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IUC. Dantone e Tamperi con le musiche di Bach
Ottavio Dantone, al cembalo, e Alessandro Tampieri, al violino, hanno presentato un prezioso programma monografico su Johann Sebastian Bach (1685-1750), di cui hanno eseguito quattro delle Sei Suonate a cembalo concertato e violino solo BWV 1014-1019. Tra queste composizioni hanno inserito due pezzi solistici: la Ciaccona in re minore per violino solo senza basso dalla Partita n. 2 BWV 1004 e la Fantasia cromatica e Fuga in re minore per clavicembalo BWV 903.
Tutte queste composizioni risalgono probabilmente come buona parte della produzione strumentale, agli anni trascorsi dal musicista al servizio del principe Leopold di Anhalt-Köthen (1717-23). L’organicità del ciclo delle sei suonate è testimoniata dalla concezione unitaria, riscontrabile soprattutto nelle prime cinque sonate, il titolo con cui sono presentate è già indicativo, Sei Suonate a cembalo concertato e violino solo, col basso per viola da gamba accompagnata se piace, infatti contrariamente alla consuetudine mette in evidenza l’insolito ruolo obbligato e concertante del clavicembalo. Le sonate della raccolta si ispirano al modello italiano di impronta corelliana della sonata da chiesa in quattro movimenti (Adagio - Allegro - Adagio – Allegro), mentre la sesta, che è in cinque movimenti, è nello stile di una sonata da camera. La mano destra del cembalo dialoga in un rapporto paritario con il violino, divenendo anche preponderante, mentre per la sinistra, il basso, il compositore al posto del basso numerato scrive per esteso una seconda voce, il cembalo diventa,così, un secondo strumento melodico paritario con il violino e spesso ha una rilevanza contrappuntistica, a riprova della complessità compositiva che caratterizza queste sonate.
Il carattere della Sonata da chiesa si delinea sin dall'inizio dell'Adagio che apre la Sonata n. 1 in si minore BWV 1014 ed è denotato da una rigoroso contrappunto presente anche nell'Andante. Il primo Allegro è una fuga in forma ternaria che ricorda una Gavotta o una Bourrée, anche l'Allegro finale è una fuga bipartita trascinante e giocosa.La Sonata in la maggiore BWV 1015 ha una affascinante varietà espressiva si apre con un Andante cantabile e soave, segnalato da un “dolce” in partitura, seguito da un Allegro, una squillante fuga in stile concertante, connotata un singolare arpeggio su un lungo pedale del basso (mano sinistra del cembalo). Il successivo Andante è un seducente e malinconico canone all'unisono per il violino e la mano destra del cembalo sugli arpeggi staccati del basso, il Presto finale è una fuga in tempo di Gavotte, è bipartita come ogni forma di danza dell'epoca.
La Sonata in do minore BWV 1017 inizia con un malinconico Largo bipartito in movimento di siciliana, un tempo ricorrente anche nelle arie delle cantate e delle passioni intensamente espressive e patetiche. Il successivo Allegro, è un’ampia e solenne fuga, ricca di idee nello sviluppo del tema iniziale. Lo splendido Adagio in cui domina il canto del violino è sostenuto da un accompagnamento obbligato, in arpeggi, del cembalo. l'Allegro conclusivo è nuovamente bipartito e in stile fugato.
Della sesta Sonata n sol maggiore per violino e clavicembalo BWV 1019, la sola del gruppo in cinque movimenti, si conoscono tre versioni dalla prima che fu composta a Köthen, mentre quella usualmente eseguita è la terza delle due scritte a Lipsia. Si apre con un luminoso Allegro nello stile del concerto italiano, il breve Largo ha il carattere del recitativo drammatico delle Passioni del Kantor. I tre movimenti seguenti furono inseriti nel seconda fase della permanenza a Lipsia a cominciare dall’Allegro per clavicembalo solo nello stile delle Suites inglesi, mentre l’Adagio è caratterizzato dal cromatismo che lo colora di malinconia. L'opera termina con un Allegro brioso e concertante, il tema si ricollega all'Aria n. 3 della Cantata BWV 202 Weichet nur, betrübte Schatten (Dissolvetevi dunque, ombre invernali) composta in occasione di un matrimonio.
L’esecuzione si è avvalsa di un dialogo armonioso tra Dantone e Tampieri e si è svolta in un crescendo di intensità interpretativa che ha riscosso il caloroso plauso del pubblico. Nella prima parte tra le due sonate Alessandro Tampieri ha eseguito la Ciaccona in re minore per violino solo senza basso dalla Partita n. 2 BWV 1004, un lungo brano che ha messo in luce la sua abilità virtuosistica e che è stata lungamente applaudita. Nella seconda parte nella stessa modalità Ottavio Dantone ha interpretato magnificamente la Fantasia cromatica e Fuga in re minore per clavicembalo BWV 903, che ha riscosso una entusiastica ovazione. Della composizione esistono due versioni una risale al 1720 nel periodo di residenza a Köthen mentre l’altra fu composta a Lipsia nel 1730 ed è quella più comunemente eseguita. I calorosi ed entusiastici applausi finali hanno indotto i due musicisti a offrire come bis dalla Sonata in mi minore K81 di Domenico Scarlatti il Grave.