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IUC. Masleev vince il Čajkovskij ed inaugura la primavera del piano
Dal gelo della Siberia nasce il giovane talento russo, Dmitry Masleev, che ha vinto il premio del XV Concorso Internazionale Čajkovskij di Mosca, sezione pianoforte ed ha assicurato alla IUC il primo marzo, con il suo debutto, una serata strabiliante di estremo virtuosismo e decisa perfezione nell'affrontare inoltre autori non solo russi come Čajkovskij ed il meno noto Nikolai Medtner, ma tutti i teutonici creatori che per il piano soprattutto, hanno disegnato perle d'audacia virtuosistica: Bach, Liszt, Schubert, Schumann e per concludere la scherzosa e brillante Danse macabre di Camille Saint-Saëns.
Proveniente da Ulan-Ude ma tutt'altro che freddo, Dmitry Masleev ha inaugurato la primavera del piano impreziosendo l'ascolto di una grazia diffusa dalla tastiera: cominciando dalla Partita n. 1 in si bemolle maggiore BWV 825 di Johann Sebastian Bach, ci ha fatto inoltrare in un'altra stagione, in cui dimenticare la fretta, inondando di prelibati tocchi la sequenza di danze che partono dall'Allemande per finire nella Gigue. Masleev dipinge una sfericità del suono che avvolge dolcemente l'ascoltatore ed i paragoni sono possibili solo con i giganti come Horowitz e Gould.
La Sonata n.2 in sol minore op. 22, permette a Masleev di esporre quella lacerazione da cui Robert Schuman era dilaniato, sottolineandone il brioso ritmo incalzante, mentre nella Barcarolle di Schubert rielaborata da Liszt per il piano, ovvero il famoso Lied Auf dem Wasser zu singen (originalmente per voce e pianoforte) risulta commovente allo spasimo. Il Liszt di Wilde Jagd in do minore (Caccia selvaggia) dai dodici Studi d'esecuzione trascendentale è brano dal burrascoso virtuosismo, proprio come la caccia del titolo e mette il fine alla prima parte del sontuoso concerto di Masleev con uno scrosciare di applausi.
Per il vincitore del XV Concorso Internazionale Čajkovskij di Mosca, non poteva mancare il compositore che dà il nome al premio che quattro anni fa vinse Danil Trifonov, anche lui subito ospite della IUC: 4 dei 18 Pezzi dell'opera 72, intitolati Chant élégiaque, Valse à cinq temps, Un poco di Chopin e Scène dansante. hanno suggellato il talento russo con la grazia con cui ha affrontato gli arpeggi dipinti con poesia dalle sue dita, facendoci approdare sull'altra riva di un ipotetica foresta incantata.
Con profondità interpreta poi un compsitore russo poco noto all'estero, Nikolaj Karlovič Metner (1880-1951), la cui Sonata Reminiscenza in la minore op. 38 n. 1 del 1920, si disingue per il delicato fraseggio sospeso su una dolce e melanconica sonata.
La dirompente Danse macabre di Camille Saint-Saëns, poema sinfonico del 1874, con l'uso del tritono in completa evidenza, conclude in una vampata diabolica il flusso di suoni dai martelletti di questo eccellente virtuoso in un tripudio di applausi che lo faranno riuscire con due bis: il primo da Prokofiev, la "Suggestion Diabolique" op. 4 no. 4; il secondo, uno sfrenato ritmo jazz, è il Concert Etude №3 "Toccatina" dall'ucraino Kasputin (1937).
Uno scrosciante applauso con grida di “Bravò” assolutamente meritati per un concerto perfetto in ogni sua distillazione: lo attendono gli inviti da Valery Gergiev, direttore del Marinskij di San Pietroburgo; di Valdimir Spivakov; del Quartetto Borodin, solo per enunciarne una manciata, noi augurandoci che torni qui e sul Lago di Como, dove siamo orgogliosi che abbia studiato all'Accademia Internazionale di Musica.