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Jimi Tenor & Kabu Kabu a Villa Ada. Fiati afrofinnici sotto una luna sudamericana
Un mix che suona quasi come un ossimoro: la glacialità della Finlandia unita al calore della Nigeria per questo concerto di Jimi Tenor con la band nigeriana di Kabu Kabu a Villa Ada il 26 luglio 2010 per il Circolo degli Artisti. Lo scenario multicolorato tra fusion e afrobeat ci attende nella cornice pratesca ed invero comoda e fresca, per irrorarci di nuova vita con le ventate di fiati e percussioni con echi da Buddha bar.
La cover di Global Party rimanda subito ad Ibiza e ad echi danzerecci còlti, oltre ad essere presente nell’ultimo album dello scorso anno intitolato 4th Dimension, di Jimi Tenor & Kabu Kabu pubblicato dall’etichetta Sähkö, conosciuta per il pacchetto finnico di artisti electronic-oriented.
La fila dei fiati scompagina qualsiasi allontanamento dal coinvolgimento sensuale con una musica trascinante e ricca di citazioni, da Sun Ra a Fela Kuti di cui faceva parte Nicholas Addo Nettey, partecipazione calibrata a Joystone del 2007. Il sax di Tenor (da cui deriva il cognome – mentre Jimi l’ha coniato da Jimmi Osmond), riluce non solo di luce propria durante il concerto, non tanto perché gliela prestano, ma soprattutto perché i tre fiati che lo accompagnano in concerto e nell’ultimo album, Jukka Eskola e Daniel Oberto alla tromba, Juha Kortehisto trombone, sono dello stesso calibro, ed in qualche modo lo illuminano più intensamente con le loro luci (leggi toni) squillanti su un timbro basso e permeante.
Tra Grind!, Floating Orange e Magical World, oltre alla kermesse ulteriore con cui ha scaldato la vasta platea ondeggiante ai suoni aftrofinnici a Villa Ada, Jimi ha del tutto accontentato il pubblico – da notare in merito il suo assolo al flauto traverso che ricordava uno Ian Anderson disciplinato e africano -, con due bis piuttosto lunghi sotto una luna piena che da cielo sudamerucano, mentre intonava:
I wanna see behind the sun
I wanna see beyond the moon