Supporta Gothic Network
A Jesi un'opera ritrovata. La fuga in maschera di Gaspare Spontini
Venerdì 31 agosto il pubblico, che affollava il Teatro Pergolesi di Jesi, ha accolto trionfalmente la prima esecuzione moderna de La fuga in maschera di Gaspare Spontini diretta da Corrado Rovaris . L'opera, ritenuta perduta, ha inaugurato il XII Festival Pergolesi Spontini, che ha come temi il travestimento e la trasformazione.
La fuga in maschera, commedia per musica su libretto di Giuseppe Palomba e musica di Gaspare Spontini, ebbe un unica rappresentazione al Teatro Nuovo sopra Toledo a Napoli, per la stagione di carnevale del 1800. Opera, successiva a La finta filosofa anche questa rappresentata a Napoli, andò in scena dopo gli efferati, violenti e tragici avvenimenti che segnarono la nascita della Repubblica Napoletana del 1799.
L'opera venne ritenuta perduta in quanto rimasero noti solo il libretto, pubblicato in occasione della prima esecuzione, e l’aria La mia lanterna magica di Corallina, pubblicata a stampa in una raccolta di arie italiane per canto e pianoforte. Nel 2007 il ritrovamento inaspettato: Lisa Cox, importante antiquaria inglese, mise all’asta il manoscritto autografo che fu acquistato dal Comune di Maiolati Spontini.
Il manoscritto è importantissimo in quanto aggiunge un'altro prezioso tassello per ricostruire il periodo italiano e giovanile del grande musicista. In questi tempi oscuri in cui ogni forma d'arte è considerata superflua se non inutile, la sua acquisizione da parte del Comune di Maiolati Spontini, con il contributo della Fondazione della Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana e Marco Palmoiella, è un raro e meritorio esempio di sensibilità culturale.
L'esecuzione, prima in epoca moderna, si avvale della revisione critica - edizioni Fondazione Pergolesi Spontini - di Federico Agostinelli, che ha anche accertato l'autenticità del manoscritto, basandosi sul riconoscimento della calligrafia di Spontini. Nell'analisi, lo studioso si è accorto anche che il musicista vi aveva apportato correzioni e tagli, che a parte gli errori, corretti, sono riportati nell'edizione critica per conoscenza dell'escutore, a cui è affidata la scelta. Questo aspetto è particolarmente significativo in quanto si pensava che i ripensamenti fossero legati solo alle opere della maturità del periodo francese e tedesco, mentre ora è ragionevole pensare che la meticolosa cura e attenzione nella revisione della partitura siano caratteristiche che si erano già manifestate nel periodo giovanile.
La strumentazione comprende: gli archi - viole con il basso, violoncelli e contrabbassi all'unisono – il fagotto che raddoppia i violoncelli e gli oboi con i corni di ripieno. L' oboe è anche impiegato in alcune arie e concertati; nella scena della evocazione dello spirito è indicato l'uso in scena, per accompagnare il canto dei diversi personaggi, prima l'arpa, poi il clarinetto, successivamente l'oboe, il corno e infine tutti insieme.
La fuga in maschera è una commedia per musica che accoglie tutta la tradizione de La Commedia dell'Arte: i personaggi sono vere e proprie maschere anche se, a parte Corallina, hanno nomi diversi da quelli usuali, anche la trama intricata utilizza scene e gag tipiche degli scenari. L'intreccio si basa su equivoci e intrighi che finiscono con il consueto lieto finale: il matrimonio delle tre coppie: l'attempato e credulo Marzucco sposa la giovane ed interessata Corallina, Elena, figlia di Marzucco, derminata e astuta, convola a nozze con Nardullo, fratello di Corallina, e così Olimpia, cugina di Elena, con Doralbo, l'imbroglione che rimane gabbato dagli intrighi delle due donne.
La musica di Spontini sottolinea queste caratteristiche con un susseguirsi di cambiamenti di ritmo e di colore, si adattano perfettamente alle diverse situazioni comiche e ai diversi personaggi. Corrado Rovaris ha perfettamente compreso le peculiarità della partitura e la sua direzione puntuale e attenta ha dato molta cura alla teatralità e al ritmo incalzante della commedia perfettamente assecondato dalla bravura de I Virtuosi Italiani.
L'esecuzione musicale e la regia sono andate in perfetto accordo grazie all'accurato lavoro di squadra tra il direttore, Rovaris, e il regista Leo Muscato. Muscato ha fatto recitare con grande naturalezza i cantanti sottolineando efficacemente le situazioni e le buffonerie de La Commedia dell'Arte, le scene ingegnosamente create da Benito Leonori con le proiezioni, coadiuvate dalle luci di Alessandro Verazzi hanno fantasiosamente evocato le tele colorate degli artisti girovaghi.
I costumi realizzati da Giusi Giustino hanno assecondato perfettamente le intenzioni del regista creando maschere moderne come per Corallina che evoca le Winx, per Doralbo parodia del mago Otelma, per Nardullo, un pulcinella pukkabestia e per Marzucco, un buffo guappo con i suoi ridicoli scherani.
Bravi i cantanti, sia vocalmente che scenicamente hanno risposto alle indicazioni del direttore e del regista. Ruth Rosique, con la parte vocale più impegnativa, è stata una deliziosa e spumeggiante Elena, Alessandra Marianelli ha dato vita a una briosa e intrigante Corallina e Caterina Di Tonno si è calata in Olimpia, una temibile acqua cheta.
Filippo Morace è stato convincente nel ruolo del credulone Marzucco, Clemente Daliotti ha dato vita abilmente a Nardullo, rustico ma furbo, la sua parte è insolita in quanto è generalmente affidata a un tenore, invece Spontini la scrisse per il basso buffo che canta in napoletano, una consuetudine per Napoli, dove venivano tradotte dall'italiano in vernacolo le parti di questo ruolo delle opere scritte per altre città. Al tenore è invece affidata il ruolo del ciarlatano Doralbo, che rimane intrappolato nei suoi stessi intrighi dalla furbizia delle due cugine, Dionigi D’Ostuni si è disimpegnato con disinvoltura nella parte e infine Alessandro Spina è stato un credibile Nastagio, flemmatico e vanesio. Il pubblico si è divertito e ha applaudito a lungo durante lo spettacolo e alla fine.
L'opera è stata registrata in alta definizione per la trasmissione nei canali satellitari di Classica, in collaborazione con Unitel Classica di Monaco di Baviera, proprietaria dei suddetti canali, con la regia di Tiziano Mancini di Metis film; un altro esempio della lungimiranza della Fondazione Pergolesi Spontini, guidata dall'Amministratore Delegato William Graziosi e dalla Direzione Artistica di Gianni Tangucci.