Il lavoro sociale nella pittura. Candido Portinari all’Ambasciata del Brasile

Articolo di: 
Giulio de Martino
Candido Portinari, Caffè

Dall’8 febbraio al 22 aprile 2017 l’Ambasciata del Brasile a Roma ospita la piccola ma densa mostra «Portinari: la mano senza fine». Nei locali espositivi – al piano terra del Palazzo Pamphilj in piazza Navona – il pubblico potrà vedere una raccolta di 26 opere di Candido Portinari (1903-1962), uno dei più importanti pittori brasiliani del XX secolo. 

I dipinti ad olio e i disegni in mostra provengono dalla Collezione del Museu Nacional de Belas Artes di Rio de Janeiro e illustrano  – sia pure parzialmente – l’opera pittorica di Portinari, l’artista  cui era stata intitolata, fin dal 1962, la galleria delle mostre temporanee dell’Ambasciata del Brasile in Italia.

Candido Portinari (1903-1962) è nato in Brasile, figlio d’immigrati italiani provenienti dal Veneto, nella piccola città di Brodowski, ubicata nello Stato di San Paolo. La sua formazione artistica avvenne a Rio de Janeiro alla “Scuola Nazionale di Belle Arti”. Decisivo fu per lui il viaggio in Europa nel periodo 1928-1930, nel corso del quale poté vedere e studiare le opere di Giotto (ca.1266-1337), di Piero della Francesca (ca.1415-1492) e di maestri contemporanei quali Matisse (1869-1954), Modigliani (1884-1920), De Chirico (1888-1978) e Picasso (1881-1973).

Pur ispirandosi agli artisti modernisti, al cubismo e al surrealismo, Portinari sviluppò una modalità pittorica coerente con i temi e le tradizioni culturali del Brasile del primo Novecento. Predilesse le tinte scure e terrose, la raffigurazione espressionista dell’umano e le tematiche sociali provenienti dalla vita quotidiana del popolo brasiliano. 

Nel 1935 il suo grande dipinto “Caffè”, presente nella mostra, fu premiato dal “Carnegie Museum of Art” di Pittsburgh, negli Stati Uniti, facendo diventare Portinari il primo pittore modernista brasiliano internazionalmente conosciuto. Seguirono grandi dipinti e affreschi che illustravano i maggiori settori economici del Brasile: la coltivazione della canna da zucchero, l’allevamento del bestiame, l’estrazione mineraria, la coltivazione di tabacco, cotone, caffè, cacao, e la raccolta della gomma. 

La raffigurazione del lavoro, la predilezione per un’«Arte social», avvicinano Portinari alla poetica novecentesca della raffigurazione verista di contadini e di operai e alle tematiche del realismo socialista. Un orizzonte pittorico affrontato da Portinari con un peculiare gusto descrittivo (scevro da un'eccessiva drammaticità) e con piacevoli soluzioni cromatiche e paesaggistiche.

Passando dall’arte alla politica, Portinari entrò a far del Partito Comunista Brasiliano, partecipando alle elezioni del 1945 e del 1947. Durante gli anni ‘50 Portinari ebbe l’incarico, dal segretario generale delle Nazioni Unite, di eseguire i due grandi pannelli Guerra” e “Pace” nella sede dell’organizzazione a New York. 

Oltre alle opere pubbliche e di grandi dimensioni Portinari ha dipinto numerosi e vivaci ritratti  – alcuni dei quali sono in mostra – e ha illustrato opere letterarie, come Memorie postume di Brás Cubas, L'Alienista, di Machado de Assis (1839-1908) e l’edizione brasiliana del Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes. Drammatica fu la morte di Candido Portinari, che perì prematuramente a causa di una infermità contratta a causa del piombo contenuto nei colori che usava per dipingere.

La mostra di Palazzo Pamphili propone anche bozzetti e disegni preparatori per le scene e i personaggi delle pitture murali.

Pubblicato in: 
GN19 Anno IX 10 marzo 2017
Scheda
Titolo completo: 

Mostra: Portinari. La mano senza fine

Galleria Portinari / Palazzo Pamphilj, Piazza Navona 10, Roma

Dall’8 febbraio al 22 aprile 2017

Dal martedì al sabato, ore 10–18

Ingresso libero