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IUC. Lucia Poli e Marco Scolastra omaggiano Savinio
Alla IUC, Istituzione Universitaria dei Concerti, Lucia Poli e Marco Scolastra hanno presentato il 29 maggio scorso un divertente e azzeccato spettacolo incentrato su testi e su alcune composizioni di Alberto Savinio, pseudonimo di Andrea Francesco Alberto de Chirico (Atene, 1891 – Roma, 1952), fratello del più celebre Giorgio, artista e intellettuale poliedrico, musicista, pittore, scrittore, scenografo, costumista, regista, drammaturgo, saggista e critico musicale.
La sua passione per la musica si manifestò precocemente, a dodici anni si diplomò in pianoforte e composizione al Conservatorio di Atene, a quattordici compose un Requiem (1905) per la morte del padre. Nel 1906 scrisse anche libretto e musica per Carmela, un’opera verista che fu apprezzata e segnalata da Mascagni, proseguì poi i suoi studi musicali approfondendo lo studio dell’armonia e del contrappunto con Max Reger a Monaco. Quando giunse a Parigi fu conosciuto e apprezzato come compositore e pianista e riuscì a richiamare su di sé l’attenzione di Stravinskij e Djagilev, che nel 1913 gli commissionò per i Ballets Russes la composizione della musica per Persée, balletto su soggetto e coreografia di Michael Fokine; il balletto andò poi in scena a New York solo nel 1924.
Conobbe e frequentò molti esponenti delle avanguardie artistiche come Pablo Picasso, Blaise Cendrars, Francis Picabia, Jean Cocteau, Max Jacob e Guillaume Apollinaire. Le sue composizioni hanno uno stile personale, nonostante la conoscenza di quelle di Stravinskij, Debussy e Satie, non ne fu che marginalmente influenzato, con Satie condivide uno stile ironico e dissacrante ma non celebrale, la sua musica si differenzia per la poesia surreale che le pervade. Non solo musica però, nel 1914 pubblicò sulla rivista Les soirées de Paris il poemetto drammatico Le chants de la mi-mort. Savinio progettò un teatro metafisico in cui azione drammatica e azione musicale siano in un rapporto paritetico, un’idea che si concretizzò nel 1914 con i Chants de la Mi-Mort – “scènes dramatiques d’après des épisodes du Risorgimento” (Scene drammatiche da episodi del Risorgimento) per i quali Savinio oltre a comporre la musica dipinge i bozzetti, poi perduti, delle scene e dei costumi. I testi hanno contenuti onirici e surreali come Il cuore di Giuseppe Verdi, Matinée alphabétique, che anticipano il surrealismo e sono pervasi da una ironia dissacrante.
Lo scoppio della guerra nel 1915 e il suo arruolamento gli fecero incontrare Carrà, De Pisis, Morandi e Soffici, questi incontri avvengono quando i suoi interessi si stavano già volgendo alla letteratura e alla pittura, un processo parallelo all’abbandono della musica strumentale per il teatro musicale. Dopo la guerra in parallelo alla pittura inizia la sua attività narrativa. Per lo spettacolo sono stati scelti i brani, da Tutta la vita (1945), la Pianessa, da Achille innamorato (1938) Vecchio pianoforte e da Narrate, uomini, la vostra storia (1942) Isadora Duncan.
La bravissima Lucia Poli ha magnificamente interpretato i personaggi, umani e non, dei racconti, la sua voce metamorfica ne ha esplorato i vari risvolti, ironici, beffardi, surreali ma anche patetici e poetici accompagnando la recitazione con movimenti aerei e danzanti, una messa in scena che, secondo noi, Savinio avrebbe apprezzato. Il tutto accompagnato da frammenti da brani musicali acutamente scelti e benissimo interpretati da Marco Scolastra. Scolastra ha selezionato brani di Savinio da Les chants de la mi-mort, alternandoli con composizioni di autori amati, come da Péchés de vieillesse, Un petit train de plaisir di Rossini pervaso da un soave “Humor nero”, non potevano mancare anche Satie, l’amato Mozart, di cui non a caso Scolastra ha scelto brani dal Don Giovanni e Chopin. Ci sono stati anche brani del grande pianista Ignacy Paderewski, di John Cage e di autori meno conosciuti come Theodor Kullak e Costantino De Crescenzo.
Scroscianti applausi ai bravi interpreti hanno costellato il concerto e si sono intensificati al termine, come bis Lucia Poli ha ricordato nelle parole di Savinio, l’importanza fondamentale della musica nella cultura e nella vita, Marco Solastra ha suonato per intero il Notturno op. 9 n. 2 di Chopin. Per chi fosse stato affascinato da Savinio consigliamo di visitare la mostra su Savinio pittore a Palazzo Altemps a Roma, che sta per concludersi il 13 giugno prossimo, certi temi degli scritti come i giochi, gli dei e le statue greche hanno un riscontro nei dipinti esposti.