Innsbrucker Festwochen 24. Wilten nella gioia di Bach

Articolo di: 
Livia Bidoli
Bachkantaten a Wilten

Nell'ambito del 48° Festival di Musica Antica di Innsbruck che si è svolto quest'anno tra il 21 luglio ed il 31 agosto 2024, un evento particolare ci ha accolto nella straordinaria Basilica di Wilten ad Innsbruck: il concerto del 23 agosto con le Bachkantaten eseguite da Masaaki Suzuki con il suo ensemble Bach Collegium Japan.

L'ascolto di un concerto così devoto alla religio in ogni sua essenza nella Cattedrale di Wilten è qualcosa che compenetra corpo e spirito e merita una presentazione a quest'opera architettonica stupefacente per la vista.

Il monastero con la cappella Wilthinsesis fu probabilmente fondato prima del 1138 dal vescovo Reginberto di Bressanone come monastero episcopale di sua proprietà; in seguito papa Innocenzo II confermò il monastero il 30 aprile 1138 all'Ordine dei canonici di Wilten, sotto il suo primo prevosto di nome Marquard secondo la Regola agostiniana nella sua forma premonstratense, ovvero lo status di proprietà, il libero diritto di eleggere un prevosto e di seppellire e le prerogative del vescovo diocesano di Bressanone. Il monastero conobbe il suo periodo di massimo splendore nei secoli XVII e XVIII.

La Chiesa è dotata di ben quattro organi: l'organo del festival; l'organo del coro; l'organo Daniel Herz e l'antico organo renano. L'organo Herz è l'unico più grande e quasi completamente conservato di Daniel Herz, nonché un raro esempio di organo Ripieno puro a nord delle Alpi. L'organo Herz è uno dei più importanti organi storici della regione tirolese.

Da decenni sono i portabandiera internazionali dell'interpretazione di Bach: il Bach Collegium Japan, diretto da Masaaki Suzuki. Il loro obiettivo è quello di portare la musica del Thomaskantor di Lipsia dal momento della sua creazione attraverso il passato e il presente fino al futuro, trasmettendola e traducendola per il pubblico di oggi.

Con il progetto itinerante “The 300th Anniversary Project of Choral Cantatas”, gli appassionati giapponesi di Bach si presentano al Festival di Innsbruck. Il programma condotto sotto la guida dell'allievo di Koopman è perfettamente in linea con le domande fondamentali del festival: “Da dove veniamo? Dove stiamo andando?”. I versi di Bach, messi in musica, sottolineano magnificamente questi temi: “Perché dovrei preoccuparmi del mondo (...) O eternità, parola fragorosa”.

Il primo brano corale scelto da Suzuki con il Bach Collegium Japan è il Corale: "O Ewigkeit, du Donnerwort", BWV 20, che sostanzia proprio le questioni sopra enunciate, alla radice di ogni essere umane. Ed uno dei motivi per cui la Basilica di Wilten è luogo precipuo per la sua evocazione in canto, lo riportiamo in traduzione:

Oh eternità, parola folgorante,
oh spada, che trafigge l'anima,
oh inizio senza fine!
Oh eternità, tempo senza tempo,
nella mia grande tristezza
non so da che parte rivolgermi.
Il mio cuore terrificato trema,
tanto che la lingua mi si incolla al palato.

Wagner nel Parsifal individuò una metafora fondamentale: "Il tempo è spazio", di einsteiniana memoria e formulazione, ricordandoci come le arti precedono e autenticano la scienza, travalicandone i dubbi. Il recitativo tenorile del tedesco Benjamin Burns che segue al Coro, dalla voce morbidamente flautata, annuncia, consolatorio che "nessuna sfortuna dura in eterno", nonostante il pensiero dell'eternità stessa deprima il dannato, ulteriormente tormentato nel recitativo del basso monachense Christian Immler, sferzante con la sua voce potente e autorevole, che gli ricorda le pene dell'inferno. Il controtenore britannico Alexander Chance esorta invece con la sua bella voce dolcissima alla salvezza: "Oh uomo, salva la tua anima!" Lo sprone del coro finale è di grande trascinamento e fonde l'intero pubblico in questa prima chiamata a lasciare i piaceri del mondo per sortire dal supplizio autoprocuratosi.

La cantata che succede è propriamente inserita in una narrativa che vira verso la gioia dell'accoglienza di Gesu': "Was frag ich nach der Welt", BWV 94, che si traduce con "Cosa m'importa dei tesori del mondo", e continua con "e di tutti i suoi tesori quando solo in te,
mio Gesù, posso trovare la gioia!
".Questa cantata venne eseguita per la prima volta il 6 agosto 1724 a Lipsia nella Chiesa di San Tommaso la prima domenica di Pentecoste, tre secoli orsono, ed ancora oggi conserva lo stesso afflato rifulgente della Trinità celebrata. La cantata è basata sulle parole del poeta Balthasar Kindermann (1664) e su una melodia di Ahasverus Fritsch: un poeta anonimo tradusse poi i versi nella cantata che oggi abbiamo ascoltato. La modalità narrativa scelta da Suzuki insieme al Bach Collegium Japan è quello di una "liberazione nella gioia di Gesu'" cantata dopo cantata: una catarsi per gradi.

Il basso Christian Immler è particolarmente commovente non appena intona la sua parte: "Die Welt ist wie ein Rauch und Schatten
Der bald verschwindet und vergeht, Weil sie nur kurze Zeit besteht
." (In originale tedesco).

Il mondo è come fumo ed ombra
che presto evapora e svanisce,
perché dura solo un istante.

Il coro, insieme al tenore Benjamin Bruns, molto caldi in questa seconda parte, intonano insieme un canto di liberazione dalle vanità del mondo perfettamente ritmato, quasi una danza, che dice:

Ma ciò che il mio cuore
esalta sopra ogni cosa,
ciò che dà ai cristiani vera gloria e vero onore
e che la mia anima,
liberandosi dalla vanità,
ama più della fama e dell'orgoglio,
è Gesù e lui solo.

La voce del soprano britannico Carolyn Sampson si eleva nell'aria devota "Es halt es mit der blinden Welt", ovvero "Si affida a questo mondo cieco", e continuo per esplicitare "solo chi non ha cura della sua anima". La grazia con cui devolve il suo accorato richiamo è agile e convincente, una vera delizia per le orecchie.

La cantata "Wer nur den lieben Gott lässt walten", BWV 93, ossia "Se lasci agire il tuo Dio", inziia con un corale magnifico di esortazione, seguito dal recitativo del basso, a cui segue il clou del duetto tra soprano e controtenore "Er kennt die rechten Freudesstunden", - "Egli sa il momento opportuno per la gioia" - assolutamente magnifico. Il controtenore Alexander Chance ed il soprano Carolyn Sampson giubilano con le loro voci in una prova che stilla gioia e fede allo stesso momento, e financo alternandosi in perfetto accordo.

L'ultima cantata è "Jesu, der du meine Seele", BWV 78, di una bellezza catartica sin dalle prime note: una assortita ed aggraziata orchestra formata dal Bach Collegium Japan rintocca prima e dopo sulle voci del Coro: il sacrificio di Cristo ha rappresentato la salvezza dell'uomo, come ricorda il testo.

Signore, tu che la mia anima,
per mezzo della tua morte atroce,
hai liberato con forza
dall'oscuro antro del diavolo
e dal peso dell'angoscia
e l'hai resa consapevole
attraverso la tua parola di misericordia,
tu sia ora, o Dio, il mio rifugio!

Di nuovo, le voci esortative di soprano e controtenore liberano l'uomo dai pesi del mondo e lo innalzano alla gioia cristica: come soleva asserire Meister Eckhart, "La bellezza è negli occhi di chi guarda".

Una vera acclamazione e vari "Bravo!" dal pubblico per il Maestro Masaaki Suzuki, l'ensemble Bach Collegium Japan e i solisti del Coro: un concerto unico, cui sono seguiti svariati minuti di applausi nella dorata basilica di Wilten, una gioia "nella dolcezza dell'eternità", come recitano gli ultimi versi del cantato.

Pubblicato in: 
GN40 Anno XVI Speciale 2 settembre 2024
Scheda
Titolo completo: 

48° Innsbrucker Festwochen der Alten Musik
21 luglio - 31 agosto 2023

Stiftskirche Wilten, Innsbruck, Austria

23 agosto 2024

Bachkantaten

Opere di Johann Sebastian Bach

CAST
Carolyn Sampson Soprano
Alexander Chance Alto
Benjamin Bruns Tenor
Christian Immler Bass

Bach Collegium Japan Ensemble
Direttore Masaaki Suzuki

Per i testi in originale ed in traduzione: Bach Cantatas