IUC. Il Quartetto Brodsky suona il "morendo" di Šostakovič

Articolo di: 
Livia Bidoli
Brodsky Quartet

Alla IUC, Istituzione Universitaria dei Concerti, il Quartetto Brodsky ha dedicato la seconda parte di un ciclo di quartetti di uno dei più grandi quanto più controversi Masters of Russia: Dimitrij Šostakovič. Il concerto dello scorso 25 febbraio nell'Aula Magna de La Sapienza di Roma ha visto eseguire il Quartetto n. 2 ed il Quartetto n.15 (composti a trent'anni di distanza l'uno dall'altro), insieme ad un divertentissimo Scherzo di Borodin, e due estatici Contrappunti da L'Arte della Fuga di Bach.

Chi scrive ha una predilezione sviscerata per Šostakoviĉ (1906-1975), un autore che nell'area del Mediterraneo viene poco eseguito purtroppo, a differenza della Mitteleuropa, dove proprio un paio d'anni fa c'è stato un glorioso ciclo dell''intero corpus sinfonico del compositore a cura di Valerij Gergiev e dell'Orchestra del Teatro Marinskij di San Pietroburgo insieme alla Philharmonie del Gasteig di Monaco. Gergiev ha inoltre da sempre curato l'esecuzione di tutte le opere di Šostakoviĉ – e degli altri autori russi, soprattutto quelli avversati da Stalin come anche Prokofiev – ed ha dato vita al documentario The War Symphonies: Shostakovich against Stalin.

Le due composizioni scelte da questo celebre Quartetto che viene annoverato tra l'eccellenza per l'interpretazione del Maestro russo, ed ha inciso per Teldec (ira parte di Warner Classics) l'ìintero corpus dei quartetti di  Šostakoviĉ, ed ora incide per Chandos in esclusiva, proviene da Macnhester ed ha dedicato il proprio nome al violinista russo Adolf Brodsky. dedicatario del Concerto per violino e orchestra op. 35 di Pëtr Il'ič Čajkovskij e suo primo interprete a Vienna il 4 dicembre 1881; il concerto era stato giudicato “ineseguibile” per la sua intrinseca difficoltà dal suo primo dedicatario, Adolf Auer. Lo stesso Brodsky formò un Quartetto d'archi chiamato col suo nome e morì nella cittadina di Manchester nel 1929, dove nel 1972 nasce il gruppo odierno formato da: Daniel Rowland (primo violino); Ian Belton (secondo violino); Paul Cassidy alla viola e Jacqueline Thomas al violoncello.

Il concerto che il Quartetto Brodsky ha offerto alla IUC è stato un contraltare in forma breve della vita di Šostakovič: il primo dei quartetti è infatti il n.2 in la maggiore op. 68, composto in tutta fretta dopo un periodo di asfissia compositiva sollevato dal riposo nella “Casa della Creatività”, rifugio sovietico per musicisti afflitti da crisi depressive (spesso provocate non solo dalla guerra che nel 1944 non era ancora finita, ma anche dalle turbe totalitariste di Stalin) per la morte del carissimo amico Ivan Sollertinskij. In questo quartetto la furia compositiva di Shostakovich si distingue immediatamente: l'andirivieni sferzante suo tipico, inizia l'Ouverture (Moderato con moto) su toni alti e struggenti, continuando come se contenesse quell'anima lacerata che il compositore immetteva nelle sinfonie in modo più ridondante e celebrativo (e quindi conforme alle direttive del Partito). Qui invece zampillano note sardoniche, la cui cifra è dettata da un sarcasmo amaro e ricco di demoniache presenze. Nel Recitativo e Romanza (Adagio), il lungo assolo del violino, cui gli altri rispondono con frasi dimezzate,  arriva ad essere in alcuni luoghi dissonante, come un grido. Nel Walzer (Allegro) è il violoncello che introduce il serio tema che lo compone di vari contrappunti, che ci fa pensare, per la sua inquieta amarezza, all'opera tratta da Gogol, I giocatori, composta qualche anno prima dal compositore russo (1941-42) e rimasta incompiuta. Il primo violino manterrà comunque una flessuosità gradevolissima per tutto il percorso, nonostante il finale Tema con variazioni non indichi nessuna nota positiva.

L'ultimo quartetto di Dimitrij Šostakovič, scritto un anno prima della morte, avvenuta nel 1975, è rigonfio di una mestizia incosolabile. Chi si sente vicino a  Šostakovič non può rimproverarlo per questo ma accettare con tutta la cum passio possibile quel che trascrive questa musica, tutta in Adagio, col suo intimistico lamento. L'Elegia con cui dà inizio ci situa in una torre dove i suoni occupano le ombre e  divengono fruscianti come battiti di ali al vento. Si muove poco e lentamente il suono degli archi, per conferire delle sferzate con la Serenade: è un movimento fatuo però, è una danza sul posto. Quasi un'osservazione del suono che evolve, quel formalismo di cui l'avevano amaramente accusato prima, che rappresenta la sua ricerca musicale, qui agita sé stesso in un fulgore funereo. Il pneuma di Šostakovič, il suo alito animico, vibra in ogni staffilettata degli assoli: tutto il minimalismo che verrà poi, da Glass e soprattutto quello spirituale di Pärt, scopre qui i suoi germi, come anche le virate oniriche di Dutilleux. La ricerca pura e di difficile comprensione, perché tutta spostata sull'estrinsecazione di un suono cerebrale, rende tutti i movimenti concatenati tra di loro ed il pizzicato del violoncello sembra quasi la lamentatio dei martelletti di un pianoforte. L'Intermezzo virtuosistico è di godimento puro per l'ascolto, ed il passaggio al velo della luna sul Notturno è di estrema portata lirica, quanto contrappuntistica. Il pizzicato del violoncello, nella Marcia Funebre, si configura con un fraseggio screziato per “morire” in un Epilogo dai lunghi ed acuminati contrasti.

Il Quartetto Brodsky ha eseguito con estrema intensità e perizia i due quartetti dedicati a  Šostakovič, nonché i due Contrappunti I e VI da L'Arte della Fuga BWV 1080 di Bach, cui ha donato un clima mistico trascendentale, ricordando il viaggio enigmatico di Tarkovskij in Solaris, che ha scelto il preludio corale di Bach, Ich Ruf Zu Dir Herr Jesus Christ BWV639. Lo Scherzo in re maggiore per quartetto di Borodin, di cui ricordiamo la splendida esecuzione al piano di Rachmaninoff del 1935, è la chiosa con cui vorrei lasciare vivacemente i lettori, con l'estrema brillantezza di un brano il cui autore ha dato il nome ad un altro glorioso quartetto, il russo Borodin Quartet, che come l'inglese Brodsky Quartet, conserva lo stesso amore e la stessa eccellenza nell'offrire il canone dei quartetti del maestro russo.

Pubblicato in: 
GN17 Anno VI 6 marzo 2014
Scheda
Titolo completo: 

IUC Istituzione Universitaria dei Concerti
Martedì 25 febbraio 2014, ore 20.30
Aula Magna – Sapienza Università di Roma
Piazzale Aldo Moro 5

Quartetto Brodsky
Intorno a Šostakoviĉ

Bach L’arte della Fuga (Contrappunti I e VI)
Borodin Scherzo in re maggiore

Šostakoviĉ Quartetto n. 2 in la maggiore op. 68
Overture: Moderato con moto
Recitativo e romanza: Adagio
Valzer: Allegro
Tema e variazioni: Adagio - Moderato con moto – Allegretto
Organico: 2 violini, viola, violoncello
Prima esecuzione: Lenigrado, Sala grande della Filarmonica, 14 novembre 1944
Dedica: V.Y. Shebalin

Šostakoviĉ Quartetto n. 15 in mi bemolle minore op. 144
Elegia - Adagio
Serenata - Adagio
Intermezzo - Adagio
Notturno - Adagio
Marcia funebre - Adagio
Epilogo - Adagio
Organico: 2 violini, viola, violoncello
Composizione: Mosca, 17 maggio 1974
Prima esecuzione: Leningrado, Sala da concerto Glinka, 15 novembre 1974

Rassegna “Sapienza in Musica”