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Justice League. Supereroi in missione corale
L’universo supereroistico della DC Comics al cinema si arricchisce di un nuovo capitolo, Justice League, seguito di Dawn of Justice e di Wonder Woman, con Zach Snyder al timone probabilmente per l’ultima volta, e un’avventura corale di vari eroi. Dopo la morte di Superman il mondo è allo sbando e gli eroi rimasti, Batman in testa, cercano di fare il possibile contro razzisti, criminali comuni e terroristi.
Il grosso pericolo però sta per arrivare dal passato, con l’alieno Steppenwolf, desideroso di rimettere le mani sul suo potere trattenuto da tre scatole che gli erano state sottratte in un passato remoto da un’alleanza tra esseri umani, Atlantidei e Amazzoni. Sarà dura riunire una squadra di supereroi riluttanti, a cui si aggiungerà il redivivo Superman che non poteva rimanere morto a lungo.
Justice League riesce nel suo intento, quello di divertire un pubblico di cultori e appassionati, che conoscono i capitoli precedenti, anche se il film è godibile a se stante, con vari protagonisti divisi tra il presente e il passato, in attesa di un futuro che deve poter arrivare una volta scongiurata la minaccia di Steppenwolf.
Il Batman di Ben Affleck e il Superman di Henry Cavill, nel ruolo risultano essere un po’ imbalsamati, e si trovano surclassati dai nuovi colleghi di battaglia, all’inizio non felicissimi di far parte di uno scontro epocale in cui si sente più di una volta l’eco de Il signore degli anelli di Peter Jackson, modello ormai da quindici anni del cinema fantastico giunto dopo.
La Wonder Woman di Gal Gadot si conferma una protagonista interessante per il nuovo Millennio, in attesa di un altro film tutto per lei. Ma gli eroi migliori sono i nuovi arrivati, a cominciare dal Victor Stone / Cyborg di Ray Fisher, diverso come afro americano e diverso per la sua identità e pronto a incarnare nel XXI secolo l’archetipo del super eroe con super problemi.
Decisamente simpatico il Flash / Barry di Ezra Miller, ragazzo allo sbando e che trova la sua strada grazie al suo impegno nella Justice League, ma il migliore resta l’Aquaman /Arthur Curry, sbruffone e grezzo Jason Momoa, icona del fantastico da Game of thrones in poi, già impegnato ad aiutare persone di zone ai confini del mondo.
Il nemico ha un suo carisma, grazie anche alla presenza sotto il trucco dell’attore irlandese Ciaran Hinds, capace di passare dal cinema d’autore al cinema di cassetta senza nessuna difficoltà.
Ci si diverte con Justice League, ma ci sono anche elementi non banali e su cui riflettere, dalla scelta di far vedere una zona della Russia vittima di catastrofi nucleari e dimenticata dal mondo ma non dagli eroi, indicando il razzismo contro gli immigrati come tratto portante dei cattivi.
Del resto, il genere fantastico nasconde da tempo messaggi sociali anche forti, dietro ad avventure ed effetti speciali, e funziona quando riesce a farlo senza retorica. In ogni caso questa non è l'ultima avventura della Justice League, ci saranno altri sviluppi, individuali (sono annunciati un secondo Wonder Woman e un film tutto su Aquaman) e collettivi. E come sempre i contenuti dopo i titoli di coda preannunciano questo chiaramente.