IUC con Bach. I seducenti Brandeburghesi di Jordi Savall

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Jordi Savall

La 66° stagione della IUC- Istituzione Universitaria dei Concerti - è stata inaugurata il 17 ottobre 2010, nell'Aula Magna dell'Università la Sapienza di Roma, da Jordi Savall e Le Concert des Nations con la superba esecuzione dei Sei Concerti Brandeburghesi di Johann Sebastian Bach, accolta trionfalmente dal pubblico.

È stato un grande evento, in quanto dopo anni e solo a Roma, in Italia, sono stati nuovamente eseguiti in pubblico da Savall e la sua orchestra; la loro incisione dei Brandeburghesi del 1991ancora oggi ritenuta una delle migliori dalla critica, è stata ristampata. Dei Concerti Brandeburghesi è rimasta la dedica autografa di Bach al margravio Christian Ludwig del Brandeburgo – da cui il nome di Brandeburghesi dati ai sei concerti – con la data della dedica: 24 marzo 1721; per parere unanime della critica si tratta di concerti composti antecedentemente e di incerta datazione, poi rielaborati per l'occasione.

La forma dei concerti è assimilabile quella del concerto grosso italiano - che Bach conosceva perfettamente - in cui il dialogo fra soloconcertino - e tutti  è realizzato in modi sempre diversi e affascinanti, a questo si aggiunge l'evidente influsso francese nel primo concerto. L'affascinante interpretazione di Savall ha esaltato proprio il carattere concertante ottenendo, grazie anche all'uso degli strumenti antichi suonati magnificamente dagli ottimi musicisti de Le Concert des Nations, un grande equilibrio timbrico e un seducente colore strumentale.

Savall ha aperto il concerto con il terzo in sol maggiore in cui l'organico è costituito dai soli archi e cembalo in cui nel ruolo di concertino si alternano i tre violini, le tre viole e i tre violoncelli. La caratteristica principale del concerto è il ritmo incalzante, tale che l'adagio è  brevissimo, è stato resa benissimo da Le Concert des Nations diretto da Savall. 

Dopo quest'inizio trascinante c'è stato il quinto in re maggiore in cui agli archi si contrappongono flauto traverso, violino e cembalo  a cui è interamente affidato il movimento lento (Affettuoso). Flauto traverso, violino e cembalo assumono anche un ruolo spiccatamente solistico come nella splendida cadenza del cembalo che chiude l'aAlegro iniziale: bravi i solisti: il primo violino Riccardo Minasi, il clavicembalista Pierre Hantaï e il flautista Marc Hantaï.

Ha chiuso la prima parte il secondo in fa maggiore, in cui oltre agli archi e cembalo, abbiamo tromba in fa, flauto dritto, oboe e violino primo; la diversità di colore e timbro e la dinamica fra i vari strumenti è mirabilmente sfruttata per creare affascinanti dialoghi sonori. Dopo il trascinante Allegro iniziale, il pensoso e seducente Andante è affidato ai soli flauto, oboe e violino accompagnati da violoncello e cembalo. L'Allegro finale si apre con un luminoso assolo per la tromba, magnificamente suonata da  Guy Ferber, a cui si uniscono oboe, violino solo, flauto e poi i tutti. In questo concerto,  diretto magistralmente da Savall, si evidenzia prepotentemente come l'uso degli strumenti antichi restituisca l'equilibrio sonoro, in quanto la tromba moderna coprirebbe inesorabilmente il resto del concertino.

La seconda parte si è aperta con il concerto n. 4 in sol maggiore in cui  due flauti a becco – dritti suonati benissimo da Sebastien Marq e Pierre Boragno– e il violino solo -  sempre il bravissimo Riccardo Minasi - si contrappongono ai tutti. Questo brano si apre con un gioioso Allegro continua con uno Andante che esalta la sonorità degli strumenti e termina con un Presto esaltato da una fuga da cui il musicista trae stupefacenti invenzioni sonore.

Si è continuato con il sesto in si bemolle maggiore in cui sono previsti oltre a violoncello, contrabbasso e cembalo, due viole a braccio, che hanno un ruolo solistico e due da gamba Savall e Philippe Pierlot – silenti nell'Andante. Un brano, in cui il ritmo ricorda negli allegri la dinamica di quelli del terzo ed è anche ricco di affascinanti effetti timbrici sottolineati dalla bravura degli esecutori.

Il programma del concerto è stato concluso dal primo in fa maggiore in cui agli archi e al cembalo si aggiungono 2 corni in fa – i bravi Thomas Müller e Raúl Diaz -, tre oboi, fagotto e il violino piccolo, suonato benissimo da  Riccardo Minasi. Questo brano è un omaggio al  gusto francese, rivelato dalla presenza di un Menuet (minuetto). una Polonaise (polacca) posta tra i due trii che concludono il concerto e dall'uso del violino piccolo.

La splendida direzione di Savall, assecondato dalla bravura dei musicisti, ha esaltato il contrasto di timbri e colori tra le diverse famiglie strumentali e la struttura dei concerti. La standing ovation del pubblico ha spinto Savall a offrire come bis la Contredanse da Abaris ou Les Boréades di Jean-Philippe Rameau, invitando il pubblico a partecipare sostenendo il ruolo delle percussioni: un modo festoso e coinvolgente per concludere un memorabile concerto.

Pubblicato in: 
GN24 Anno II 28 ottobre 2010
Scheda
Autore: 
Johann Sebastian Bach
Titolo completo: 

Aula Magna dell'Università la Sapienza di Roma,
Jordi Savall
Bach - I Concerti Brandeburghesi
Le Concert des Nations

Johann Sevbastian Bach
Concerto Brandeburghese n. 3 in sol maggiore BWV 1048
Concerto Brandeburghese n. 5 in re maggiore BWV 1050
Concerto Brandeburghese n. 2 in fa maggiore BWV 1047
Concerto Brandeburghese n. 4 in sol maggiore BWV 1049
Concerto Brandeburghese n. 6 in si bemolle maggiore BWV 1051
Concerto Brandeburghese n. 1 in fa maggiore BWV 1046

Concerto del 17 ottobre 2010

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