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Immaginate di vivere in un mondo dove il confine tra sogno e realtà diviene sempre più labile, nel quale proiettili e lame affilate non sono più letali di un’idea ben strutturata, in cui lo spazio onirico diventa accessibile e condivisibile con altre persone: benvenuti nel mondo di Inception di Christopher Nolan.

Un ladro professionista, John Cobb (Leonardo di Caprio), esperto nell’estrarre informazioni dal subconscio delle persone mentre sognano, si ritrova a dover effettuare l’operazione opposta: impiantare un’idea. Incaricato da Saito (Ken Watanabe), un potente magnate asiatico, John dovrà compiere un tortuoso viaggio nelle profondità della mente di Robert Fischer (Cillian Murphy), prossimo erede di un impero multinazionale le cui sorti potrebbero influenzare e stravolgere l’economia mondiale.

Affiancato da un team appositamente riunito per portare a termine la missione, Cobb cercherà in ogni modo di raggiungere il proprio obiettivo e insieme ad esso la possibilità di tornare a casa dai propri figli. La squadra di specialisti messa insieme per compiere l’innesto è composta da: l’abile spalla del protagonista Arthur (un azzeccatissimo Joseph Gordon-Levitt), Ariadne (Ellen Page) creatrice delle architetture oniriche, Eames (Tom Hardy) camaleontico falsario capace di mutare forma in sogno e Yusuf (Dileep Rao) il chimico.

Il subconscio militarizzato dell’ignara vittima non sarà l’unico pericolo in cui il gruppo si imbatterà nel tentativo di completare il lavoro, difatti, come spesso succede, i demoni più infimi e pericolosi da affrontare sono proprio dentro noi stessi. Il ricordo personificato della defunta moglie del protagonista, Mal (Marion Cotillard), nei sogni mostra le due facce della medaglia: la memoria di una persona amata scomparsa può celare una devastante sofferenza in grado di ferire nel profondo.

Al suono della melodiosa  “Non, je ne regrette rien” di Edith Piaf gli spettatori del film si risveglieranno dopo più di due ore di vibrante tensione e colpi di scena mozzafiato chiedendosi un’ultima volta se quanto visto in sala sia davvero accaduto o meno. Con Inception, Christopher Nolan, ha firmato l’ennesimo successo cinematografico in grado di mettere d’accordo sia il pubblico che gran parte della critica; per creare e portare a termine il progetto ci sono voluti 10 anni ma il risultato finale è stato all’altezza delle aspettative generali.

Le atmosfere sognanti e paradossali del film danno vita ad un mondo eccezionale dove tutto è messo in discussione; distinguere il reale dalla finzione non sarà un gioco da ragazzi nonostante i preziosi aiuti del regista diano una grande mano ad orientarsi tra i diversi livelli della pellicola.

Le musiche di Hans Zimmer fanno da perfetto sottofondo alle scene incrementando il clima di suspense che le avvolge; gli effetti speciali non sono da meno conferendo un tocco in più di veridicità all’azione e catapultando lo spettatore direttamente negli scenari proposti.

Insomma un film labirintico dove, oltre che in alcune parti della storia, c’è la possibilità di perdersi anche nella straordinaria bellezza delle immagini e in alcune delle sue parti più toccanti. Il film, indagando in profondità l’infinito mondo dell’immaginazione e della psiche umana, sembra voler veicolare lo spettatore a chiedersi in conclusione che differenza c’è tra vivere e sognare se, anche in quest’ultima opzione, la gente può provare emozioni e scavare tra i più sentiti e nascosti segreti delle persone. Forse il rimanere in bilico su un tempo sospeso tra la veglia ed il sogno potrebbe condurci alla verità e come asseriva Magritte "I sogni non vogliono farvi dormire, al contrario, vogliono svegliare.