5000 soci ed è stata creata sull’esempio di analoghe associazioni di altri paesi europei allo scopo di aiutare i propri membri nella: conservazione, valorizzazione e gestione delle dimore storiche, dando così un significativo e concreto sostegno alla tutela di un patrimonio culturale, che sebbene sia di proprietà privata, appartenendo alla storia comune della nazione è di interesse pubblico.
Nel corso del convegno l'associazione ha lamentato la mancanza di attenzione verso questo settore del patrimonio artistico italiano, segnalando come non esistano sgravi mirati per per il restauro che viene equiparato alle normali opere di manutenzione degli appartamenti, non tenendo minimamente conto della differenza sostanziale: la presenza di affreschi, stucchi, per esempio, e i vincoli posti dalle soprintendenze per lavori. È stato anche sottolineato che non c'è nessuna agevolazione sui beni vincolati o di interesse artistico.
Un altro timore degli associati riguarda l'IRPEF e l'IMU sulle dimore storiche, aggravato dal fatto che ora che nella tassazione si passerà dal numero dei vani ai metri quadri e dall'annunciata revisione dei valori catastali Quella che viene richiesta con forza è una nuova legislazione per le dimore storiche che preveda agevolazioni anche per quelle non visitabili in quanto, si fa notare, la loro manutenzione concorre comunque alla creazione del paesaggio artistico.Si è detto inoltre che il restauro è palestra di artigianato che consente di conservare e sviluppare questo specifico settore lavorativo e si è sottolineato che il proprietario dimore storiche è una persona competente e professionale.
La scarsa attenzione dello stato verso i beni storici e artistici è ben nota e dovuta alla totale mancanza di conoscenza e quindi di sensibilità al problema dei politici che devono legiferare in materia. Di sicuro oltre ai beni artistici è necessario ricordare quanto sia onerosa anche la manutenzione degli archivi, storicamente importantissimi, di antiche famiglie aristocratiche. Sottolineiamo che naturalmente i maggiori sgravi dovrebbero aver quelle dimore che sono aperte al pubblico in quanto soggette ad una maggiore usura e per i maggiori oneri che l'apertura comporta e inoltre per il servizio culturale offerto alla cittadinanza .
L'apertura alle visite ci auguriamo che aiuti a far comprendere il valore storico e artistico delle dimore storiche ma confessiamo di essere pessimisti in quanto, per fare un esempio, il Palazzo del Quirinale è aperto alle visite da anni ed è stato descritto accuratamente anche nei programmi televisivi e, nonostante questo, non ci si rende conto che la manutenzione ha un prezzo che incide pesantemente, così soprattutto in questo momento di crisi e di tagli alla spesa è divenuto bersaglio di critiche costanti.
Tra gli interventi particolarmente significativo quello del professor Sabino Cassese che, dopo aver ricordato che gli archivi a lungo sono stati considerati non come bene storico ma amministrativo, ha posto interessanti questioni sulle tendenze nel campo dei beni culturali che andranno affrontate. La prima è la crescita della mobilità e del livello culturale che hanno portato ad un aumento della domanda ponendo due problemi: la difesa del bene da una usura crescente per l'aumento dei visitatori e lo sfruttamento commerciale, noto come legge Ronchey, difficilmente coniugabile con la libera fruizione.
Il secondo che ha citato, ricordando anche quanto scritto da Salvatore Settis a riguardo,è l'ampliamento del concetto di bene culturale oltre all'arte anche al paesaggio e all'ambiente, concetto che entra in conflitto con gli interessi di natura economica. Il terzo problema, connesso alla globalizzazione, è legato al rispetto della convenzione dell'UNESCO sui siti considerati patrimonio dell'umanità, con i vincoli che questo comporta, pena la cancellazione. L'Italia ha 47 siti dichiarati patrimonio dell'umanità, il numero maggiore al mondo; ma un altro problema che l'Italia condivide con la Spagna e la Grecia è che l'offerta è talmente ampia da superare la domanda e la gestione di questi beni è frammentata e affidata anche agli enti locali, cosa che comporta una sovrapposizione di diverse istituzioni spesso in conflitto tra loro.
Ultima è la definizione stessa di bene culturale che assume significati innumerevoli e diversi nei vari paesi del mondo che hanno cultura differenti. Per concludere ha posta la seguente complessa e inquietante domanda: “A chi appartiene il nostro passato ?” L'intervento del professor Cassese sempre illuminante pone una serie di domande che dovrebbero essere, senza indugio, seriamente affrontate in sede legislativa; in questo Parlamento ? Il ministro del turismo sport e affari regionali, Piero Gnudi, ha affermato che il turismo è stato troppo a lungo sottovalutato come fonte di ricchezza e di posti di lavoro e ha riferito che la proiezione nei prossimi venti anni ipotizza un rilevante incremento del numero dei turisti una occasione da non perdere.
Invitiamo gli interessati a consultare il sito per prendere visione dell'elenco completo delle manifestazioni e dei luoghi che possono essere visitati www. adsi.it