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Harry Potter e i doni della morte II. La parola Fine ha inizio
Era il 2001 quando gli occhi di molti spettatori rivolsero l’attenzione su un maghetto di Privet Drive predestinato a essere l’eroe sin dall’apertura della saga, in cui ha tanto creduto la Warner Bros Italia. Le avventure si sono susseguite con una cadenza annuale, portando il giovane pubblico e non solo a crescere insieme al protagonista a pane e arti magiche.
Ben dieci anni dopo, il 13 Luglio 2011, in tutte le sale italiane arriva “Harry Potter e i doni della morte – Parte II”, diretta da David Yates, che alla sua quarta realizzazione punta l’obiettivo su quell’atto decisivo dell’intreccio: lo scontro fisico tra l’eroe e il suo antagonista schierati all’interno delle rovine di Hogwarts, contenitore e palcoscenico dell’epilogo.
Il regista, infatti, mostrate le ultime scene di chiusura della prima parte del film che vede Harry, Ron ed Hermione tornare al castello per trovare e distruggere gli ultimi Horcrux (le schegge dell’anima) di Voldemort, pone come oggetto della trama il duello finale, da sempre soluzione alle tensioni create dalla narrazione e all’antitesi dei valori proposti.
Sono queste le premesse con cui si apre l’anteprima dell’ultimo capitolo svoltasi a Roma, presso l’Auditorium della Conciliazione: location, in tema con l’occasione, dagli allestimenti ideati in modo da indurre il pubblico a proiettarsi in un mondo fantastico, secondo lo stile tipicamente harrypottiano, lasciandosi trasportare dagli effetti speciali in 3D.
Molti i commenti positivi relativi alle varie scene d’azione, ma anche le reazioni a caldo e gli applausi da parte della platea scatenatasi per l’uccisione della cattiva Bellatrix Lestrange da parte di Molly, la madre di Ron, così come per il fatidico e tanto atteso bacio tra i due compagni fidati, Ron e Hermione. Silenzio assoluto e con il fiato sospeso per tutta la durata della battaglia Harry-Voldemort con piani paralleli in cui Potter rincontra in una stazione ferroviaria (che ricorda la stazione di King’s Cross, solo che è “bianca e più pulita”) il vecchio preside, Albus Silente, che lo invita a prendere un treno per tornare nel presente, scoprendo che tra il bianco di Silente e il nero di Piton esiste una zona grigia e una lacrima rivelatrice di ben altre verità. Recatosi al Pensatoio e versato il pianto e i ricordi di Severus Piton, Harry saprà finalmente cosa fare per annullare Voldemort. Recatosi nella Foresta Proibita per affrontarlo, il giovane mago abbraccerà la possibilità della morte, guadagnando la salvezza e il futuro. Quello magico e quello babbano.
E proprio quando ormai sembra tutto perso per Hogwarts, Harry si risveglia e lo scontro riprende, mentre Neville Paciock, conosciuto come il ragazzo timido del gruppo, lo ritroviamo cresciuto e coraggioso, pronto a fronteggiare “Voi sapete chi”, uccidendo il serpente (l’ultimo Horcrux), con la spada di Grifondoro. Si prospetta sullo schermo una battaglia a chi perde per prima la bacchetta, infatti Harry riuscirà a disarmare il Signore Oscuro e a impossessarsi della famosa bacchetta di Sambuco, uno dei tre doni della morte, considerata la più potente in assoluto
La libertà viene riconquistata, anche se in molti sono morti per ottenerla. Sembrerebbe finita qui la storia del piccolo mago con un abbraccio insieme a Ron e Hermione, ma ecco che un forward ci proietta a 19 anni di distanza per ritrovarli tutti insieme alla stazione di King’s Cross ad accompagnare i loro figli. Ebbene sì, i maghetti sono cresciuti, si sono sposati e hanno generato il futuro, ma questa è un’altra storia, per quel che riguarda Harry Potter e le sue avventure possiamo mettere la parola “Fine”.