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Giya Kancheli e Canti e danze dalla Georgia. Misticismo e passione
Alla Sala Sinopoli dell'Auditorium Parco della Musica il 15 novembre 2010 Musica per Roma, nella rassegna Contemporanea e nel progetto Calliope, ha presentato Omaggio a Giya Kancheli e poi, il 18, Canti e danze dalla Georgia; entrambi gli eventi hanno registrato una grande affluenza di pubblico.
Di Giya Kancheli sono stati eseguiti: Salmo 23 e Little Imber. Il Salmo 23 è il movimento di apertura di Exil, un ciclo di 5 Lieder in tedesco per soprano, strumenti e nastro magnetico. Il tema dell'esilio è ricorrente nell'opera del musicista e la composizione è pervasa da un profondo sentimento religioso e da un lacerante dolore. Il Salmo 23 (il Signore è il mio pastore) è seguito dalla citazione di versetti dal Salmo 9 (nella fossa da essi - gli empi - fatta caddero le genti) e dal Salmo 130 in latino (Domine exaudi vocem meam). Il contenuto dal Salmo 9 (Dio trionfatore degli empi) e del Salmo 130 (invocazione della clemenza divina) evocano l'esilio e la sofferenza dell'uomo sulla terra, mentre l'unica visione consolatoria è quella della vita dopo la morte contenuta nel Salmo 23 che, nella ritualità cristiana, è legato alla commemorazione funebre.
Il canto del soprano è sommesso e così il suono degli strumenti dà la sensazione di una struggente lontananza, di un altrove da cui giunge la musica. I musicisti della PMCE (Parco della Musica Contemporanea Ensemble) – flauto, viola, violoncello, contrabbasso, tastiera - hanno accompagnato la brava Alda Caiello sotto la direzione di Tonino Battista.
Little Imber, cantata per voce, ensemble, coro maschile e coro di bambini, è sempre legata al tema dell'esilio; Imber, piccolo borgo nella campagna inglese del Wiltshire vicino Salisbury, fu evacuato con la forza dall'esercito americano alla fine del 1943 in quanto fu scelto per l'addestramento delle truppe d'assalto in vista dello sbarco in Normandia. Alla fine della guerra non fu permesso agli abitanti di ritornare, nonostante i ripetuti tentativi, e rimase vuoto sotto il controllo del Ministero della Difesa.
Anche in questo caso la musica sembra provenire da un indefinito altrove: le voci, sia degli uomini che dei bambini, sono come fantasmi lontani che evocano una vita perduta. Le frasi spezzate del canto sottolineano il dolore: "Io non tornerò più indietro", è ripetuto da tutti con struggente malinconia. Alcune frasi musicali suggeriscono brani di musica popolare inglese in memoria di una vita comune interrotta e sradicata altrove.
La PMCE ha suonato benissimo sotto l'attenta direzione di Tonino Battista cui si è aggiunta l' intensa interpretazione di Franco Battiato, voce solista, e l'ottima prova del Coro delle voci bianche dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretto da José Maria Sciutto in cui si è distinta Benedetta Malvagna come voce bianca solista. Il pubblico presente ha ripetutamente applaudito gli interpreti e Giya Kancheli presente in sala.
Al concerto ha partecipato il Coro Nazionale Popolare Georgiano “Rustavi” che ha aperto il concerto con tre canti polifonici mistici georgiani e che si è alternato al Corpo di Ballo della Compagnia Nazionale di danza “Rustavi”, nello spettacolo del 18 novembre. I bravissimi componenti del coro hanno così offerto un'ampia panoramica dell'antichissima tradizione polifonica georgiana sia in ambito sacro sia profano. La ricchezza musicale e la capacità virtuosistica dei cantanti, non solo nel canto, ma anche nel suonare strumenti della tradizione popolare, ha incantato il pubblico che li ha lungamente acclamati.
Il Corpo di Ballo della Compagnia Nazionale di danza “Rustavi”, accompagnato dall'ensemble di strumenti popolari georgiani, si è esibito nelle affascinanti coreografie esaltate dai colori sgargianti degli abiti, evocando un mondo fiabesco che sembra uscito dai disegni di Ivan Bilibin. Le danze tradizionali maschili evocano la guerra e la parte acrobatica è molto impegnativa, i ballerini sono molto elastici e leggeri ma, nello stesso tempo, esprimono efficacemente la prestanza fisica.
Le donne si muovono con grande eleganza con i loro lunghi vestiti come se scivolassero sul pavimento suggerendo un'immagine di un lontano mondo di fiaba. Le danze miste riecheggiano un complicato rituale di corteggiamento in cui anche gli uomini si fanno leggeri, muovendosi agilmente sulle punte dei piedi. Lo spettacolo ha riscosso un successo trionfale e gli interpreti hanno ricevuto una standing ovation da parte del pubblico, entusiasta e affascinato dalle tradizioni provenienti dall'antico folclore della Georgia.